Il gatto con cui conviviamo da circa 9.500 anni non è poi così diverso dall'antenato selvatico da cui deriva, soprattutto se lo confrontiamo con l'evoluzione del cane. Il processo di autodomesticazione del micio è infatti molto più recente e questo fa sì che le differenze morfologiche siano minime e il comportamento alimentare sia ancora molto legato alla sua natura di cacciatore e predatore solitario. Se vivete in una casa in campagna, dove il gatto è libero di uscire e rientrare quando vuole, vi sarà infatti probabilmente capitato di vederlo tornare con un topolino o un uccello in bocca.
Non è inoltre neanche molto facile dare al gatto un'alimentazione corretta in quanto è un carnivoro stretto e poco adattabile a diversi tipi di alimenti. Una nuova ricerca pubblicata su Ecosphere dimostra però che i gatti domestici, che cacciano prede selvatiche, lo fanno principalmente per istinto predatorio e non per alimentarsi davvero e ricavarne il fabbisogno energetico, preferendo invece il cibo somministrato dai loro pet mate.
Lo studio: i gatti cacciano per istinto, non per fame
I ricercatori hanno reclutato persone che vivevano con un gatto che regolarmente predava animali selvatici, attraverso i social, i video e la stampa. Hanno poi chiesto loro di rispondere a un questionario riguardo le generalità e le abitudini di caccia del micio e di registrare e congelare tutte le prede portate a casa. Successivamente, hanno analizzato le sezioni muscolari delle prede e i baffi di 82 gatti per verificare i rapporti isotopici stabili e capire quanto effettivamente consumavano gli animali selvatici che catturavano.
I risultati sono stati molto interessanti: i gatti infatti consumavano quantità piccole di cibo selvatico, circa il 3-4%, mentre si cibavano principalmente del cibo fornito dai loro pet mate che costituiva circa il 96% della loro dieta. Inoltre, hanno chiesto ai partecipanti di sperimentare alcuni metodi, per un determinato periodo di tempo, atti ad evitare il successo della predazione sugli animali selvatici.
I trattamenti erano in tutto 5: un collare con un campanello attaccato, lo stesso collare con copertura Birdsbesafe che avverte gli uccelli della presenza del gatto grazie al motivo arcobaleno ben visibile da questi animali, la somministrazione cibo senza cereali ma con proteine animali, cibo secco fornito in un gioco interattivo chiamato "mangiatoia puzzle" e il dover trascorrere almeno 5 minuti al giorno a giocare con degli oggetti insieme al gatto.
Anche in questo caso i risultati sono stati interessanti: somministrare cibo ad alto contenuto di carne e giocare con il gatto hanno indotto i mici a ridurre la cattura e il riporto delle prede selvatiche. La copertura del collare Birdsbesafe è stato però il fattore che ha inciso maggiormente: con questo dispositivo i mici hanno ridotto la cattura e il riporto degli uccelli di ben il 42% e la presenza di queste prede nella dieta è scesa dall'11,3% al 4,7%.
La copertura del collare Birdbesafe può salvare gli uccelli selvatici dalla predazione
Questa ricerca è molto importante perché dimostra che le prede selvatiche non contribuiscono in maniera significativa al fabbisogno energetico dei gatti, rappresentando solo una piccola parte della loro dieta. Al contrario, i mici fanno affidamento principalmente sul cibo che gli viene somministrato dal pet mate, il che è un ottima scoperta in quanto la caccia ha conseguenze potenzialmente deleterie sia per gli ecosistemi che per le specie.
Inoltre, gli uccelli canori hanno subito un drastico declino negli ultimi 50 anni solo nel Regno Unito, dove è stata effettuata la ricerca, motivo per cui è consigliabile arginare il successo nella predazione da parte del gatto. I ricercatori suggeriscono quindi che somministrare cibo ricco di proteine animali e giocare con il gatto possono essere due fattori che riducono il successo della caccia del micio, così come anche il collare con copertura Birdsbesafe, che ha ridotto sia la frequenza di cattura che di riporto degli uccelli.
L'utilizzo di questo strumento può quindi essere un mezzo efficace per evitare l'uccisione degli uccelli, ma non dei mammiferi. Nonostante ciò, suggeriscono i ricercatori, alcune organizzazioni per il benessere degli animali mostrano ancora riserve sull'applicare collari ai gatti, preoccupati per la loro salute e per la dispersione dell'oggetto nell'ambiente.