Le colonie feline di Valle Fontana, un’area vincolata che sorge tra Torrevecchia e Santa Maria della Pietà, nella zona nord-ovest di Roma, sono a rischio. La denuncia arriva dall’associazione Earth, che si è fatta portavoce delle proteste di attivisti per i diritti animali e ambientalisti che da agosto protestano per la decisione di costruire una strada a due corsie in uno degli ultimi angoli di campagna romana sopravvissuti alla cementificazione.
Valle Fontana, un’area tra l’altro vincolata, è ormai da oltre 60 anni la sede di numerosi orti urbani gestiti da centinaia di “ortisti” che si prendono cura del verde e anche di alcuni animali tra cui cani, galline e gatti delle numerose colonie feline che in quest’area hanno trovato “l’habitat” ideale. Ad agosto 2022, però, gli ortisti sono stati sfrattati, nonostante le proteste, per l’avvio dei lavori di una strada a due corsie che – stando al progetto, rimasto tra l’altro nel cassetto per anni e improvvisamente partito- dovrebbe facilitare l’accesso a un esclusivo centro sportivo.
Allo sgombero, cui hanno assistito anche i rappresentanti del Wwf e dei comitati di quartiere contrari a un progetto che prevede una serie di lavori altamente invasivi, tra cui una colata di bitume per circa 1,5 chilometri e la realizzazione di 61 pali per l'illuminazione, è seguito nelle scorse settimane un cartello di divieto di accesso alla zona. Il che significa che nessuno può più raggiungerla.
«In quell’area si trovavano numerosi animali – spiega Valentina Coppola, presidente dell’associazione Earth – Cani e galline che erano accuditi dagli ortisti e anche diverse colonie di gatti, se ne stimano circa 30 per un totale di 180 gatti. Vietando l’accesso agli ortisti e ai tutor delle colonie feline gli animali sono rimasti privi di sostentamento e condannati a morte certa».
Earth ha mobilitato il proprio ufficio legale per inviare una diffida alla Città Metropolitana di Roma Capitale cui è stato intimato di permettere agli ortisti e ai tutor delle colonie feline di avere nuovamente accesso alle aree così da poter accudire gli animali rimasti privi di cibo e acqua. L’altra richiesta è quella di sospendere temporaneamente i lavori per consentire ai volontari di trasferire e mettere in sicurezza gli animali. Se ciò non avvenisse, fanno sapere da Earth e da Attivisti Gruppo Randagio (che segue la vicenda da vicino), «le associazioni procederanno giudizialmente per uccisione di animali».