Con l'approvazione dell'emendamento ribattezzato "caccia selvaggia" il Governo ha aperto le porte delle città a doppiette e cacciatori. Il provvedimento, voluto dal partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prevede di fatto la possibilità di sparare agli animali anche in aree protette e urbane fuori dalla stagione venatoria, il tutto giustificato dalla gestione e dal contenimento dei selvatici considerati problematici, come i cinghiali.
«I fucili stanno arrivando in città e ogni luogo diventerà terreno di caccia», è il messaggio lanciato in risposta dalla LAV nel video di presentazione per la campagna "No alla caccia in città". La Lega Anti Vivisezione, insieme a tante altre associazioni ambientaliste e animaliste supportate anche da una grossa fetta della comunità scientifica, fin da subito hanno duramente criticato questa legge, considerata antiscientifica e pericolosa per la fauna e i cittadini, come risulta dal video di campagna della Lav, in esclusiva su Kodami, in cui la giornalista Zeina Ayache è andata in giro per le strade di Roma a chiedere direttamente ai cittadini cosa ne pensano.
«Questa modifica consente esplicitamente di sparare all'interno della città e dei parchi nazionali, contro qualsiasi specie animale e per tutto l'anno – spiega a Kodami Massimo Vitturi, responsabile LAV – Area Animali Selvatici – È sufficiente solamente un atto della Regione che dice, per esempio, "dobbiamo sfoltire i colombi in piazza" e si può sparare. Non c'è stata nessun tipo di discussione su questo provvedimento. È stato inserito nella Legge di Bilancio di fine anno perché doveva essere approvato a tutti i costi e così è stato».
Questa pesante deregolamentazione dell'attività venatoria arriva infatti in un momento politico particolarmente rovente sul tema caccia, in cui il Governo Meloni e diversi suoi esponenti hanno più volte teso la mano al mondo venatorio, spingendo verso un maggiore coinvolgimento dei cacciatori nella gestione ambientale e faunistica e persino verso l'apertura di eventuali abbattimenti anche nei confronti di specie protette come l'orso e il lupo, senza coinvolgere in alcun modo gli esperti del settore.
«L'emendamento ha eliminato completamente la possibilità di attuare metodi preventivi non cruenti, prima invece previsti. Tutto spazzato via – sottolinea Vitturi – Analogamente, ora non è più necessario nemmeno il parere di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ndr), dal quale una Regione poteva discostarsi solamente a fronte di un’istruttoria. Ora questo parere è stato cancellato e sostituito da un semplice "sentito ISPRA", che è palesemente un modo per aggirare il controllo scientifico».
L'azzeramento del contributo scientifico ha innescato forti reazioni anche da parte del mondo accademico, dell'organizzazioni di categoria, e di zoologi e naturalisti esperti che preoccupati hanno sottolineato come il provvedimento non servirà a ridurre il numero di ungulati e potrebbe persino impattare sulle altre specie, in palese contrasto con tutte le norme e le leggi che tutelano la fauna in Italia e in Europa.
«Prima venivano effettuati piani di abbattimento selettivi, specie specifici e per classi di età. Ora anche questo è stato rimosso per favorire i cacciatori amanti della braccata, che la stessa ISPRA, anche con l'ultimo report, ha sottolineato non essere efficace – spiega ancora Massimo Vitturi – La braccata anzi destruttura le popolazione e stimola una risposta riproduttiva nei cinghiali, impattando anche sulle altre specie. Il rischio di entrare in contrasto con le leggi e le direttive comunitarie che tutelano la fauna (Come le Direttive Habitat e Uccelli, ndr) è alto. La Commissione Europea ha già chiesto chiarimenti al governo su questo nuovo assetto normativo e su come questo garantirà le tutele previste dalle direttive. Ma per ora non è dato sapere come e se c'è stata una risposta».
Autorizzando la caccia sempre, ovunque e a qualsiasi specie, persino a quelle protette, gli emendamenti favorirebbero il bracconaggio e incrementerebbero soprattutto i rischi per i cittadini sul territorio. «Solamente tra settembre e gennaio, in meno di 5 mesi, ci sono stati 60 feriti e 19 persone uccise dalle armi da caccia. Con i cacciatori che potranno entrare in città, parchi nazionali e sparare tutto l'anno, cosa succederà? Non si potrà nemmeno più passeggiare in sicurezza nei parchi, un tempo considerati veri santuari della natura – conclude Vitturi – Con questa campagna vogliamo quindi raccogliere le firme dei cittadini che andremo a depositare per chiedere a prefetti e sindaci di vietare la caccia nella città. Sarà una richiesta dei cittadini che pretendono che sia garantita la sicurezza e metteremo in atto in atto ogni possibile iniziativa».
Secondo le associazioni, dopo l'approvazione dell'emendamento "caccia selvaggia" non sono più solo gli altri animali a essere in pericolo, ma anche tutti i cittadini che dovessero trovarsi a portata dei fucili. La petizione della LAV per fermare questa legge può essere firmata direttamente sul sito e durante il fine settimana 1-2 aprile, con i volontari che saranno presenti in diverse località in tutta Italia. Sabato 15 aprile, inoltre, ci sarà una manifestazione nazionale a Roma organizzata da Alleanza Animalista. Anche LAV aderirà all'iniziativa.