I maiali del Rifugio Cuori Liberi di Zinasco, in provincia di Pavia, stanno per essere abbattuti. Gli operatori dell'Ats della Lombardia sono arrivati nella struttura dove da oltre una settimana i volontari della Rete dei Santuari Liberi sono riuniti in presidio permanente. Le strade che conducono all'ingresso del Rifugio sono state bloccate e in questo momento gli operatori hanno iniziato le operazioni per portare via i suidi allo scopo di abbatterli.
«C'è la Digos e la Polizia, noi restiamo ma ormai li porteranno via. Aiutateci», è l'appello disperato lanciato a Kodami da Sara D'Angelo, coordinatrice della Rete dei Santuari che da oltre una settimana si trova sul posto per tenere alta l'attenzione sul presidio in difesa degli animali. La speranza, che fino a ieri era ancora alta rispetto alla possibilità di salvarli oggi si spegne definitivamente. Le Forze dell'Ordine hanno chiuso gli accessi al Rifugio per evitare l'ingresso di nuovi volontari e attivisti che in queste ore stanno accorrendo nel Pavese per supportare il santuario.
Tutto è iniziato quando nel Rifugio Cuori Liberi sono stati trovati due suini morti, subito segnalati all'autorità sanitaria. Le successive analisi dell'Ats Lombardia hanno confermato che si trattava di peste suina africana, una malattia mortale per i suidi ma non trasmissibile all'uomo, che dal gennaio 2022 sta decimando i suidi selvatici e i maiali degli allevamenti.
Le misure di contenimento della peste suina africana prevedono l'abbattimento di tutti i suini presenti in un allevamento dove ci sono animali malati, e l'erogazione di successivi ristori. Una soluzione però considerata inaccettabile dai volontari si occupano di salvare proprio gli individui sfruttati dall'industria agroalimentare.
Proprio a Zinasco, alla fine di agosto un allevatore aveva omesso di denunciare l'arrivo dell'epidemia nel suo allevamento e la morte di 400 animali, innescando così un focolaio che in breve tempo si è esteso a tutta la zona. Il titolare dell'azienda suinicola oggi è indagato insieme al veterinario.
Nel frattempo, e nonostante le misure di biosicurezza, l'epidemia ha raggiunto anche il santuario, dove in poco tempo sono morti diversi suini. Mentre altri 17, ancora sani, si preparano per essere abbattuti dagli operatori dell'Asl. Tra loro c'è anche Mercoledì, una suina che dopo essersi ammalata e aver affrontato la fase acuta della peste, sempre accudita dai volontari, è riuscita a guarire. Lei insieme a tutti gli altri ospiti animali sarà giustiziata. «Alla luce di questa esperienza – aveva spiegato D'Angelo – vogliamo che i rifugi diventino punti di osservazione della malattia, dove poter studiare in sicurezza gli individui che escono indenni dalla peste suina africana, o che non la prendono affatto».
Ora, però, non sarà più possibile osservare l'andamento della malattia in un luogo diverso da un allevamento. L'Ats ha deciso di intervenire con la forza, rompendo il muro degli attivisti e penetrando nel santuario con le Forze dell'Ordine. Infatti, pur restando ancora valida l'udienza del Tar del 5 ottobre, tutte le sospensive all'abbattimento dei maiali sono state rigettate, e quindi l’ordine di abbattimento è rimasto in vigore.
Ora i volontari chiedono un ultimo sforzo a chiunque si trovi in zona per sostenere il presidio nel momento più difficile.