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14 Luglio 2023
9:00

I gatti sentono quando stai per tornare a casa?

I gatti sentono quando stai per tornare a casa. Non ci riescono grazie a un potere soprannaturale, ma grazie alle doti che questi felini hanno sviluppato nel corso della loro evoluzione come la capacità di osservazione e di creare nessi causali.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Sarà capitato a tanti di noi. Rientrate, scendete dalla macchina lasciata nel parcheggio condominiale o la bici sotto il portone di casa e lì trovate il vostro micio, impaziente e miagolante, che sembra vi stia aspettando o che stia arrivando proprio per incontrarvi! Oppure ve lo ritrovate esattamente dietro la porta, anche se avete fatto di tutto per salire le scale in silenzio e girare il chiavistello facendo il minimo rumore. Ma come fanno i gatti a capire, anzi ad anticipare, il momento del nostro rientro?

Che i gatti avvertano l’arrivo del loro umano quando sta per tornare a casa è esperienza comune a moltissime persone che vivono con questi felini. E probabilmente una qualche capacità di fare previsioni in questo senso i gatti ce l’hanno davvero, ma non è dovuta a poteri soprannaturali né a sensibilità fuori dal comune. La dote da chiamare in causa è la capacità di osservazione e di creare nessi causali.

Questione di osservazione

Il tema è affascinante ed è uno dei quelli per cui la tentazione di attribuire ai gatti dei poteri soprannaturali è veramente forte.

In realtà i gatti, come molti altri animali – umani inclusi – hanno un gran talento per percepire le regolarità nell’ambiente. Quando un certo evento si presenta con una certa frequenza e con una serie di caratteristiche che lo rendono ben identificabile, i gatti ci mettono molto poco a riconoscerlo e ad anticiparlo. Riescono ad individuare i nessi causali, a capire chi annuncia cosa e sulla base di questo creano una mappa mentale di come funziona il loro ambiente.

Nessun superpotere

Questa dote, nel corso dell’evoluzione, ha garantito la sopravvivenza: sapere in quale modo si annuncia tipicamente un predatore o una preda, riconoscere i dettagli dell’ambiente che presagiscono la presenza di un pericolo, di un rischio ma anche, allo stesso modo, di un’opportunità da sfruttare, è fondamentale per non cedere all’imprevedibilità dell’ambiente.

Potremmo dire che, se di superpotere si tratta, i gatti hanno sicuramente quello di saper osservare dettagliatamente tutto quel che accade attorno a loro e metterlo in relazione al contesto generale.

Come fanno i gatti a capire quando l'umano sta tornando a casa?

Il fatto che i gatti riescano a “percepire” il nostro arrivo, ha a che fare con un ricco e dettagliato quadro di riferimento che i gatti costruiscono mentalmente e che mettono in relazione con il nostro ritorno. Noi non lo sappiamo e/o non ci facciamo caso ma le nostre vite sono continuamente scandite da regolarità e quando rientriamo c’è sicuramente una certa luce solare, una certa temperatura ambientale, in concomitanza ci sono altri rumori – i nostri vicini, gli abbai di un cane in lontananza -, alcuni li produciamo noi in modo singolare – i tacchi delle scarpe, il ritmo con cui facciamo i gradini, il motore dell’auto, il modo in cui facciamo tintinnare le chiavi – e tutto questo, potenzialmente, si inserisce nella scansione temporale di altri fatti, più o meno grandi, più o meno rilevanti, che noi possiamo o non possiamo controllare, che permettono ai gatti di riconoscere gli eventi e di saperli prevedere.

Del resto, anche gli studi sul senso del tempo hanno dimostrato che i gatti non usano la nostra stessa scala di misura temporale fatta di ore, minuti e secondi ma sanno individuare degli “slot” all’interno dei quali sono attesi certi accadimenti. E’ quindi probabile che quando dimostrano di aspettarci proprio all’ora giusta non lo facciano perché sanno che sono le cinque o le sette né perché una misteriosa energia psichica li collega a noi ma perché hanno individuato degli elementi nel corso della giornata che consentono loro di prevedere il nostro arrivo.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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