I fratelli Gabriele e Marco Bianchi, condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, finiscono a processo con l’accusa di maltrattamento e uccisione di animali.
I due avevano aggredito e ucciso a calci e pugni il giovane cuoco di Paliano nel centro di Colleferro, Comune del Frusinate la notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020. La procura di Velletri ha ora disposto la loro citazione in giudizio e la prima udienza del processo si terrà il 13 giugno. A presentare denuncia era stata l’Enpa, attraverso l’avvocato Claudia Ricci, facendo riferimento a due episodi distinti che avevano al centro una pecora e un uccello. Nel corso dell’inchiesta sull’omicidio di Willy, infatti, i Carabinieri avevano trovato sugli smartphone dei due fratelli di Artena alcuni video in cui si erano ripresi mentre si accanivano sui due animali, prima torturandoli e poi uccidendoli a colpi di fucile.
Per i pubblici ministeri i Bianchi, appassionati di arti marziali miste, «si stavano allenando a uccidere». E per farlo prendevano di mira creature più fragili e deboli su cui sfogavano la loro brutalità, riprendendo la scena e poi vantandosene poi con gli amici in chat.
La denuncia delle associazioni e la richiesta di rinvio a giudizio
Con la diffusione della notizia del ritrovamento dei video, le associazioni di tutela dei diritti animali avevano invitato i pm a rinviarli a giudizio, rilanciando l’appello a inasprire le pene per questa tipologia di reati, a oggi puniti con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro (i maltrattamenti) o con la reclusione da quattro mesi a due anni (l’uccisione). A novembre 2022 la procura di Velletri li aveva iscritti nel registro degli indagati, e oggi è arrivata la notizia del rinvio a giudizio.
«La Procura nella citazione a giudizio dei due imputati ha riconosciuto la crudeltà con cui hanno cagionato la morte della pecora e dell’uccello. È molto importante – ha detto Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – e per questo con il nostro ufficio legale denunciamo sempre, non solo perché è giusto che costoro paghino anche per questi orribili reati ma anche perché ancora una volta emerge una realtà che l’Enpa solleva da sempre in tutti i fori e di cui si parla ancora troppo poco: coloro che torturano e uccidono gli animali sono le stesse persone che poi si scagliano con violenza sugli esseri umani. È ora che venga riconosciuta la pericolosità sociale delle persone che maltrattano e uccidono gli animali».
Il maltrattamento degli animali e il link con la pericolosità sociale
Di maltrattamento e uccisione di animali come campanello d’allarme e spia di pericolosità sociale su Kodami abbiamo già parlato molto, soprattutto in relazione ai fratelli Bianchi. La relazione esistente tra la violenza sugli animali e quella sugli essere umani, il cosiddetto “link”, in Italia è stato affrontato da una delle voci più autorevoli nel capo della zooantropologia della devianza, ovvero Francesca Sorcinelli, fondatrice e presidente di Link-Italia, che con la sua associazione si batte anche per vedere riconosciuti i diritti degli animali a livello sociale e giuridico. Sorcinelli ha firmato numerose ricerche e studi che analizzano la correlazione tra violenza sugli animali e sulle persone, identificando il maltrattamento e l’uccisione degli animali come «sintomo di una situazione esistenziale patogena ed efficiente indicatore di pericolosità sociale».
Una spia che andrebbe tenuta altamente in considerazione sia dalle forze dell'ordine sia dall'autorità giudiziaria nel corso delle indagini, approfondendo episodi che riguardano torture, sevizie, maltrattamenti e uccisioni di animali: «La mancanza per lungo tempo dello studio scientifico del link nel nostro paese ha portato ad una diffusa non conoscenza e/o estrema sottovalutazione della pericolosità sociale del maltrattatore e/o uccisore di animali – ha spiegato Sorcinelli – In alcuni casi l’orizzonte di senso comune è addirittura gravemente dissociato dalla realtà tanto che gli addetti ai lavori paradossalmente rassicurano le donne che denunciano aggressioni agli animali domestici da parte dei partner violenti. Nei contesti familiari dove il partner agisce minacce o atti violenti nei confronti degli animali i dati scientifici rilevano che le donne e i minori sono anch’essi esposti a tali atti 7,6 volte in più dei contesti in cui gli animali non vengono né aggrediti né minacciati».