Chi convive con un gatto sa quanto siano difficili i suoi gusti, a volte quasi impossibili. Per questo è normale chiedersi come sentano i vari sapori degli alimenti e in base a cosa orientino le loro scelte. Ebbene, il gatto è in grado di percepire i sapori in modo molto simile al nostro, anche se non identico. È solo estremamente selettivo!
Come funziona il gusto nei gatti
Il senso del gusto del gatto funziona, da un punto di vista anatomico e biochimico, in modo estremamente simile al nostro. All’interno della sua bocca, infatti, sono presenti le papille gustative, destinate a raccogliere le molecole provenienti dal cibo per essere analizzate dai calici gustativi, delle cellule specializzate. È interessante sapere che le papille gustative in realtà non sono presenti solo sulla lingua, come spesso si pensa, ma anche in molte altre parti della bocca del gatto.
Una volta che il cibo, anche grazie alla saliva con cui viene impastato, libera delle molecole, queste vengono percepite e tradotte in impulsi elettrici, per viaggiare nei neuroni fino al cervello del gatto. È solo a questo punto che l’informazione viene decodificata e analizzata, per essere poi catalogata in “gradito” o “sgradito”.
Durante questo processo, non è solamente il gusto però ad essere stimolato. Anche l’olfatto è fondamentale: mentre mangia, il gatto continua a respirare e, nell’espirare, porta molecole volatili nelle narici, dove vengono lette e interpretate anche dai recettori olfattivi. Per questo un gatto con problemi ricorrenti alle vie respiratorie tende ad essere particolarmente svogliato nel mangiare: nulla ha sapore, si potrebbe dire. E anche questo noi esseri umani lo abbiamo imparato bene, soprattutto negli ultimi anni, con l’anosmia tipica dell’infezione da SARS COV 2.
Non è tutto però. Il gatto, come anche noi esseri umani, presenta in bocca anche dei recettori tattili, le papille meccaniche. Questi recettori, al contrario dei precedenti, sono deputati a “leggere” la consistenza del cibo. Nel caso del gatto l’esperienza di forma e consistenza è fondamentale nel determinare se un cibo piacerà o meno, per cui dobbiamo tenerne conto.
Quali gusti percepiscono i gatti?
Ogni cibo che il gatto ingerisce fornirà un’esperienza a livello di diversi tipi di recettori per il gusto e l’olfatto del gatto. Vediamo però quali sono i gusti che realmente percepisce il gatto e se sono in generale graditi o meno.
Salato: gradito
In generale, uno dei gusti che il gatto preferisce, anche se forse un filo meno del cane, è il salato. Il sale infatti è composto da 2 elementi essenziali per la vita: il cloruro e il sodio. Per questo, quando viene incontrato negli alimenti, genera sensazioni di piacere, a meno che ovviamente non sia in quantità eccessive.
Acido: sgradito in generale, a volte gradito
L’acido è un gusto molto particolare, che in generale non è particolarmente amato dal gatto. Al contrario noi esseri umani amiamo in generale l’acido, presente nella frutta e in molti prodotti vegetali. Fatto molto particolare però è che l’acido a volte, in piccole quantità, può risultare gradito al gatto. Non è però la norma!
Amaro: sgradito
L’amaro è il gusto che più ci differenzia dal gatto. Mentre molte persone infatti amano i cibi amari (carciofi, cicoria o altri sapori simili), il gusto amaro è il più avversivo per il gatto. Questo meccanismo biologico naturale viene legato in generale al fatto che in natura molte tossine vegetali hanno un sapore amaro.
Dolce: non percepito!
Quando ne parlo con i miei clienti, mi rendo conto che molti rimangono a bocca aperta, ma è proprio così: il gatto non è in grado di percepire il gusto dolce. Anche questa particolarità affonda le basi nell’evoluzione del gatto, un iper-carnivoro, assolutamente non adattato in natura a mangiare zuccheri, responsabili di attivare i recettori per questo gusto.
In alcuni casi però è possibile che i gatti vadano pazzi dei dolci, ma come è possibile se quello che abbiamo appena detto è vero? Questa particolarità è legata al fatto che, come dicevamo, nessun cibo presenta un solo sapore. La maggior parte dei dolci, infatti, oltre al gusto dolce, hanno anche grandi quantità di grassi, che in generale risultano graditi al gatto, come a noi esseri umani.
Umami: molto gradito
Il gusto umami, presente anche nell’essere umano, dove svolge però un ruolo meno importante, è determinato dalla presenza di nucleotidi nel cibo che stiamo ingerendo. Tradotto significa dalla presenza di tessuti di origine proteica. Come è possibile immaginare, questo gusto è particolarmente sviluppato nel gatto, che da bravo cacciatore, percepisce in modo molto positivo e attrattivo il gusto umami.
Piccante: sgradito
In linea generale, il cibo piccante è sgradito al gatto, essendo legato a percezioni che non sono veramente di tipo gustativo, ma a recettori termici. Le molecole responsabile del gusto piccante (più correttamente pungente) sono infatti in grado di stimolare questi recettori, simulando un aumento della temperatura locale. Quasi tutti i cibi piccanti sono di origine vegetale, dove svolgono un ruolo di protezione della pianta, come per altre tossine. Per tutti questi motivi in generale il piccante è molto sgradito al gatto.
Le differenze tra il gusto dei gatti e quello degli umani
Come visto sopra, i nostri gusti non sono così diversi dai loro. Anche noi percepiamo i diversi sapori e anche se ad alcuni esseri umani può piacere molto anche l’amaro e l’acido, è sicuramente più comune amare ad esempio il salato. La grande differenza è però nel gusto dolce, che risulta totalmente non percepibile dal gatto.
Inoltre, il gusto umami è estremamente gradito al gatto, che in generale lo ama sopra a tutti gli altri sapori. Nell’essere umano invece questo gusto è meno percepito ed è sicuramente meno importante per la scelta finale del cibo.