L’impeto quasi rabbioso con cui Tsar abbandona la cassa che lo ha trasportato per ottomila miglia dall’Europa al Sudafrica non lascia dubbi: l’istinto alla libertà non si doma. Non ci sono riusciti i lunghi anni trascorsi in uno zoo ucraino, prima, e poi in una fattoria dove veniva esposto in gabbia per attrarre i turisti. Non ci sono riusciti i due anni trascorsi prima in Polonia e poi in Belgio, nel centro di recupero di Natuurhulpcentrum (NHC), quasi al confine con la Germania, dove Tsai insieme al fratello Jamil hanno vissuto gli ultimi mesi in attesa di essere trasferiti in Sudafrica, accuditi dai veterinari che si sono adoperati di rimetterli in sesto per poter affrontare il viaggio.
L’arrivo in Sudafrica ha spalancato nei due splendidi esemplari un richiamo ancestrale al territorio: gli odori e i colori, ma anche un istinto alla corsa e al territorio, sono evidentemente parte di un DNA che non può essere soppresso con la prigionia.
Per entrambi i leoni, sfuggiti ad un bruttissimo passato di maltrattamenti in Ucraina grazie all’intervento di Born Free Foundation, la nuova casa è ora il Sudafrica e il Big Cat Sanctuary di Born Free a Shamwari un’area destinata all’accoglienza e al ricovero di una cinquantina di felini recuperati da situazioni di disagio e sfruttamento della Shamwari Private Game Reserve, grande safari lodge partner in Sudafrica di British Airways Holidays, che ha donato fondi per coprire tre anni di cure per Tsar e Jamil, nonché il costo delle casse appositamente progettate e personalizzate utilizzate per il trasferimento dei leoni.
«Dopo aver sopportato tanta miseria e difficoltà nei loro primi anni, ora possono vivere il resto della loro vita nel modo più libero possibile, proprio come la natura ha voluto – racconta la co-fondatrice di Born Free Dame Virginia McKenna – L'erba sotto i loro piedi, il sole sulla schiena e l'ombra degli alberi dove possono riposarsi ogni volta che lo desiderano. Non più sfruttati, ma rispettato e amati».
Il viaggio verso il Sudafrica è iniziato venerdì della scorsa settimana quando, entrambe i leoni sono stati caricati nelle casse appositamente realizzate per il loro trasferimento. «I leoni hanno viaggiato prima su strada fino all'aeroporto di Lussemburgo, poi sono partiti per Johannesburg con un volo specializzato, gentilmente offerto gratuitamente dal nostro partner di trasporto aereo Cargolux la compagnia aerea presieduta da Richard Forson che si dichiara «un forte sostenitore del benessere degli animali» e spiega che «il sostegno a progetti come questo riflette il nostro impegno verso la causa. Siamo orgogliosi di poter utilizzare la nostra esperienza di 50 anni nel trasporto di animali vivi per riportare queste maestose creature in un ambiente naturale».
Dopo 10 ore in volo, i leoni sono atterrati in Sud Africa e dopo un primo controllo veterinario sulle loro condizioni di salute da parte del team veterinario di Born Free, è iniziato il viaggio via terra verso il Sudafrica». Il viaggio li ha portati per mille chilometri Johannesburg fino alla Shamwari Private Game Reserve, perennemente controllati dal team che si è fermato regolarmente per controllarli e per assicurarsi che avessero acqua a sufficienza.
Le immagini del viaggio li mostrano attenti, vigili, quasi all’erta nel percepire gli evidenti cambiamenti delle loro condizioni di vita. Gli occhi curiosi sembrano in attesa di vedere i nuovi orizzonti che stanno per aprirsi, quasi consapevoli che qualcosa sta per accadere.
E qualcosa accade quando raggiungono la destinazione, il Big Cat Sanctuary di Born Free a Shamwari: scaricate le casse la squadra li può osservare precipitarsi fuori dalle loro gabbie e lanciarsi nel cespuglio naturale del loro recinto di 2,5 acri. I due leoni, che appena recuperati dall’Ucraina apparivano malaticci e malnutriti e che agli esami veterinari erano risultati carenti calcio e addirittura con evidenti fratture ossee, sembrano invece in gran forma: snelli e scattanti.
«Mezz'ora dopo il loro arrivo e il loro rilascio all’aperto il team di Born Free Animal Care li ha individuati insieme, distesi insieme nel ricovero notturno del loro recinto. Probabilmente questo deve essergli sembrato il posto più sicuro, al riparo dal sole sudafricano. Si prenderanno del tempo per adattarsi alla vista, ai suoni e agli odori della foresta e per ritrovare lo spazio della loro nuova e ampia casa».