Il biologo marino Alister Hardy nel 1960 propose una teoria piuttosto curiosa su una delle tappe fondamentali che avrebbe toccato l'evoluzione umana: "l'ipotesi della scimmia acquatica". Hardy sosteneva che un ramo delle scimmie antropomorfe che avrebbe portato poi all'uomo si sarebbe specializzato alla vita acquatica andando a pesca di crostacei e molluschi.
Secondo il biologo sarebbe stato questo particolare adattamento alla vita costiera a spiegare alcuni caratteri distintivi dell'uomo, come la riduzione della pelliccia e il bipedismo.
L'ipotesi della "scimmia acquatica" non ebbe mai troppo successo in ambito scientifico, tuttavia da oggi sappiamo che esiste davvero un primate che effettivamente va a pesca di animali d'acqua dolce. La scimmia acquatica in questione è il macaco giapponese che, secondo un nuovo studio recentemente pubblicato su Scientific Reports, per sopravvivere ai rigidi inverni nipponici se ne va a pesca di trote, insetti e altri invertebrati acquatici. Si tratta della prima prova in assoluto che dimostra il comportamento di pesca attiva in questa specie di primate.
Un primate dalle singolari abitudini
Il macaco giapponese (Macaca fusca) vive esclusivamente tra le montagne dell'arcipelago nipponico dove si è guadagnato il soprannome di "scimmia delle nevi", poiché è il primate non umano a spingersi più a nord e ad altitudini più elevate tra tutti.
I macachi giapponesi fanno spesso parlare di sé, ben nota è la loro particolare abitudine di farsi lunghi bagni caldi nelle sorgenti termali di Jigokudani, a Nagano. Sono inoltre tra le specie di primati più studiate per la loro spiccata socialità e intelligenza.
In un esperimento passato alla storia i ricercatori che studiano questa specie sull'isola di Koshima lasciarono delle patate dolci sulla spiaggia a disposizione delle scimmie per osservarne e studiarne il comportamento. Una femmina di nome Imo iniziò a lavare quelle patate con l'acqua invece che pulirle con le mani come stavano facendo tutti gli altri. Da quel momento anche gli altri membri del gruppo iniziarono a immergerle le patate nell'acqua del mare per pulirle, salarle e renderle più gustose, tramandando culturalmente questo nuovo comportamento alimentare di generazione in generazione.
L'inaspettata dieta invernale del macaco giapponese
Nell'area di Kamikochi all'interno del Parco Nazionale Chubu Sangaku, nelle Alpi Giapponesi, gli inverni sono particolarmente rigidi e lo spesso strato di neve rende davvero complicato trovare da mangiare. In passato è stato già dimostrato che i macachi giapponesi si cibano occasionalmente di pesci trovati spiaggiati o già morti sulle spiagge e considerando che altre specie simili si nutrono regolarmente di animali acquatici i ricercatori hanno voluto approfondire. Hanno perciò analizzato la dieta invernale dei macachi utilizzando il metabarcoding del DNA dei campioni di feci.
Dai risultati è emerso che durante l'inverno i primati si nutrono regolarmente di animali d'acqua dolce catturati nei torrenti, tra cui trote (Salmo trutta), larve e ninfe di insetti acquatici e molluschi. Fonti di cibo sempre disponibili anche quando fa molto freddo e che potrebbero aiutarli a sopravvivere durante l'inverno. Secondo gli studiosi le scimmie catturerebbero attivamente questi animali, probabilmente andando a pesca nelle pozze poco profonde che si formano ai margini dei torrenti. Questo nuovo studio dimostra definitivamente che i macachi giapponesi si nutrono anche di animali acquatici durante la stagione invernale.
La storia di Yakei, la macaca giapponese che ha spodestato il leader maschile del gruppo
Secondo gli scienziati questa particolare integrazione alimentare risulterebbe inoltre particolarmente utile nell'area di Kamikochi, dove le montagne elevate spingono a valle i macachi facendo aumentare la competizione e lo stress per il cibo già di per sé scarso. L'abbondanza di acque sotterranee e sorgenti termali sempre accessibili consentono quindi alle scimmie di ridurre la competizione e di trovare fonti alimentari alternative sempre disponibili. L'etologia e le straordinarie capacità di adattamento della "scimmia delle nevi" continuano a stupire giorno dopo giorno. Dopo che la femmina Yakei è riuscita a prevalere sul dominio maschile e a spodestare il leader del gruppo ora sappiamo che questi singolari primati sono anche abili pescatori.