Le città sono sempre più frequentemente habitat per la fauna selvatica, che sviluppa nuovi tratti comportamentali come risposta al cambiamento delle condizioni ambientali. I ricercatori del Sewall Lab della Virginia Tech hanno studiato come l’urbanizzazione influisca sul comportamento e sulle cure parentali dei passeri cantori (Melospiza melodia) maschi. Durante le ricerche, il team ha scoperto che nelle città, dove i passeri canori maschi sono noti per essere più aggressivi rispetto agli esemplari che vivono in ambienti rurali, gli uccelli maschi visitano i nidi più spesso di quanto non facciano i conspecifici di campagna. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Frontiers in Ecology and Evolution.
Quando gli animali si stabiliscono in nuovi ambienti, o quando i loro habitat naturali vengono rapidamente modificati dall’influenza umana, i loro comportamenti cambiano: in molte specie di uccelli è stato notato un aumento dell’aggressività nelle città, dovuto alla necessità di difendere i territori. Questi animali si trovano a dover bilanciare i propri comportamenti per gestire al meglio le risorse energetiche e temporali che hanno a disposizione: se gli uccelli maschi in contesti urbani trascorrono più tempo a proteggere il loro territorio, ci si aspetta che dedichino meno tempo nella cura della loro prole.
I ricercatori, infatti, si aspettavano che i passeri sacrificassero le cure parentali per l’aggressione territoriale, con un impatto negativo sulla sopravvivenza dei piccoli, e per testare la loro tesi hanno studiato sei siti nel sud-ovest della Virginia, caratterizzati da una recente espansione urbana. «Si ritiene che gli uccelli canori maschi nelle zone temperate riducano le cure parentali quando sono più aggressivi. Eppure in questo studio, dimostriamo che i passeri cantori maschi nelle città forniscono più cure ai loro piccoli», ha affermato Samuel Lane, ricercatore presso la North Dakota State University e autore principale dello studio. «Contro ogni aspettativa, abbiamo scoperto che visitano i nidi più frequentemente e hanno più successo riproduttivo rispetto ai maschi delle zone rurali».
Lane e colleghi hanno osservato che non solo i maschi urbani visitavano i loro nidi molto più spesso dei passeri rurali, ma anche che iniziavano a dare da mangiare ai nidiacei già nelle prime ore della giornata, riuscendo a bilanciare la difesa del territorio e la cura dei piccoli. In più, i ricercatori hanno scoperto che il successo della schiusa e dell’involo nei nidi in habitat urbani era significativamente più elevato, nonostante alcuni ostacoli come un maggiore parassitismo della covata. Dall’altro lato, però, i tassi di predazione sono risultati più bassi contribuendo al generale successo della nidificazione.
«Spesso si presume che le aree urbane siano più impegnative per gli animali selvatici», ha aggiunto Lane. «Il nostro studio si aggiunge alla crescente evidenza che alcune specie di uccelli canori traggono beneficio dalla vita in ambienti urbani quando c'è spazio verde sufficiente per trovare cibo e luoghi di nidificazione». I ricercatori hanno però sottolineato che livelli di urbanizzazione più intensa o specie che reagiscono peggio ai cambiamenti antropici avrebbero potuto portare a risultati diversi e si augurano che la ricerca in questo campo possa contribuire alla progettazione di ambienti urbani che favoriscano una migliore convivenza tra la piccola fauna selvatica e l’uomo.