Gli odori e le consistenze del cibo sono molto importanti per i gatti, animali in cui il senso dell'olfatto e quello del gusto "tattile" sono molto più sviluppati rispetto a quello degli esseri umani, influenzando anche la loro alimentazione. Per cui verrebbe da chiedersi se i gatti sentono la differenza tra le varie marche di cibo. Può capitare di vedere il micio mangiare di gusto il cibo di una determinata marca e snobbarne un altro, anche se gli “ingredienti” di base sono gli stessi: questo perché attraverso l’olfatto e il tatto sono in grado di rilevare sottili differenze, e mostrare preferenze per alcune marche rispetto ad altre. È quindi importante individuare le preferenze dei singoli individui, così da fornire loro il cibo che più va incontro alle loro esigenze nutrizionali e ai loro gusti: il rifiuto, nel gatto, non è mai dovuto a un capriccio, ma a specifici fattori che è bene conoscere.
Il senso del gusto dei gatti
Il gatto ha infatti una mucosa olfattiva più sviluppata di quella dell’uomo, contro un numero di papille gustative minore, e rispetto al cane ha un senso del gusto più sviluppato per l’amaro (fortemente avversivo) e l’umami, il gusto correlato alla presenza di nucleotidi e tessuti animali e che risponde anche al glutammato monosodico (presente tutt’ora in molti dadi da brodo). Il salato è percepito in maniera minore, mentre manca totalmente la percezione del gusto dolce, perché i gatti non hanno questi recettori.
A influire molto nel gradimento del cibo sono quindi l’odore e la consistenza, di cui si accorge con il cosiddetto “sesto senso” del gusto, ovvero il “senso del tatto” per l’alimento. Per il gatto consistenza, forma, dimensioni e temperatura del cibo sono fondamentali e possono fare la differenza fra l’accettazione e il rifiuto di un determinato alimento. Anche la vista gioca un ruolo importante nella scelta dell’alimento per il gatto, ed è questo il motivo per cui alcuni alimenti commerciali propongono crocchette di colori distinti.
Masticazione, forma, struttura e gusto giocano invece un ruolo fondamentale nella palatabilità dell’alimento, che porta poi il singolo animale a rinnovare o meno la sua scelta per quell’alimento. Lo stesso gusto, in forme diverse, può insomma essere apprezzato o disprezzato: non è un caso che gli alimenti per gatti abbiano forme diverse, e che in molti casi siano a punta, forma che stimola la sensazione di gusto “tattile” nell’animale e che ricorda
Esistono marche migliori di cibo per gatti e altre da evitare?
La regola “aurea” per scegliere il cibo per i gatti è che, in generale, non può costare troppo poco. Questo perché gli alimenti per gatti devono contenere tante proteine di origine animale, e non possono dunque avere prezzo troppo basso. Esistono, quindi, marche migliori o peggiori, ma per individuarle al meglio è importante controllare sempre la lista degli ingredienti, che vengono elencati su scala decrescente: il primo ingrediente è quello presente in maggiore quantità. Al primo posto, dunque, deve esserci sempre la proteina di origine animale, seguita dai cereali, che non devono essere parcellizzati, ovvero non devono essere divisi per tipologia: se si trova “carne” e poi “cereali”, significa che la carne è un quantità maggiore rispetto ai cereali, mentre se si trova elencato “carne” e poi “riso” e “frumento”, “mais”, è altamente probabile che la quantità di cereali superi quella della cerna.
Quando si parla di cibo umido, inoltre, è bene ricordare la differenza tra cibo complementare e cibo completo. Molti degli alimenti che si trovano in commercio sono infatti complementari e non completi. E se gli alimenti che riportano in etichetta la dicitura “completo” sono in grado di soddisfare tutti i requisiti nutrizionali di un gatto per quella fascia di età, i complementari no. I rischi quindi nel dare cibo complementare confondendolo con completo sono carenze nutrizionali di vario tipo, a seconda dell’alimento.
La dieta del gatto deve essere infatti prima di tutto sicura, cioè non deve danneggiare la loro salute, nel breve o nel lungo termine, ad esempio perché contiene microrganismi, sostanze tossiche o pericolose, e poi deve essere completa e bilanciata, ovvero deve garantire che siano presenti le giuste quantità di nutrienti, per evitare carenze o eccessi.
Oltre alle caratteristiche insite dell’alimento, bisogna poi tenere a mente quelle del singolo gatto e del suo sistema famiglia, ovvero noi che li accompagniamo. Una dieta casalinga, per esempio, richiede tempo ed energie, e se fatta male per mancanza di tempo è più dannosa che utile, ed è meglio prediligere un buon alimento industriale. I gatti inoltre, essendo carnivori ristretti, hanno un metabolismo che mal si adatta ai carboidrati. I gatti casalinghi solitamente li assumono, ma a lungo andare possono subentrare problemi, il che significa che, se possibile, andrebbe preferita una dieta fresca no carb. Anche la salute, ovviamente, gioca un ruolo importante quando si parla della scelta del cibo. Gatti con problemi renali o di diabete, gatti obesi o che soffrono di altre patologie dovrebbero seguire una dieta personalizzata da mettete a punto insieme con un veterinario nutrizionista che esami con attenzione il singolo caso.