Il lupo grigio è una delle specie più cooperative e sociali dell'intero gruppo dei mammiferi. Sono ben noti infatti i suoi stili di vita, che si basano sulla collaborazione e l'interazione di interi gruppi familiari. Non tutti i comportamenti di questo animale però sono stati sufficientemente approfonditi e per questa ragione una coppia di scienziati provenienti dall'Università Friedrich Schiller di Jena – Hana Tebelmann e Udo Ganslosser – hanno cercato di indagare quali fossero i meccanismi di ricompensa sociale in due gruppi di lupi grigi europei (Canis lupus lupus).
In un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Animals ,i due scienziati tedeschi hanno infatti mostrato i risultati di un progetto di ricerca che verteva sull'identificazione del feedback o ricompensa sociale di questi animali, ma prima di poter comprendere il loro studio dobbiamo avere bene in mente cosa sia il comportamento prosociale.
L'empatia, la collaborazione e la condivisione delle risorse sono tutti esempi di questa tipologia di comportamento. Semplificando, possiamo asserire che un comportamento prosociale è la tendenza di un individuo nell'aiutare o favorire gli altri, tramite delle azioni mirate a ottenere effetti positivi e benefici per sé stessi e per l'intero gruppo.
Per esempio, ogni qual volta un lupo o un leone aiuta un compagno a procurarsi del cibo o quando gli scimpanzé dedicano parte del loro tempo, tramite il grooming, allo spulciarsi a vicenda, ciascun esemplare spende parte delle proprie energie per aiutare gli altri, ma lo fa anche per assicurarsi in futuro un supporto analogo, utile per ottenere dei vantaggi che migliorano il successo riproduttivo dell'intera specie. La prosocialità si verifica quindi in molti gruppi di animali, anche non sociali, quando l'azione sociale serve a garantirsi maggiori chance di sopravvivenza per il futuro, diventando tra l'altro un fattore cruciale per il successo delle specie che vivono in gruppi familiari molto numerosi.
Per queste specie tale tipologia di "aiuto interessato" risulta essere anche un meccanismo importante per verificare che tutti gli esemplari di un gruppo assumano i giusti comportamenti e che i giovani vengano spinti a coordinarsi con le decisioni prese dagli esemplari più esperti. «Poiché è noto che gli animali che vivono in gruppo traggono vantaggio dagli esemplari dotati di specifiche caratteristiche della personalità come ad esempio l'audacia, che fornisce diversi benefici al gruppo – affermano gli scienziati tedeschi – abbiamo dedotto così che le azioni audaci potrebbero ricevere un supporto sociale maggiore rispetto ad altri comportamenti che portano questi animali a seguire e a proteggere i leader».
Definendo l'audacia in questi animali come la risposta comportamentale in cui il coraggio si dimostra utile nella risoluzione di alcuni problemi, gli esperti hanno deciso di studiarla attraverso l'interazione di alcuni lupi verso nuovi oggetti ed eventi sconosciuti. Successivamente, hanno anche analizzato le risposte e i comportamenti del resto del branco nei confronti degli esemplari più audaci.
«Abbiamo così studiato le differenze nella frequenza di questi comportamenti atti a favorire gli esemplari audaci dopo tre diverse azioni individuali in due gruppi di lupi grigi europei – dichiarano i ricercatori – E tramite le indagini statistiche, abbiamo mirato a delineare lo sviluppo della ricompensa sociale che veniva espressa con comportamenti di apprezzamento verso l'esemplare che si era distinto nell'azione».
Così facendo, gli autori dello studio hanno verificato che le interazioni audaci di molti giovani lupi europei erano seguite molto più spesso dall'apprezzamento da parte degli altri lupi rispetto ad altre tipologie di interazioni, anch'esse utili, come l'attaccamento fraterno nei confronti dei cuccioli e la predisposizione a leccare il pelo degli altri esemplari. Inoltre, con la reiterazione degli apprezzamenti rivolti verso gli esemplari audaci, i lupi attuavano sempre più comportamenti prosociali in loro favore, garantendogli posizioni sociali di rilievo che permettevano all'intero gruppo di sopravvivere meglio al mutamento delle condizioni ambientali o alle stagioni di magra.
Quali sono però i comportamenti prosociali che vengono assicurati a questi esemplari così importanti per il benessere del gruppo? Prevalentemente si sono dimostrati di natura alimentare, igienica e ludica. Ai lupi audaci vengono infatti assicurati i primi bocconi di una battuta di caccia, tendono ad essere oggetto di attenzioni da parte degli altri esemplari e vengono coinvolti più spesso in piccole baruffe nate per gioco, soprattutto dagli adolescenti.
Questo, ovviamente, non comporta necessariamente che i lupi più audaci siano quelli destinati a occupare ruoli sociali gerarchicamente più importanti. Sono anche altri i fattori che spingono i lupi a scegliere un leader. Secondo gli scienziati di Jena, è però importante sottolineare come l'audacia sia una caratteristica fondamentale per questi animali, poiché permette all'intero gruppo di affrontare una lunga serie di minacce e di avere come sostegno – nei momenti in cui la coppia che guida il branco è impegnata nella riproduzione – individui in grado di prendere le giuste decisioni, anche senza l'intervento diretto della coppia a capo del branco.
«Favorire questi individui con ricompense di tipo sociale si dimostra essere dunque una buona strategia – chiariscono i ricercatori – poiché permette a questi animali di avere all'interno della famiglia dei componenti in grado di affrontare al meglio le dure sfide offerte dalla vita selvaggia».
Ovviamente, il livello di audacia espressa da questi individui non deve essere così elevata da spingerli ad azioni che mettono in pericolo il resto del gruppo. Per cui, il livello di audacia di un lupo deve rientrare all'interno di determinati limiti, poiché da solo non basta: per essere efficace deve essere anche indirizzato e gestito con intelligenza verso azioni e comportamenti davvero utili.