Una nuova specie di dinosauro scoperta all'interno del giacimento fossilifero di Hell Creek, nel Sud Dakota, sta creando diversi grattacapi ai paleontologi. In questa zona particolarmente isolata degli Stati Uniti sono state infatti ritrovate alcune ossa (un femore, una tibia e due metatarsi) appartenute a un nuovo oviraptoride, un dinosauro teropode simile a un uccello a cui gli scienziati hanno dato il nome di Eoneophron infernalis, davvero particolari.
Questo animale presenta infatti diversi adattamenti molto innovativi per la sua epoca, che lo rendono uno dei dinosauri più unici mai ritrovati nella storia della paleontologia. Il problema, tuttavia, consiste nel fatto che questa specie sembra essere vissuta 67 milioni di anni fa, ovvero poco prima l'arrivo del grosso meteorite che spazzo definitivamente via dalla Terra la maggior parte dei dinosauri.
Secondo infatti una vecchia teoria (ancora molto accreditata da alcuni scienziati) all'epoca tutti i dinosauri non uccelli sembravano essere in un certo senso "bloccati" da un punto di vista evolutivo e già destinati da tempo al declino, incapaci di continuare a evolvere nuovi caratteri e adattamenti e con una diversità in termini di specie apparentemente in declino. Da un certo senso, quindi, questo dinosauro così diverso e con caratteristiche uniche, rischia di destabilizzare alcune convinzioni relative all'evoluzione di queste creature durante gli ultimi milioni di anni del Cretaceo.
Secondo infatti gli autori dello studio pubblicato su Plos One, il ritrovamento di diversi adattamenti innovativi presenti in E. infernalis non è poi così sconvolgente come asserito alcuni colleghi. I paleontologi, infatti, non hanno mai avuto la certezza che i dinosauri stessero imboccando una sorta di vicolo cieco evolutivo sul finire del Cretaceo, e dimostra che alcuni gruppi stavano continuando ad adattarsi e a cambiare evolvendo nuovi adattamenti, fino all'arrivo del grosso meteorite.
«D'altronde l'evoluzione non ragiona in previsione di quello che succederà nel futuro e questi animali avrebbero potuto continuare a evolversi all'infinito, se solo avessero potuto – hanno chiarito gli autori della ricerca, tra cui Kyle L. Atkins-Weltman, dell'Oklahoma State University. – I tratti unici di questa specie includono le ossa della caviglia fuse con la tibia e una cresta ben sviluppata su una delle ossa del piede».
Questa nuova scoperta ha permesso agli scienziati di capire come la diversità di questo gruppo di dinosauri non stesse diminuendo alla fine del Cretaceo, andando contro la teoria del declino progressivo che vorrebbe invece una staticità evolutiva da parte dei dinosauri nella fase finale delle loro esistenza. Oltre a questa specie, comparsa sul finire del Cretaceo, il genere Eoneophron era infatti rappresentato da altre due specie poco prima dell'impatto, e secondo gli autori dello studio è possibile pensare di trovarne persino delle altre all'interno della stessa Hell Creek.
Questi fossili supportano inoltre l’idea che almeno parte di questa teoria sia il risultato di errori di campionamento e conservazione, che hanno impedito fino a questo momento ai paleontologi di stimare adeguatamente la diversità in termini di specie del periodo. I fattori che rendono infatti difficili da studiare gli stradi sedimentari della fine del Cretaceo sono d'altronde abbastanza noti e discussi tra gli scienziati. «Perché dovremmo quindi continuare a sostenere un modello che potrebbe essere il frutto di un grave errore di valutazione dei ritrovamenti stessi?».
Secondo Atkins-Weltmann questo corto circuito sarebbe nato a cavallo degli anni Settanta, quando gli scienziati dell’epoca notarono che mentre la diversità dei dinosauri sembrava essere aumentata fra i 83,6 milioni e i 71,2 milioni di anni fa, il numero di specie sembrava poi diminuire durante gli ultimi milioni di anni del Cretaceo. Questo aveva indotto a credere che diversi fenomeni geologici, come le eruzioni dei vulcani e la frequenza dei terremoti, stavano già spingendo questi animali verso l'estinzione, prima ancora dell'arrivo della catastrofe che sconvolse l'intera biosfera terrestre.
Da sottolineare anche il significato buffo del nome latino della nuova specie: significa letteralmente "pollo del Faraone proveniente dall'inferno" o "pollo infernale", in riferimento al genere di uccelli Neophron rappresentati oggi dal capovaccaio. Questo dinosauro probabilmente si cibava di carogne, come del resto fanno i capovaccaio di oggi, ma non era propriamente un uccello come altre specie già presenti nella sua epoca e che sarebbero poi sopravvissute fino a oggi.