Cani e umani sono un binomio sociale più unico che raro, ed è estremamente difficile trovare qualcosa di vagamente simile tra le altre specie animali. Questo rapporto perdura probabilmente da 40.000 anni e si manifesta attraverso relazioni e dipendenze emotive reciproche intense e durature. Buona parte di questi traguardi sociali vengono ricondotti al lungo percorso coevolutivo e di domesticazione che cani e umani hanno condiviso, ma secondo un nuovo studio recentemente pubblicato su Ecology and Evolution, questa straordinaria capacità di dimostrare affetto e attaccamento è molto più antica ed esiste anche nei lupi.
Studi precedenti che avevano provato a indagare e a quantificare le capacità di attaccamento dei lupi verso gli umani, avevano ottenuto risultati scarsi e spesso contraddittori. Ma secondo gli autori di questa nuova ricerca, risulta invece evidente che questa capacità di creare relazioni sociali interspecifiche sia innata anche nei lupi, i parenti selvatici più vicini ai nostri cani.
Per scoprirlo i ricercatori dell'Università di Stoccolma hanno testato 10 lupi europei (Canis lupus) e 12 Alaskan husky in un test comportamentale specificamente progettato per quantificare i comportamenti di attaccamento nei canidi. Tutti gli esemplari coinvolti nello studio sono stati allevati da umani dall'età di 10 giorni fino a quasi sei mesi (23 settimane), e sono stati poi sottoposti al cosiddetto Strange Situation Experiment. Il test, ideato dalla psicologa Mary Ainsworth negli anni 70, serve a studiare le interazioni e le risposte tra un bambino, sua madre e un adulto estraneo.
Riadattato per indagare le stesse dinamiche nei canidi, ha permesso di dimostrare che anche i lupi, se lasciati in stanze con estranei e con le persone che si sono prese cura di loro, scelgono quest'ultime proprio come fanno i cani. I lupi hanno infatti mostrato, in maniera del tutto spontanea, evidenti comportamenti di ricerca, avvicinamento e affiliazione nei confronti delle persone a loro familiari, i cosiddetti caregiver. Esattamente come fanno i cani, cercavano ripetutamente il contatto visivo e fisico, li seguivano e provavano a giocare con loro.
Al contrario, invece, nei confronti degli estranei mostravano evidenti segnali di stress, insicurezza e disagio, come tenere la coda tra le zampe, muoversi nervosamente o restare accovacciati a terra. Era quindi evidente che anche i lupi riconoscevano e preferivano la compagnia di una persona familiare, una capacità sociale spesso considerata esclusiva dei nostri cani. Inoltre, gli studiosi hanno anche notato che, a differenza dei cani, i lupi risentivano molto di più dello stress causato dal test e sfruttavano gli umani a cui erano legati come veri e propri cuscinetti sociali.
Quando i lupi entravano in una stanza con un estraneo, la persona familiare aveva infatti un enorme effetto nel placare i segnali di stress e tranquillizzare l'animale, capacità fino ad ora mai dimostrata prima nei lupi e che avvalora notevolmente l'ipotesi che anche l'antenato selvatico del cane è in grado stabilire legami affettivi ed emotivi molto forti con gli esseri umani. Ovviamente, le somiglianze e le origini comuni tra cani e lupi, possono dirci molto su queste capacità relazionali ed emotive, ma possono aiutarci anche a capire qualcosa in più sulla domesticazione del miglior amico dell'uomo.
Secondo gli autori, è molto probabile che i primi lupi selvatici che hanno mostrato un certo grado di affiliazione e attaccamento verso gli umani, abbiano avuto un vantaggio selettivo enorme rispetto a quelli più diffidenti e schivi, soprattutto nelle prime fasi della domesticazione. È fondamentale però ricordare che questi esperimenti sono stati condotti su animali nati e cresciuti in cattività a stretto contatto con l'uomo. I lupi che vivono liberi in natura sono animali schivi e naturalmente timorosi nei confronti degli umani. Non vanno quindi in alcun modo avvicinati o alimentati, come è giusto fare di fronte a un qualsiasi animale selvatico.
Ma queste straordinarie capacità sociali e affettive, che in natura si esprimo nei confronti dei membri del proprio gruppo familiare, hanno probabilmente giocato un ruolo chiave nell'avviare e facilitare quel lungo percorso che ha portato gli antenati del cane a camminare fianco a fianco agli umani per decine di migliaia di anni. Un viaggio senza fine straordinario che continua ancora oggi.
In copertina il giovane lupo Hendrix. Foto di Christina Hansen Wheat/Università di Stoccolma