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18 Giugno 2024
15:20

I pavoni liberi di Ravenna resteranno in città: al via il progetto per sensibilizzare turisti e residenti

Esiste una località italiana in cui è possibile vedere pavoni indiani liberi per le strade e sulle chiome degli alberi: Punta Marina Terme e Ravenna. Qui dopo un lungo braccio di ferro l'associazione Clama e l'amministrazione comunale hanno dato vita a un progetto per permettere agli animali di restare liberi sul territorio.

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Esiste una località italiana in cui è possibile vedere pavoni indiani liberi per le strade e sulle chiome degli alberi, si tratta Punta Marina Terme, nel Comune di Ravenna. Dopo anni di braccio di ferro tra l'amministrazione comunale, che voleva trasferirli tutti, e l'associazione di tutela animale Clama, è nato il progetto "I pavoni di Punta Marina, un percorso di civiltà" volto a sensibilizzare cittadini e turisti.

Oltre all’apposizione di cartelloni informativi lungo il percorso naturalistico, l’associazione Clama organizzerà, assieme ai rappresentanti dell’amministrazione comunale, incontri con la cittadinanza al fine di renderla partecipe «dell'unicità data dalla presenza di animali meravigliosi – spiegano gli attivisti – poche cittadine al mondo, come Finningley in Inghilterra, possono vantare una tale peculiarità».

L'iniziativa è stata supportata anche da Animal Liberation e con la consulenza dell'esperto Paolo Fenati, riferimento del Comune per tutto ciò che concerne gli animali. Individui di pavone indiano (Pavo cristatus) erano stati introdotti all'interno del lido ravennate circa trent'anni fa e da allora il numero è cresciuto fino ad arrivare a circa 40 esemplari odierni che frequentano abitualmente la città e le sue vie.

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Due pavoni maschi in strada (Fonte: Comune di Ravenna)

La loro presenza però nel tempo ha causato non pochi disagi alla cittadinanza, principalmente per il disturbo acustico arrecato dai maschi nel periodo riproduttivo. I maschi difendono il territorio e attraggono con vocalizzazioni le femmine che rimangono nei paraggi e combattono tra loro per assicurarsi l'accoppiamento con i maschi dalle code più grandi e sgargianti. I maschi di pavone si distinguono dalle femmine proprio per la caratteristica ruota colorata, che può raggiungere anche i 130 centimetri, e il piumaggio blu, assenti nelle femmine.

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Pavone femmina

La presenza pavoni a Ravenna non è problematica solo per il disturbo della cittadinanza, ma soprattutto per i danni che potenzialmente possono arrecare all'ecosistema. Una relazione tecnica del Comune realizzata nel 2022 rileva che «esiste il rischio che il Pavone indiano, non appartenente alla fauna autoctona, si diffonda negli habitat protetti dei vicini siti Natura 2000, in particolare la Zona Speciale di Conservazione IT 4070006 “Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina”».

Pur non essendo inclusa tra le specie invasive, il pavone indiano è un animale di origine esotica da sempre allevato a fini ornamentali, e pertanto il Comune aveva ipotizzato di limitarne la presenza sul territorio cittadino attraverso la cattura e il trasferimento verso altri siti. L'ipotesi però è stata scongiurata con una più attenta valutazione scientifica da parte dell'esperto designato dal progetto.

Per realizzare la coesistenza con questi selvatici è necessario seguire alcune regole, la prima è non offrire cibo ai pavoni nel proprio giardino. Inoltre, nelle brochure che verranno distribuite e nella campagna informativa sui social dell’organizzazione sarà poi riportato un indirizzo mail da contattare per maggiori informazioni: «Il nostro esperto sarà a disposizione per guidare i cittadini che non desiderino la presenza di pavoni nel proprio giardino nella realizzazione di semplicissimi dissuasori a costo pressoché zero».

«Quello che noi esseri umani possiamo e dobbiamo fare, in un mondo che sempre più usurpa spazio agli animali – spiegano dall'associazione – è imparare a convivere con altre specie, tutelandole ed al contempo adottando eventualmente provvedimenti per una sempre più pacifica coesistenza».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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