Chiunque abbia un gatto sa bene quali possono essere gli effetti inebrianti e stimolanti dell'erba gatta sui loro compagni felini. Quando un gatto incontra sulla sua strada questa particolare erba inizia ad annusarla, morderla, a strofinarci il viso, fino ad arrivare a sdraiarsi sopra e a rotolare compulsivamente con tutto il corpo su di essa. L'effetto di euforia che questa pianta ha sui felini è ben noto da tempo, ma come e perché le sostanze contenute al suo interno abbiano effetto sui gatti non è ancora del tutto chiaro. Un nuovo studio, però, pubblicato il 20 gennaio su Science Advances ha provato a fare finalmente chiarezza. Il team guidato da Masao Miyazaki ha scoperto che le sostanze chimiche inebrianti delle piante hanno lo stesso effetto che l'eroina e la morfina provoca alle persone. Inoltre, secondo lo studio, lo sfregamento protegge i felini dalle fastidiose punture di zanzara e altri parassiti.
Lo studio sulla matatabi
La matatabi (Actinidia polygama), conosciuta anche come vite d'argento, è una pianta rampicante originaria dell'estremo oriente che contiene principi attivi molto simili a quelli dell'erba gatta (Nepeta cataria). Queste sostanza, chiamata nepetalattolo, è alla base dell'effetto stimolante che queste erbe hanno sui gatti e serve alle piante per tenere lontani pericolosi parassiti come gli afidi.
Per verificare l'effetto che questo potente iridoide ha sui felini i ricercatori hanno offerto questa sostanza, insieme a tante altre, agli animali. Come prevedibile la maggior parte dei gatti ha mostrato interesse esclusivamente per il nepetalattolo. Questo stimolante è talmente irresistibile che persino quando è stata offerta a gatti randagi e altri grandi felini ospitati in cattività la maggior parte di essi ha iniziato a strofinarsi e a rotolarsi.
In un secondo momento gli scienziati hanno poi misurato i livelli di beta-endorfine, gli "ormoni della felicità" che alleviano naturalmente il dolore e causano piacere all'organismo. Hanno così scoperto che i livelli di queste sostanze sono aumentati significativamente dopo l'esposizione. Inoltre i gatti a cui erano stati bloccati i recettori per questi ormoni non si sono affatto sfregati con nepetalattolo. L'esperienza euforica è paragonabile a quella che eroina, morfina e altri oppioidi provocano all'essere umano. Ma basta "lo sballo" a spiegare il valore adattativo di questo diffuso comportamento nei felidi?
Un potentissimo repellente per le zanzare
Alcune immagine dei test effettuati in laboratori e e sui gatti selvatici esposti al nepetalattolo e a un'altra sostanza di controllo. La preferenza è piuttosto evidente. Reiko Uenoyama et al., 2021
Un altra potente reazione che il nepetalattolo causa è quella di allontanare e respingere le zanzare. Per verificare se questo effetto repellente potesse funzionare anche sui gatti hanno esposto alcuni animali sedati e cosparsi col potente iridoide in una camera piena di zanzare (Aedes albopictus). I risultati hanno dimostrato che il numero di insetti che si posava sui felini si riduceva di circa la metà quando il gatto era stato esposto al nepetalattolo. Questa ulteriore scoperta aggiunge un nuovo importante tassello alla possibile spiegazione evolutiva della passione felina per l'erba gatta e altre piante.
Secondo i ricercatori questi risultati potrebbero dimostrare che gatti e altri felini selvatici utilizzino l'auto-unzione del corpo per tenere lontane zanzare e altri parassiti. Questa funzione potrebbe essere molto più importante a livello adattativo del semplice piacere causato dagli stimolanti. Un predatore d'agguato che deve restare immobile e che riesce a tenere lontane fastidiosissime zanzare o pericolosi parassiti ne trae certamente un enorme vantaggio evolutivo. È questa la nuova interessante ipotesi che scaturisce da questa ricerca.
In ogni caso serviranno certamente nuovi studi per approfondire l'irresistibile passione dei gatti per l'erba gatta che, a quanto pare, nasconde molti più segreti di quello che ci si aspettava.