I ghiri dormono davvero tanto, fino a 9-10 ore al giorno. Dormire è un’attività necessaria a molti animali per poter “funzionare” in maniera corretta. Durante il sonno, infatti, il corpo rallenta le sue funzioni fisiologiche: la temperatura si abbassa, il metabolismo rallenta, la pressione sanguigna si stabilizza e i tessuti si rigenerano. Delle buone ore di sonno consentono inoltre di migliorare la memoria, le nostre capacità creative e di problem solving e anche di renderci più vigili e attenti. Il sonno come fenomeno sembra avere radici evolutive molto antiche e quasi tutti gli animali – chi più e chi meno – possono dormire: dai vermi nematodi agli insetti, dai pesci ai rettili, ma è soprattutto in uccelli e mammiferi che notiamo un sonno vero e proprio, evolutosi probabilmente in parallelo con la loro capacità di mantenere la temperatura corporea costante attraverso il metabolismo, detta omeotermia.
Il detto “dormire come un ghiro” nasce dal fatto che questo piccolo roditore è molto attivo di notte e passa le giornate sonnecchiando, in più trascorrere in letargo circa sei mesi all’anno nella tipica posizione appallottolato a ciambella per limitare la dispersione di calore. I tedeschi e gli spagnoli, invece, per riferirsi ad un dormiglione menzionano la marmotta, altro roditore campione di letargo con cui il ghiro è imparentato.
Sonno e letargo sono però diversi e la terminologia corretta per quest’ultimo è ibernazione: si tratta di un meccanismo adottato in particolar modo da animali di piccole dimensioni (ma non solo) che vivono in climi freddi come in ambienti montani o ad alte latitudini e consiste in un rallentamento controllato delle funzioni metaboliche, che comporta un abbassamento della frequenza cardiaca e della temperatura corporea.
Gli animali omeotermi, volgarmente detti "a sangue caldo", consumano molte energie per mantenere una temperatura corporea costante, quindi, quando un animale va in letargo abbassa la sua temperatura per “consumare meno”, ma senza azzerare del tutto il suo metabolismo. Inoltre, questi animali tendono ad ingrassare per accumulare riserve durante l'estate e l’inizio dell’autunno in modo da avere sempre dei lipidi (il grasso, appunto) da bruciare per continuare far funzionare il metabolismo e arrivare in salute in primavera, stagione che spesso coincide con il periodo degli amori.
Il periodo di ibernazione non è continuo e l’animale si risveglia circa ogni due settimane. Se si tratta di animali gregari, solitamente sincronizzano questi risvegli. Esiste anche il corrispettivo estivo dell’ibernazione, ovvero l’estivazione, ma è molto più rara: un esempio è la chiocciola, che la mette in atto per superare i momenti dell'anno più caldi e siccitosi.
È dunque vero che il ghiro dorme così tanto? Sì, perché non solo va in ibernazione in inverno per ben 6 mesi, ma durante il resto dell’anno può dormire fino a 9/10 ore al giorno. Tuttavia, ci sono tante specie animali che dormono molto di più. Nei mammiferi è possibile stabilire di quante ore di sonno abbia bisogno all’incirca ogni specie, sempre in relazione con il loro metabolismo: in generale, il fabbisogno giornaliero di sonno è più alto per i carnivori, ma diversi erbivori, come i ruminanti, spendono molto del loro tempo da svegli in uno stato di sonnolenza. Inoltre è evidente anche una correlazione inversa tra taglia e ore di sonno: i mammiferi di grandi dimensioni dormono infatti meno rispetto a quelli più piccoli.
Tra gli animali che dormono meno abbiamo i cavalli, con una media inferiore alle 3 ore a notte, seguiti dagli elefanti con un sonno inferiore alle 4 ore e le giraffe con una media di sole 5 ore distribuite durante tutta la giornata. Animali onnivori come gli scimpanzé dormono anche 10 ore a notte, grandi carnivori come i leoni fino a 14, i piccoli scoiattoli arrivano a 15, ma ma gli animali che trascorrono più tempo dormendo sono i pipistrelli: generalmente attivi di notte, alcune piccole specie arrivano a dormire anche 20 ore al giorno. Un essere umano adulto (dai 18 ai 65 anni) dovrebbe, invece, dormire all’incirca 8/9 ore a notte.
Se il sonno è fondamentale per tutti i mammiferi, come riescono le specie acquatiche come balene e delfini a dormire in acqua? I cetacei hanno una capacità incredibile: sono in grado di dissociare l'attività dei due emisferi cerebrali in maniera tale che mentre un emisfero dorme, l'altro rimane sveglio in un cosiddetto sonno uniemisferico che permette di restare sempre vigili per eventuali pericoli subacquei.
Quindi il ghiro, nonostante non sia l’animale che dorme di più in assoluto, tra ibernazione e pisolini diurni, merita in ogni caso la sua fama di animale… dormiglione!