Premendo quel piccolo pulsante verde siamo subito in contatto con persone in qualsiasi parte del mondo: una vera magia. Le videochiamate hanno aiutato moltissimi esseri umani a sentirsi meno soli, specialmente durante la pandemia da COVID-19 che ha costretto a casa la maggior parte di noi per lunghi mesi. Una recente scoperta, però, ha rivelato che tale tecnologia può sconfiggere la solitudine anche in altri animali oltre l'uomo. I pappagalli costretti in cattività, infatti, possono imparare a videochiamarsi garantendosi una buona dose di socialità e migliorando il loro benessere.
D'altronde, perché non dovrebbe essere altrimenti? Tutti abbiamo passato dei momenti di solitudine e tristezza che a lungo andare possono provocare seri problemi psicologici e lo stesso vale anche per molti animali, compresi i pappagalli. Uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Glasgow, infatti, ha analizzato più di 1.000 ore di riprese di 18 pappagalli di specie diverse ai quali è stato insegnato a videochiamarsi quando volevano, annotando i benefici di queste interazioni virtuali e pubblicando i risultati su Proceedings of the 2023 CHI Conference on Human Factors in Computing Systems.
In natura, molte specie di pappagalli vivono in grandi stormi e hanno interazioni sociali continuamente. La loro spiccata intelligenza, poi, li rende animali estremamente suscettibili a problemi psicologici come la depressione. Questa particolare condizione è sperimentata spesso dagli animali sociali tenuti in cattività e si esprime nei pappagalli con comportamenti solitamente definiti "stereotipati". Questi consistono in comportamenti ripetitivi, sempre uguali e apparentemente privi di funzione, che si verificano in situazioni in cui un individuo non ha il controllo del proprio ambiente, non è libero, è poco stimolato o esposto a stimoli che suscitano in lui paura o frustrazione.
Nei pappagalli solitamente comprendono movimenti oscillatori sul posto, camminate frenetiche avanti e indietro o comportamenti autolesionisti, come la rimozione forzata delle proprie piume e penne. Questi comportamenti possono essere limitati molto fornendo condizioni ambientali appropriate, che includano uno spazio di dimensioni adeguate e la presenza di arricchimenti sociali e ambientali e da oggi a questi può essere inclusa anche la videochiamata.
Per verificare i benefici derivanti da un'interazione virtuale del genere, gli studiosi hanno insegnato ai pappagalli a suonare una campanella quando volevano chiamare un proprio compagno. A quel punto un operatore portava al pappagallo un tablet con le immagini di diversi uccelli e l'animale sceglieva chi avrebbe chiamato toccando la foto. A quel punto il collaboratore faceva partire la chiamata che durava in media 5 minuti o fino a quando uno dei due animali mostrava un generale disinteresse nei confronti dell'attività. In totale gli uccelli hanno fatto 147 chiamate deliberate tra di loro durante lo studio, attentamente osservate dagli esperti e filmate.
Così facendo i ricercatori hanno scoperto qualcosa di sbalorditivo. Innanzitutto, proprio come noi umani abbiamo sempre una persona di fiducia che siamo abituati a chiamare nei momenti di bisogno, anche i pappagalli hanno dimostrato di avere una preferenza particolare per un loro "amico". In generale funziona così: un uccello ne chiama un altro, instaura delle relazioni sociali e dopo poco termina la chiamata. La volta successiva a richiamare sarà solitamente l'altro animale che, nel momento della scelta del destinatario della chiamata, mostrerà una preferenza verso l'animale che ha "alzato la cornetta" più spesso per mettersi in contatto con lui.
Jennifer Cunha, ricercatrice della Northeastern University e co-autrice dello studio, ha espresso immediatamente gioia per la scoperta: «I pappagalli erano in grado di comprendere i comportamenti dell'altro uccello all'interno dello schermo e le loro interazioni sociali rispecchiavano quello che avrebbero fatto in natura».
«Sono rimasta piuttosto sorpresa dalla gamma di comportamenti diversi che hanno esibito gli animali – conclude l'esperta – Alcuni cantavano, altri giocavano e si mettevano a testa in giù, altri ancora volevano mostrare i loro giocattoli agli altri». Insomma, per alcuni animali la cattività è una condizione di vita insostenibile ma necessaria per la sopravvivenza e in questi casi riuscire a migliorare la loro esistenza è fondamentale. Da oggi esiste uno strumento in più per migliorare il benessere degli animali ed è a portata di "piccolo pulsante verde".