video suggerito
video suggerito
15 Dicembre 2023
11:21

I lupi aumentano in Liguria: ora la sfida è la convivenza pacifica con l’uomo

I dati dal Parco Naturale Regionale del Beigua mostrano un incremento di branchi ed esemplari negli ultimi 12 anni: «Urgente e necessario individuare azioni idonee a mantenere la diffidenza del lupo nei confronti dell’uomo».

67 condivisioni
Immagine
Uno degli avvistamenti con le fototrappole del Parco del Beigua

La zona del Savonese, in Liguria, è da tempo conosciuta come terra di lupi e spesso la convivenza con l’uomo è stata al centro delle cronache, anche sulle pagine di Kodami. Le notizie sugli avvistamenti hanno cadenza quasi quotidiana, soprattutto nella zona del Parco Naturale Regionale del Beigua, ente che, grazie a un ampio database di dati raccolti negli ultimi 12 anni, è al lavoro per studiare misure gestionali che, anche alla luce di alcuni spiacevoli episodi, si rendono sempre più necessarie. Il progetto sviluppato dal Parco si chiama “Conoscenza e comunicazione sulla presenza del Lupo e sulle misure preventive per la mitigazione del danno alle aziende agricole” ed è incentrato sui territori comunali di Sassello, Urbe, Stella e Piana Crixia.

«Il lupo è riapparso in Liguria per ricolonizzazione spontanea – spiegano i responsabili del Parco del Beigua – risalendo dall’Appennino centro-meridionale in seguito a un’inversione di tendenza dovuta a più fattori, tra i quali la protezione legale assicurata alla specie, i radicali mutamenti dei territori montani soggetti a spopolamento rurale e l’aumento delle specie preda. Le valli del Beigua sono state le ultime a vedere il ritorno del lupo: i primi indizi risalgono al 1993, ma fino al 2008, nonostante un’assidua frequentazione del territorio, i ritrovamenti di segni di presenza sono stati alquanto occasionali e incostanti nel tempo. L’insediamento di un nucleo stabile nel Parco del Beigua viene confermato solo nel 2009, grazie ai dati raccolti con il progetto regionale “Il lupo in Liguria”».

Immagine

La prima campagna di indagini è stata condotta dall’ottobre del 2011 al gennaio del 2013 utilizzando la tecnica del fototrappolaggio per raccogliere dati su distribuzione, consistenza della popolazione e aspetti riproduttivi. Tra gennaio 2022 e marzo 2023 è stata avviata una nuova campagna di rilevamento che ha interessato 31 siti con un’accurata distribuzione utile anche al confronto dei dati pregressi: 11.221 giornate di attività per un totale di 33.897 file. Oltre 10.319 contenevano contenevano informazioni relative ad animali riconducibili a 8.517 eventi di cattura indipendenti. Gli avvistamenti di lupi sono stati 863, il 7,69% del totale rappresentato anche da volpi, caprioli, cinghiali, lepri e anche gatti domestici e cani. Posizionate anche 23 stazioni per il monitoraggio bioacustico per la documentazione del successo riproduttivo che, però, non hanno dato riscontri legati ai lupi.

Unendo i dati recenti a quelli raccolti tra il 2014 e il 2021 hanno portato il Parco del Beigua a ufficializzare 5.324 osservazioni georeferenziate relative al lupo, 3.509 direttamente riconducibili al Parco del Beigua e alle aree protette connesse. «Confrontando i dati complessivamente raccolti rispettivamente al dicembre 2013 ed al luglio 2023 – aggiungono dal Parco – si evidenzia un incremento dell’areale della specie e della densità delle osservazioni. La situazione è confermata confrontando i dati derivanti dalle attività di trappolaggio video-fotografico condotte nel settore dell’area di studio di Sassello, Urbe e Stella effettuate nei due cicli annuali completi». In base ai dati raccolti si è evidenziato anche un incremento dei territori occupati dal lupo in zona: erano tre nel biennio 2012-2013 e sono tra i 13 e i 15 a luglio del 2023. Nel settore di Sassello, Urbe e Stella sono insediati cinque branchi di lupi mentre almeno un branco frequenta il settore di Piana Crixia. La stima complessiva degli esemplari, quindi, si aggira tra i 23 e i 59 nel primo settore e da uno a quattro nel secondo.

«Diversi aspetti dell’eco-etologia del lupo, che solo dieci anni fa erano ritenuti quasi ‘certezze’, oggi si sono modificati, grazie all’elevata adattabilità della specie nei confronti delle nuove situazioni ambientali – spiegano dal Parco del Beigua – varie evidenze, anche esterne all’area di studio, indicherebbero l’insediamento in territori adiacenti di nuclei con stretti rapporti di parentela, i quali comporterebbero una minore conflittualità, una parziale sovrapposizione dei territori e l’eventuale scambio di individui tra branchi (anche temporaneo). In attesa di conferme adeguatamente referenziate, di ciò va tenuto conto nell’interpretazione dei risultati, in particolare riguardo alla distinzione dei singoli branchi e alle eventuali stime delle popolazioni presenti».

Immagine

L’aumento degli individui, inoltre, ha portato a un incremento degli incontri con l’uomo e non solamente in situazioni di studio o di escursionismo, ma anche tra le case, in zone popolate. Episodi che trovano riscontro nelle testimonianze e anche in casi di predazione di animali domestici. «Diventa urgente e necessario individuare azioni idonee a mantenere la diffidenza del lupo nei confronti dell’uomo – dicono in merito dal Parco – e, contemporaneamente, disincentivare la frequentazione delle aree maggiormente antropizzate e lo svilupparsi di comportamenti confidenti. Obiettivi questi alla base anche del recente progetto “Life wild wolf” che si prefigge di scoraggiare la presenza del lupo nelle aree abitate, gestendo adeguatamente situazioni potenzialmente critiche che si presentano nei paesaggi europei dominati dall’uomo».

«Citando la proposta di ‘Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia’ del Ministero dell’Ambiente – concludono i responsabili del Parco dei Beigua – “la gestione del lupo richiede una scala e una continuità di interventi che è difficile ottenere nel quadro della frammentazione amministrativa sub-nazionale italiana. Le norme nazionali demandano all’applicazione regionale in materia di conservazione e gestione. Le Regioni hanno gli strumenti per intervenire con efficacia, ma la loro azione dovrebbe esercitarsi in forma coordinata all’interno di un sistema efficace di distribuzione di competenze e responsabilità”. Sarà quindi possibile a livello locale attuare determinate azioni gestionali, ma esse non potranno però prescindere da un’adeguata pianificazione sovraordinata”».

La presenza del lupo nella zona del Savonese è stata al centro di diversi episodi testimoniati da Kodami negli ultimi mesi, dall’intervento dell’Osservatorio Savonese Animalista contro l’ordinanza dei sindaci di Rossiglione e Sassello, alla “rinascita” di Elwood, passando per la discussa sentenza in merito all’uccisione della lupa Ventura.

Avatar utente
Pietro Zampedroni
Giornalista
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social