I suidi della Sfattoria degli Ultimi saranno abbattuti. L'ordinanza di abbattimento dell'Asl annunciata a Paola Samaritani, fondatrice del rifugio a Nord di Roma, si è concretizzata. Ora i volontari del rifugio che accoglie animali provenienti da allevamenti e macelli hanno a disposizione pochi giorni prima dell'arrivo dei funzionari incaricati di portare via gli animali.
A Kodami Paola aveva spiegato che i funzionari dell'Asl di Roma erano già venuti da lei ai primi di luglio per un controllo relativo alla situazione degli animali e in quell'occasione le avevano comunicato l'arrivo di una ordinanza di abbattimento che avrebbe dovuto essere consegnata ufficialmente nella seconda metà di luglio.
Il provvedimento che doveva imporre a Paola l'abbattimento dei maiali e cinghiali che da un anno e mezzo vivono nel suo rifugio, però, non era arrivato: «Credo sia stato il grande interesse dimostrato dalle persone a ritardare la consegna dell'atto ufficiale», aveva ipotizzato Paola raggiunta da Kodami.
Poche settimane dopo, però, la temuta ordinanza è arrivata. I volontari della Sfattoria non hanno intenzione di arrendersi:«I nostri legali stanno già provvedendo a inoltrare il ricorso al Tar», hanno dichiarato attraverso i canali ufficiali del rifugio.
Con l'arrivo della peste suina africana in Italia sono iniziate massicce campagne di abbattimento nei confronti dei suidi selvatici, che per la prima volta oggi vanno a colpire anche animali ospitati nelle strutture private e registrati alla Banca dati nazionale come "non destinati alla produzione animale".
Per salvarli, numerosi rifugi e santuari che hanno lanciato un appello attraverso i propri canali, tra questi anche Massimo Manni, fondatore del rifugio Capra Libera Tutti. «Quello che sta accadendo alla Sfattoria riguarda tutti noi – ci aveva detto Massimo – Per lo Stato siamo un allevamento fallito, niente di più. C'è un immenso vuoto legislativo che da anni come parte della Rete dei Santuari Liberi chiediamo di colmare. Serve il riconoscimento dei Santuari come strutture diverse dagli allevamenti perché non vengano colpite da simili provvedimenti».
Anche la Lav si è schierata al fianco di Paola e dei suoi maiali: «Chiediamo l'intervento del Presidente della Regione Lazio Zingaretti e dell'Assessore regionale D'Amato perché strutture come quella della Sfattoria di Roma sono anche realtà preziose che offrono una seconda opportunità ad animali sequestrati, vittime di maltrattamenti o sfruttamento, e che svolgono quindi una funzione sociale e pubblica, oltre che educativa, di grande valore. Realtà che si fanno carico di spese che altrimenti dovrebbero essere sostenute dalle Amministrazioni pubbliche».
Ora la Sfattoria chiede alle istituzioni di fermare la macchina del depopolamento, e riconoscere il diverso status di tutti i suidi presenti nei rifugi.