Con i lupi fortunatamente in aumento in tutta Italia, e spesso vicini anche ai centri abitati, è più che lecito domandarsi se la loro presenza o un possibile incontro ravvicinato possa rappresentare un pericolo per gli esseri umani. Questi affascinanti predatori, purtroppo, si portano dietro una pessima ed esagerata reputazione, dovuta sia a motivi soci-culturali che ai conflitti che in alcuni casi nascono con le attività umane. Perlomeno in Europa, però, i lupi non sono considerati una specie pericolosa per gli esseri umani, tuttavia, trattandosi di animali selvatici predatori, il rischio zero non esiste, soprattutto in determinati contesti e circostanze.
Ecco perché è fondamentale conoscere il comportamento e l'ecologia di questa specie, sapere qual è il suo ruolo all'interno degli ecosistemi e come comportarsi in caso di incontro. Il lupo è un animale schivo per natura e tende a evitare il contatto ravvicinato con la nostra specie. Non considera affatto gli esseri umani una sua preda, per cui non attacca deliberatamente. Nonostante ciò, per azzerare o quasi il rischio di possibile incidenti, è necessario conoscere come vive, qual è il suo rapporto con la nostra specie e cosa bisogna fare (e cosa no) in caso di incontro.
Il comportamento dei lupi
Il lupo (Canis lupus) è un predatore sociale che vive e caccia in gruppi familiari, quelli che vengono definiti branchi. I branchi non sono strutturati con rigide gerarchie di potere o formati da individui dominanti e altri subordinati che lottano tra loro, come si credeva un tempo. La maggior parte dei gruppi, almeno in Europa, sono costituiti invece da una singola coppia adulta monogama e dai loro figli di una o più generazioni, mediamente circa 5 o 6 lupi in totale.
I cuccioli solitamente lasciano il gruppo per fondarne uno proprio appena raggiunta la maturità sessuale, intorno al secondo anno di vita. Può capitare però che restino a stretto contatto coi genitori anche per un periodo di tempo più lungo prima di disperdersi, sommandosi così alle generazioni precedenti di fratelli. In particolari casi con grandi disponibilità di risorse, come accade in Nord America, può perciò capitare che superino anche la decina di unità, cosa molto rara però in Europa.
Il lupo è un predatore sociale attivo soprattutto di notte e al crepuscolo, che caccia in bracco comunicando soprattutto grazie a un sofisticato sistema di vocalizzazioni come l'ululato, posture e segnali odorosi. La sua dieta dipende dalla disponibilità e dalla accessibilità delle prede presenti sul territorio, ma principalmente il lupo si nutre di ungulati selvatici di grandi e medie dimensioni, come caprioli, cinghiali e cervi. Una volta individuata la preda, i lupi si lanciano in un inseguimento frenetico che può durare anche diversi minuti.
La strategia di inseguimento varia in base alle popolazioni di lupi e alle dimensione della preda e richiede enormi capacità di corsa e resistenza, ma sebbene i lupi siano predatori eccezionali, la maggior parte degli attacchi ha di solito scarso successo. La pressione selettiva che il lupo genere sulle popolazioni di erbivori è fondamentale per la salute degli ecosistemi, poiché aiuta a contenere le popolazioni di ungulati, spesso dannosi anche per le attività umane, plasmando e mantenendo sano l'intero ambiente.
Tuttavia, sebbene i lupi tendano a cacciare prede selvatiche, talvolta possono entrare in conflitto, anche duramente, con le attività umane. Soprattutto con gli allevamenti allo stato brado e il comporto zootecnico. Ecco perché è fondamentale conoscerlo per ridurre i conflitti e garantire la sicurezza di tutti, lupi, animali domestici e umani.
Il rapporto tra lupi e esseri umani
Quello tra umani e lupi è un rapporto antichissimo, anche se talvolta conflittuale e turbolento. Del resto, il lupo è da sempre una delle figure animali più iconiche e culturalmente rilevanti per la nostra specie. Basti pensare alle raffigurazioni nell'arte neolitica, o alle mitologie greca, romana e norrena. Per non parlare dei nativi americani, dove il lupo è considerato una vera e propria divinità. Il lupo è stato però a lungo anche perseguitato, e ha rischiato seriamente di sparire per sempre nel nostro paese. Fortunatamente, grazie a maggiori tutele e a campagne di sensibilizzazione, la popolazione si è ripresa molto rapidamente.
Oggi il lupo è una specie particolarmente protetta sia da normative nazionale che da quelle europee, e come tale non si può più cacciare o uccidere deliberatamente. In casi eccezionali, però, la normativa attuale permette di derogare a questo stato di protezione, al fine di ottenere specifiche e puntuali rimozioni in caso di animali considerati "problematici", eventualità finora mai verificatasi, per fortuna.
Anche a causa della ripresa del lupo, così come per l'inarrestabile antropizzazione, la sua presenza può rappresentare un problema per le attività zootecniche. Spesso, infatti, i lupi possono attaccare il bestiame, solitamente pecore, causando anche ingenti danni agli allevatori. Inoltre, quando un branco inizia a specializzarsi negli animali domestici, tende poi a preferire questo tipo di preda, poiché più facile da catturare e abbattere. Proprio per questo, però, esistono sia sistemi di prevenzione, come le recinzioni elettrificate e soprattutto l'aiuto dei cani da guardiania, che risarcimenti economici per gli allevatori che subiscono perdite.
I conflitti con le attività umane sono però un fenomeno complesso, talvolta difficile da risolvere e che soprattutto richiede il supporto di massicce campagne di sensibilizzazione ed educazione, nonché l'aiuto di enti e organi competenti che operano sul territorio. Quando infatti i pastori vengono lasciati soli, i conflitti si inaspriscono, le paure aumentano e le conseguenze negative (bracconaggio, avvelenamento e persecuzioni) ricadono quasi sempre a danno del lupo, che altro non fa che il suo "mestiere", ovvero quello del predatore.
Le paure ataviche per il lupo è infatti dure a morire e hanno radici profonde, spesso frutto di malintesi o falsi miti, antichissime. Oggi, per fortuna, grazie a una sempre più crescente sensibilità e consapevolezza, alcune di queste sono state superate e i lupi stanno rapidamente crescendo di numero. Se ne contano poco più di 3.000 in tutta Italia e gli avvistamenti ci sembrano così numerosi anche perché in pianura ci sono più aree aperte rispetto alle aree boschive e gli osservatori, cioè le persone, sono molte di più rispetto alla montagna. La crescita del lupo è chiaramente è un bene per la biodiversità e gli ecosistemi, tuttavia aumenta inevitabilmente anche il rischio di conflitti e di incontri che occorre saper gestire.
Perché il lupo non è pericoloso per l’uomo?
Anche se il lupo non è considerato pericoloso per la nostra specie, il rischio zero non esiste, regola sempre valida con qualsiasi animale selvatico, soprattutto se carnivoro e predatore. In passato sono stati segnalati attacchi e incidenti con gli esseri umani, tuttavia oggi sono eventi rarissimi e circoscritti a contesti e individui molto particolari. Un lupo tende sempre a evitare il contatto con gli esseri umani, ma chiaramente se messo alle strette da comportamenti inappropriati, se dovesse sentirsi minacciato o in caso di individui particolarmente confidenti e non timorosi dell'essere umano, il rischio di morsi o incidenti può aumentare.
Sapere quindi cosa fare in caso di incontro è perciò fondamentale per ridurre il più possibili questi rischi. Normalmente, un lupo si allontana prima ancora di essere avvistato grazie al suo ottimo senso dell'olfatto e dell’udito. Ecco perché l'incontro con il lupo è estremamente improbabile, ma resta possibile e più frequente lì dove i branchi si sono stabiliti nei pressi dei centri abitati. Nel caso di un incontro ravvicinato, è sempre preferibile un comportamento di rispetto e di buonsenso, e mai ostile.
Allontanarsi con calma e parlare a voce alta, eventualmente agitando le braccia per allontanare l’animale, evitando di correre o tentare di aggredire l'animale con oggetti. Una volta che il lupo si è allontanato, chiaramente non bisogna mai seguirlo, né interferire con le sue attività o intralciare le sue vie di fuga. Se si è a passeggio con un cane, resta improbabile che il lupo si avvicini, tuttavia potrebbe essere un elemento di maggiore rischio.
Proprio per questo, non bisognerebbe mai lasciare il cane libero in zone abitate da lupi (cosa tra l'altro vietata dalla legge), poiché i lupi potrebbero identificarlo come rivale o addirittura una preda, ferendolo o uccidendolo. La convivenza con grandi carnivori come lupi e orsi può essere talvolta difficile, ma se si conoscono le abitudini e il comportamento di questi affascinanti animali e se si lavora soprattutto in ottica preventiva, una convivenza pacifica è più che possibile e dipende esclusivamente da noi.