Nel diversificato e sconfinato mondo degli animali esistono modalità, rituali e comportamenti legati al corteggiamento o all'accoppiamento che talvolta sfidano anche le più audaci ed elaborate fantasie. Un esempio emblematico viene offerto oggi da alcune rane velenose sudamericane, dove i maschi, durante "l’abbraccio d’amore" tipico di questi anfibi, infilano un dito nella narice della femmina, molto probabilmente per trasmette in maniera più efficace e diretta i loro feromoni.
Un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Molecular Ecology e condotto da un team di ricercatori guidato dalla biologa Diana Abondano Almeida, ha portato alla luce per la prima volta questa peculiare e curiosa modalità di comunicazione chimica tra le rane dendrobatidi, conosciute anche come rane freccia o del dardo. I ricercatori erano infatti impegnati a studiare la comunicazione chimica negli anfibi, quando hanno notato una serie di comportamenti insoliti nei maschi di alcune rane.
In alcune specie di rane velenose, i maschi presentano infatti un rigonfiamento molto pronunciato su un dito di ciascuna "mano", che diventa ancora più evidente e vistoso durante la stagione riproduttiva. Questo dettaglio, insieme al tipico comportamento noto come amplesso cefalico (nei rospi è invece ascellare), in cui il maschio afferra la femmina per la testa con le dita posizionate vicino alla bocca e alle narici, ha attirato l'attenzione e la curiosità dei ricercatori. La specificità di questa particolare posizione, suggeriva che non si trattasse di una semplice coincidenza.
Gli studiosi si sono quindi chiesti se le dita gonfie dei maschi potessero servire a produrre feromoni, sostanze chimiche usate in molti animali per comunicare chimicamente durante il corteggiamento. Per verificare questa ipotesi, hanno prelevato alcuni campioni di tessuto dalle dita dei maschi di due specie diverse di rane dendrobatidi: Leucostethus brachistriatus e Epipedobates anthonyi. Attraverso alcune analisi molecolari, hanno poi confrontato la quantità di RNA – le copie della sequenza di DNA usate per produrre proteine, inclusi i feromoni – presente nelle dita gonfie e non.
I risultati hanno mostrato che, in entrambe le specie, decine di geni erano coinvolti nella produzione di centinaia o migliaia di volte più RNA nelle dita gonfie rispetto a quando invece non lo erano, ovvero fuori dalla stagione riproduttiva. E secondo Almeida e il suo team, i maschi trasferirebbero questi segnali chimici odorosi direttamente nelle narici o sulla pelle delle femmine attraverso un contatto prolungato: in sostanza, infilandole il dito rigonfio e carico di feromoni direttamente nel naso.
Tuttavia, considerando che tutto ciò avviene già durante l'amplesso vero e proprio, resta ancora da capire quale sia il "messaggio" chimico che i maschi intendono consegnare direttamente nelle narici delle femmine. Questi feromoni, quasi certamente, non sono coinvolti nel corteggiamento, visto che quella fase è ormai superata. Potrebbero servire invece a innescare cambiamenti fisiologici legati magari alla stimolazione o all'accelerazione della deposizione delle uova oppure ancora sul sito di rilascio.
In ogni caso, questa singolare modalità di accoppiamento, non fa altro che confermare ancora una volta quanto abbiamo sottovalutato questi piccoli animali semiacquatici. Storicamente, infatti, gli studi sul corteggiamento delle rane, o in generale negli anfibi, si sono concentrati soprattutto sulle vocalizzazioni e i canti dei maschi. Tuttavia, negli ultimi anni, stanno emergendo sempre più spesso nuovi comportamenti legati anche alla comunicazione visiva, tattile e chimica. Come per esempio le femmine che fanno "l’occhiolino" ai maschi per comunicare la loro disponibilità all'accoppiamento.
Gli autori, sottolineano però che ci sono ancora molti passi da compiere. Sebbene le analisi molecolari suggeriscono che le dita siano specializzate nella produzione di feromoni, studi più approfonditi potrebbero identificare e isolare queste molecole per capire meglio se e come influenzano la biologia e il comportamento delle femmine. Il mondo delle rane velenose ci offre così un nuovo affascinante capitolo della complessa e sottovalutata biologia riproduttiva degli anfibi, fatta anche di dettagli molto piccoli e apparentemente insignificanti.