La California è uno dei luoghi più visitati degli interi Stati Uniti d'America, per via delle sue numerose spiagge e delle sue varie isole in cui potersi rilassare e prendere in pace il Sole. Quest'anno però ad attendere i bagnanti e i turisti in alcune località durante il ponte del 4 Luglio, festa nazionale dell'indipendenza americana, ci sono stati i leoni marini o otarie della California, che sembrano essere stanti dei sempre più numerosi e fastidiosi visitatori estivi.
Come infatti annunciato da diversi esperti di mammiferi marini, negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi di aggressione procurati da questi animali, che sembrano non apprezzare più neppure la compagnia degli scienziati. Secondo infatti il Channel Islands Marine and Wildlife Institute, un ente di ricerca e di monitoraggio ambientale che opera tra le contee di Santa Barbara e Ventura, sarebbero stati almeno cinque le aggressioni più recenti, nell'arco di meno di una settimana.
Sam Dover, il direttore esecutivo dell'ente di ricerca, ha iniziato anche a profilare tutte persone coinvolte, per far capire ai bagnanti che non si tratta affatto di uno scherzo. Le persone che sono finite in ospedale, fortunatamente con ferite superficiali, sono un surfista, un paddle boarder, un subacqueo che era intento ad effettuare delle riprese panoramiche sull'ambiente sommerso della costa di Orange County e due persone che stavano tranquillamente prendendo il Sole in bikini sulla spiaggia.
In seguito all'allerta, molti giornalisti hanno bersagliato Dover, chiedendo se queste aggressioni potessero essere anche un effetto del bloom algale che sta colpendo la costa e di cui avevamo già parlato. Secondo però la dottoressa Alissa Deming del Pacific Marine Mammal Center di Laguna Beach l'aggressività osservata in questi animali non è collegata alle alghe tossiche. «Questi animali solitamente si imbattono in surfisti e turisti che se si avvicinano troppo o pretendono di scacciarli dal loro quadrato di sabbia rischiano di essere afferrati in male modo e di essere scacciati. I leoni marini infatti non hanno intenzione di avere rapporti con noi e mordono accidentalmente – ha dichiarato l'esperta, continuano a sostenere che è principalmente colpa degli esseri umani se si sono provocati questi incidenti – Se qualcuno li tocca, possono essere infatti iper-reattivi e di riflesso far volare indietro la testa, serrando le mascelle per puro istinto. Non è tuttavia come se stessero attaccando: sono in uno stato comatoso, essendo molto stanchi per via dell'energie sprecate durante la nuotata, e se sono spaventati o vanno a sbattere contro qualcosa, possono mordere, nel tentativo di essere lasciati in pace».
Secondo Dover il bloom algale sta però partecipando a questo processo, poiché l'acido domoico prodotto dalle alghe sta infestando le baie, costringendo i mammiferi come i leoni marini a compiere viaggi più lunghi e dispendiosi energeticamente per raggiungere le aree di caccia per nutrirsi. Il problema principale però è che mangiando i pesci che consumano le alghe questi animali vanno incontro maggiormente a rischi come l'insorgere di danni cerebrali, convulsioni e persino la morte. Bisogna perciò stare particolarmente attenti a quei leoni marini che mostrano sintomi dell'avvelenamento di acido domoico, poiché sono animali più sensibili agli stimoli e che necessitano di un aiuto.
La tossina fortunatamente non colpisce gli esseri umani, se non consumando cibo infetto, ma considerare la sua diffusione nell'oceano può essere molto utile per comprendere il nuovo comportamento di questi animali. Minacciati dalla tossina e stressati per via dei lunghi viaggi, potrebbero aver accentuato la loro intolleranza verso gli estranei in quanto sfiniti per le avverse condizioni ambientali e le fame.
Gli esperti come la dottoressa Daming raccomandano quindi alle persone che hanno deciso quest'anno di andare in vacanza in California di essere vigili sulle spiagge e di stare lontano dai leoni marini, che spesso negli anni scorsi concedevano persino un selfie ai turisti più insistenti. Importante è anche tenere al guinzaglio i propri cani, per non andare incontro a brutti incidenti. «Se le persone danno spazio ai leoni marini – ha osservato la Deming – le possibilità che vengano morsi sono molto basse».
Le persone più a rischio un po' di più sono ovviamente i nuotatori e i surfisti, che possono avvicinarsi ad un animale stremato dalla fatica senza rendersene conto. Per quanto però non si può essere contagiati dalla tossina di acido domoico semplicemente con un morso, gli esperti hanno detto di consultare immediatamente un medico, qualora un leone marino vi mordesse. I morsi possono essere infatti vettori di batteri presenti dalla bocca dell'animale o nell'acqua, e che potrebbero necessitare di antibiotici.
I consigli che però vengono considerati più utili dagli esperti sono quello di ingurgitare il minor quantitativo possibile di acqua di mare mentre si nuota e di non mangiare pesce o frutti di mare provenienti dalle zone infestate dalle alghe. Persino il morso di un leone marino ad una gamba può infatti rivelarsi poca cosa, rispetto all'ingestione della tossina. Questi animali infatti mordono accidentalmente o per allontanare i disturbatori e non imprimono molta forza nel loro morso.
I biologi dello stato assicurano comunque i turisti che stanno facendo di tutto per salvaguardare la fauna marina e per limitare i danni procurati a questi animali. Stanno anche recintando alcune aree, in modo che i leoni marini sani ma debilitati per le lunghe nuotate possano riposare in pace, senza essere disturbati.
Non si sa se i presunti attacchi – o meglio gli incidenti – continueranno anche nel resto della stagione, né si sa se questo comportamento verrà assimilato dai leoni marini anche quando avranno superato questo momento di crisi. Ciò che però credono i ricercatori è che bisogna sempre avere il massimo rispetto dell'animale, anche quando sembra interrompere le nostre giornate di svago.