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12 Luglio 2021
12:29

I maschi di taccola si accorgono che la femmina è stressata ma… non la consolano

Un studio, pubblicato recentemente su Royal Society Open Science, dimostra che i maschi di taccola (Corvus monedula) non consolano le femmine dopo un evento stressante, ma al contrario mostrano meno comportamenti affiliativi e visitano meno frequentemente il nido. Perché accade?

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La consolazione è la rassicurazione da parte di un individuo, non coinvolto nel precedente conflitto, verso uno dei due contendenti. È considerato un atteggiamento legato all'empatia e quindi orientato verso l'altro, ossia che ha lo scopo di alleviare lo stato emotivo negativo della vittima. Questo comportamento può essere particolarmente importante per quelle specie che devono mantenere e gestire strategicamente le relazioni sociali, ed è stato dimostrato nei corvidi, canidi e primati non umani. Un team del Centro per l'ecologia e la conservazione dell'Università di Exeter nel Regno Unito si è chiesto se la consolazione si verifica anche in una specie altamente sociale che forma legami di coppia per tutta la vita: la taccola selvatica (Corvus monedula). Data la partnership duratura, l'investimento nella relazione è molto alto, motivo per cui ci si aspetta che la consolazione sia presente. Lo studio, pubblicato su Royal Society Open Science, dimostra, a discapito delle aspettative, che le taccole rispondono all'angoscia del partner, ma non attraverso la consolazione.

Lo studio: i maschi non consolano le femmine

I ricercatori hanno studiato 30 coppie selvatiche di taccole durante la stagione riproduttiva in due siti in Cornovaglia nel Regno Unito. Durante il periodo di incubazione delle uova le femmine di taccola rimangono nel nido, mentre i maschi vanno alla ricerca del cibo per poi portarlo alla femmina. Spesso però, in condizioni naturali, la femmina è sottoposta a fattori di stress: alcuni maschi rivali possono intrufolarsi nel nido e cercare di accoppiarsi violentemente con lei quando il partner è assente. Generalmente la risposta della femmina è cercare di divincolarsi, difendendo il nido e attaccando l'intruso. Per verificare il comportamento del partner dopo che la femmina è stata attaccata, i ricercatori hanno esposto le femmine in incubazione a un fattore di stress, riproducendo i suoni dei maschi rivali e videoregistrato i comportamenti della coppia sia prima che dopo l'evento stressante. Hanno successivamente integrato questi dati con copule extraconiugali avvenute in maniera naturale. Analizzando i video si sono resi conto di un comportamento inaspettato: i maschi, dopo che la femmina era stata esposta al fattore di stress, hanno mostrato meno comportamenti affiliativi e visitato il nido meno frequentemente. Invece di consolarla, suggeriscono i ricercatori, il maschio pensava alla sua sicurezza, evitando il nido diventato ormai un potenziale luogo di pericolo.

Perché le taccole non mostrano questo comportamento?

Le femmine dopo l'evento stressante erano più agitate e questo malessere veniva percepito dai maschi attraverso alcuni segnali comportamentali differenti. Nonostante ciò il comportamento è stato contrario a quello che i ricercatori si aspettavano: i maschi infatti erano meno affiliativi con le femmine, nonostante, essendo monogami per la vita, quella relazione sia per loro molto importante. Una delle possibili spiegazioni è che il maschio non conoscendo la causa dello stress della femmina, ha semplicemente risposto a una potenziale minaccia riducendo il numero di visite.

L'assenza di consolazione in questo studio non vuol dire necessariamente che non ci sia: è possibile infatti che le taccole non mostrino questo comportamento in questo contesto o che lo fanno solo alcuni individui, data l'alta variabilità interindividuale in questa specie dei comportamenti socio-cognitivi. I ricercatori suggeriscono infine che la maggior parte degli studi che dimostrano la consolazione sono stati fatti in libertà o in semi cattività, non tenendo quindi conto dei pericoli che gli animali affrontano in natura. Questi risultati necessitano di approfondimento attraverso ulteriori studi, ma, suggeriscono i ricercatori, sollevano alcune questioni importanti: potremmo star interpretando in maniera troppo antropomorfa il modo in cui le specie gestiscono le loro relazioni sociali?

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