I gatti rossi hanno sempre esercitato un fascino particolare, diventando protagonisti di numerose teorie, credenze e superstizioni nel corso della storia. E sebbene per cani e gatti l'influenza della genetica sul carattere è generalmente molto ridotta, e la personalità viene modellata soprattutto dalle esperienze di vita e dall'ambiente circostante, alcuni tratti somatici potrebbero essere legati all'evoluzione di alcune inclinazioni, che possono in qualche modo influenzare anche il comportamento. E nel caso dei gatti rossi, una teoria intrigante collega la loro particolare esuberanza ai Vichinghi.
Molti gatti rossi sembrano avere un carattere particolarmente estroverso e attivo. Anche se non esistono prove scientifiche definitive che confermino che i gatti fulvi siano più esuberanti e vivaci, il biologo e esperto di comportamento felino Roger Tabor ha recentemente suggerito in un'intervista rilasciata alla BBC che questi gatti potrebbero aver ereditato questo tratto caratteriale propria grazie ai temibili guerrieri norreni. Tutti i gatti rossi devono infatti il loro colore a un particolare gene legato al cromosoma X, responsabile della produzione di feomelanina, il pigmento rosso.
Questo gene è così dominante da oscurare tutti gli altri possibili colori ereditati dai genitori. Per essere rosso, un gatto femmina deve ereditare due copie del gene, mentre per i maschi ne basta anche una sola, il che significa che è più comune trovare un gatto rosso maschio rispetto a una femmina. Inoltre, i gatti rossi maschi sembrano essere anche mediamente più grandi delle altre razze, fatta eccezione per quelle selezionate proprio per le enormi dimensioni come per esempio il Maine Coon.
Il collegamento tra gatti rossi e Vichinghi è merito di uno studio genetico pubblicato ormai nel lontano 1977 da Neil B. Todd. La mappatura della diffusione di questo gene ha rivelato una forte presenza in aree con insediamenti vichinghi, sia in Europa che nel Regno Unito. Gli esperti ritengono che i Vichinghi abbiano portato gatti rossi dalla Turchia e dalle regioni circostanti il Mar Nero fino alla Scandinavia e ai loro insediamenti in Gran Bretagna, forse proprio per merito del suo carattere particolarmente esuberante.
Secondo Tabor, infatti, "l'archetipo del gatto rosso" potrebbe essere stato influenzato e accentuato proprio dai Vichinghi e dal loro stile di vita, che avrebbero modellato anche le abitudini dei felini domestici che vivevano con loro. Il fatto che la maggior parte dei gatti rossi siano maschi, potrebbe inoltre aver contribuito a enfatizzare e alimentare la percezione del loro comportamento "da duri". La teoria che i gatti rossi siano più estroversi potrebbe quindi affondare le radici nelle loro origini genetiche e nell'influenza dei Vichinghi.
Sebbene manchino prove scientifiche certe, è comunque affascinante considerare come le migrazioni umane e gli incontri tra culture possono influenzare persino la storia e il comportamento dei nostri amati felini. Sappiamo in ogni caso che l'ambiente domestico e le interazioni con gli esseri umani hanno un impatto significativo e predominante sullo sviluppo comportamentale e della personalità dei gatti. Come tutti i felini, anche i gatti rossi possiedono infatti personalità uniche legate alle loro esperienze di vita, che sia in parte merito dei Vichinghi oppure no, questo resta un dato di fatto.