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20 Ottobre 2022
12:01

I lupi ibridi trovati in Friuli Venezia Giulia saranno sterilizzati

Una cucciolata di 7 lupi ibridi è stata avvistata nella zona del Tarvisio. Una squadra di esperti si è attivata per sterilizzarli e tutelare la specie dal diffondersi dell'ibridazione.

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Nell'estremo Nord Est delle Alpi italiane, tra la Val Saisera e Malborghetto, in Friuli Venezia Giulia, è nata una cucciolata di lupi ibridi di seconda generazione: la prima di cui si abbia notizia sulle Alpi orientali. La madre è una femmina di lupo di circa un anno e mezzo, mentre il padre è un maschio ibrido proveniente dalla Slovenia.

Nell'ottica di ridurre il rischio che in futuro i giovani lupi si accoppino, favorendo a loro volta la diffusione del fenomeno dell'ibridazione, la Regione ha deciso di intervenire con la cattura e la sterilizzazione dei sette cuccioli, due dei quali hanno il mantello nero come quello del padre, mentre cinque hanno ereditato la caratteristica tinta dei lupi, sui toni del grigio.

A gestire le operazioni è una squadra di esperti coordinata da Paolo Molinari, ricercatore del Progetto Lince Italia, in collaborazione con i Carabinieri del reparto Biodiversità del Tarvisio.

«I cuccioli sono stati individuati per la prima lo scorso mese di giugno e, per non disturbarli, siamo stati sempre estremamente discreti nell'avvicinarci al sito di riproduzione. I ricercatori del progetto hanno posizionato le foto trappole stringendo lentamente il cerchio e, infine, hanno individuato il luogo preciso – spiega Molinari a Kodami – Sebbene siano ibridi, infatti, non sono affatto soggetti più confidenti degli altri lupi: basta un minimo rumore umano per preoccuparli».

«L'ibridazione è più diffusa al Sud, dove cani liberi e lupi entrano più spesso in contatto»

La decisione della Regione Friuli Venezia Giulia di intervenire con la sterilizzazione dei cuccioli è legata al desiderio di proteggere l'intera specie.

«Quello dell'ibridazione è un fenomeno estremamente diffuso nel nostro paese, ma per ora riguarda soprattutto le zone appenniniche. Il maggior contatto tra i cani liberi, padronali o randagi, e i lupi, infatti, rende più frequente l'accoppiamento – spiega l'esperto – A complicare le cose è anche la conformazione geografica del nostro paese che, avendo una forma molto allungata con collegamenti terrestri solo a Nord, non favorisce certo lo scambio con altre popolazioni».

Uno studio condotto dai ricercatori della Sapienza, ha stimato infatti che, nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e nelle zone circostanti dell’Appennino settentrionale, il tasso di ibridazione lupo-cane raggiunga addirittura il 70%.

Salendo verso Nord, invece, il fenomeno diventa via via meno importante. «Sulle Alpi italiane, infatti, dove il randagismo è quasi inesistente, siamo a conoscenza di due soli gruppi di lupi ibridi: uno si trova in Piemonte e l'altro è proprio quello di cui ci stiamo occupando in questo momento nella zona del Tarvisio. Vi è infine un terzo caso, ovvero quello noto in Slovenia».

«La sterilizzazione non ha nulla a che fare con i loro comportamenti che sono come quelli degli altri lupi»

A determinare la decisione di intervenire con la sterilizzazione non è stato in alcun modo il comportamento dei lupi, i quali non hanno mai mostrato alcuna attitudine differente rispetto ai propri simili non ibridi.

«Non bisogna certo immaginarsi sette lupi confidenti, più voraci e aggressivi, come invece si sente dire di tanto in tanto – spiega Molinari – Questi soggetti hanno esattamente lo stesso ruolo biologico degli altri lupi e interagiscono con la fauna selvatica come se non fossero ibridi. Certamente può accadere che alcuni lupi, per via dell'età, mostrino comportamenti più confidenti rispetto ad altri, ma ciò accade in ogni specie selvatica e, soprattutto, anche laddove non vi sia alcuna ibridazione».

Oltre a intervenire con la Il Friuli Venezia Giulia decide di sterilizzare la cucciolata di lupi ibridi del Tarvisio – prima che siano sessualmente attivi – i ricercatori li muniranno anche di radiocollare, in modo da poterne supervisionare gli spostamenti. «Quando abbiamo iniziato a parlane eravamo consapevoli delle complicazioni tecniche della cattura dei lupi in ambiente alpino, ma non immaginavamo le difficoltà legate agli aspetti amministrativi, alla necessità di autorizzazioni e all'individuazione della figura veterinaria disponibile per questo progetto – conclude Molinari – Tutto ciò ha fortemente rallentato il processo. Per quanto ci riguarda, però, siamo pronti e ci auguriamo di poterli catturare e rilasciare quanto prima».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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