I due lupi, scelti a caso tra quelli presenti in Val Venosta, non saranno abbattuti, almeno per il momento. Il Tar di Bolzano ha infatti accolto l'istanza presentate a tempo record dalle associazioni di tutela animale Leal, Leidaa, Oipa e Zampe che danno una mano.
L'ordinanza emessa dal presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, è stata ritenuta illegittima sotto diversi profili. La prima è che il lupo appartiene a una specie particolarmente protetta, «per la quale la normativa sovranazionale e nazionale consente l’abbattimento solo in ipotesi circoscritte e ben individuate», sottolinea il giudice nell'accogliere l'istanza cautelare ante causam delle associazioni.
Raggiunte da Kodami, le avvocate Giada Bernardi (presidente di Zampe che danno una mano) e Rosaria Loprete dichiarano: «Siamo assolutamente soddisfatte. L'ordinanza emessa dal presidente della Provincia Autonoma di Bolzano si presentava carente e chiaramente non era improntata al benessere animale. Inoltre, era stata adottata nella totale mancanza di rispetto dei criteri della proporzionalità».
L'abbattimento era stato voluto da Kompatscher in ragione di nove predazioni da parte di lupi ai danni di 30 capi di bestiame uccisi negli alpeggi nei territori comunali di Malles (frazione di Planol) e Curon. Secondo l'amministrazione bolzanina, gli undici allevatori interessati dagli attacchi avrebbero attuato le misure di protezione del gregge come «pastori, cani da guardia del bestiame, recinzioni elettrificate».
Una precisazione non casuale dato che i lupi, in quanto protetti dalla Direttiva Habitat, possono essere uccisi solo in due casi specifici. Il primo è nel caso in cui rappresentino un pericolo per l'incolumità delle persone, e non è il caso di Bolzano. Il secondo motivo di è l'ingente danno economico derivante dalle predazioni e non evitabile in nessun altro modo. Significa che le persone colpite dal lupo devono dimostrare che la predazione non era evitabile, nonostante tutte le misure di sicurezza attuate.
Un punto importante su cui battono le associazioni animaliste per evitare l'abbattimento casuale dei lupi a Bolzano., come sottolineano Bernardi e Loprete: «L'ordinanza non recava alcun elemento che potesse dare la certezza che i lupi oggetto di abbattimento fossero quelli che avevano effettivamente attaccato le greggi. Ci si chiede anche se i Comuni avessero adottato tutte le misure previste dal piano di prevenzione specifico, e chiediamo che l'amministrazione provinciale riveda il suo modus operandi, smettendo di identificare negli animali le vittime sacrificali per le sue manifeste inadempienze».