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29 Giugno 2023
12:15

I mammiferi placentati sono comparsi poco prima che i dinosauri scomparissero

Una nuova ricerca ha confermato che gli animali placentati, di cui anche noi facciamo parte, comparvero sul finire del Cretaceo, poco prima dell'estinzione dei dinosauri.

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Gli euteri, conosciuti maggiormente come i mammiferi dotati di placenta, hanno una lunga storia evolutiva e sono probabilmente fra i vertebrati terrestri di maggior successo dell'attuale biosfera. Per quanto infatti esistano un numero maggiore di specie di uccelli, nessuna specie di queste creature attualmente, anche per colpa dell'uomo, domina diversi ecosistemi, a differenza di altri mammiferi che sono ormai globalmente presenti.

Il rapporto fra mammiferi, uccelli e i loro antenati, i dinosauri, è sempre stato abbastanza complicato e nel corso delle centinaia di milioni di anni che si sono susseguiti dalla comparsa delle due stirpi sono stati diversi i momenti in cui queste creature sono state in diretta competizione per la sopravvivenza.

Prendendo come esempio la fine del Cretaceo, quel momento storico in cui la Terra era bersagliata da diversi cataclismi – dall'eruzioni vulcaniche fino al noto impatto con il meteorite – il rapporto fra questi due gruppi arrivò a uno dei momenti di massima competizione, con i dinosauri e gli uccelli che continuavano a banchettare con i piccoli (rispetto a loro) mammiferi e quest'ultimi che si nutrivano dei cuccioli di dinosauri e delle loro uova.

Una nuova ricerca pubblicata recentemente su Current Biology ha preso in esame però nuovamente questo conflitto, cercando di identificare quali specie si sono evolute nell'ultimo piano geologico del Cretaceo, ovvero il Maastrichtiano, per comprendere meglio ciò che accadde dopo con l'inizio dell'era Cenozoica.

Uno dei problemi maggiormente riscontrati infatti dai paleontologi è la discrepanza che si osserva sotto al profilo fossile della presenza degli euteri prima e dopo l'estinzione dei dinosauri, datata a 66/65 milioni di anni fa. Con l'inizio del Paleocene, la prima epoca dell'era Cenozoica, è possibile osservare numerosi fossili appartenenti a questo gruppo, mentre studiando i sedimenti appartenuti al Maastrichtiano, solo leggermente antecedenti, gli euteri sono del tutto assenti, andando contro a tutte le informazioni derivanti dai dati molecolari che abbiamo a disposizione.

Nel nuovo studio la paleobiologa Emily Carlisle dell'Università di Bristol, insieme a altri colleghi, ha utilizzato l'analisi statistica dei reperti fossili di tutti i mammiferi appartenuti alle due epoche in modo da risolvere questo problema, determinando definitivamente così che gli euteri hanno avuto origine prima dell'estinzione di massa di 66/65 milioni di anni fa e che la loro assenza attuale dai report paleontologici è solo un fenomeno casuale, dovuto alla difficoltà di conservazione degli scheletri delle piccole specie dell'epoca.

Per compiere questa impresa, gli scienziati hanno dovuto riunire ed analizzare migliaia di fossili di mammiferi placentari e confrontare diversi modelli di origine ed estinzione dei diversi gruppi affinché il dato statistico potesse essere considerato effettivamente valido e degno di una pubblicazione.

«Il modello che abbiamo utilizzato stima le età di origine in base a quando i lignaggi compaiono per la prima volta nella documentazione fossile e il modello della diversità delle specie nel tempo per il lignaggio – ha spiegato Daniele Silvestro, paleobiologo dell'Università di Friburgo e autore dell'articolo – Può anche stimare l'età dell'estinzione in base alle ultime apparizioni ed è per questo che si è rivelato anche molto utile per capire quando comparvero quelle specie di mammiferi di cui ancora non abbiamo trovato una traccia fisica nei sedimenti».

Com'erano dunque questi primi placentati che vissero per qualche tempo insieme ai dinosauri e che entrarono in competizione per tutto il Cretaceo e il Paleocene con gli uccelli? Come era la vita, ad esempio, di un gastornis?

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Gastornis divenne una vera spina nel fianco per i primi mammiferi placentati

I primi Euteri non furono molto dissimili dalle specie che li avevano preceduto o da quelle che successivamente avrebbero cominciato ad espandersi per il pianeta, all'inizio del Cenozoico, chiariscono gli scienziati. Erano infatti un po' tutti simili a dei grossi roditori o a degli opossum e risultavano maggiormente competitivi rispetto ai mammiferi precedenti, come i Methateri (i marsupiali) o i Prototeri (i monotremi). Questi animali però riuscivano a mettere al mondo più figli e a risultare più efficienti riguardo l'alimentazione: erano poco schizzinosi e i più grandi potevano persino dissotterrare i nidi dei loro grandi avversari rettili per cibarsene.

Dal punto di vista cranico non erano molto dissimili agli standard degli attuali topi o dei ratti. Probabilmente cominciarono anche a radunarsi e a formare dei grossi gruppi che ampliarono lo spettro delle loro scelte sociali e li portarono a infestare il sottobosco. Alcuni esperti hanno persino pensato che potessero disporre di una parte della responsabilità dell'estinzione dei grandi rettili, visto che erano costretti a nidificare all'altezza del suolo, con la conseguenza che i mammiferi potevano banchettare con una certa frequenza con le loro uova. E fra i lignaggi di placentati che iniziarono ad evolversi in questo frangente storico, ci furono diverse creature che poi dominarono letteralmente il pianeta Terra, strappando ai rettili e agli uccelli il dominio degli ecosistemi.

«Esaminando sia le comparse di nuove specie che le estinzioni, con il nostro metodo siamo riusciti a vedere più chiaramente l'impatto di eventi come l'estinzione di massa della fine del Cretaceo o il periodo di espansione dei mammiferi noto come "Paleocene -Eocene Thermal Maximum (PETM)" – ha affermato il professor Phil Donoghue dell'Università di Bristol, che ha collaborato alla ricerca – È stato così dimostrato che i primati, il gruppo che include il lignaggio umano, così come i Lagomorfi (conigli e lepri) e i Carnivori (cani e gatti) si siano evoluti poco prima della fine del Cretaceo. Significa che i nostri antenati hanno combattuto per un certo periodo di tempo con i dinosauri. Dopo essere sopravvissuti all'impatto con l'asteroide, i mammiferi placentari inoltre si sono rapidamente diversificati, forse spinti dalla perdita della concorrenza dei dinosauri».

Ciò comportò uno dei più grossi sconvolgimenti ecosistemici che la storia della Terra ricordi. Infatti nel corso di poche decine di anni i mammiferi cominciarono a dominare la terraferma, l'acqua e ad iniziare a muovere i primi passi per conquistare anche l'aria, ridimensionando moltissimo la presenza dei rettili e spingendo gli uccelli a rifugiarsi sempre più in acqua o nel cielo, visto che il suolo continuò ad essere "infestato" da piccoli e voraci predatori.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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