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30 Gennaio 2023
9:00

I delitti contro l’ambiente e la Green Criminology

Green crime (delitto ambientale) e green criminology sono due concetti terribilmente attuali. Ne parliamo con la Dr.ssa Vaddinelli, medico veterinario, ispettore di polizia penitenziaria e socio della Società Italiana delle Scienze Forensi Veterinarie (SISFV).

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Membro del comitato scientifico di Kodami
reati ambientali

In questi decenni siamo sotto la costante pressione di due forze opposte: la coscienza verso la protezione ambientale ed animale e il continuo e scellerato sfruttamento della terra e dei suoi abitanti.

I cittadini, tramite azioni più o meno grandi, ma specialmente le grandi aziende, mettono sistematicamente a rischio la natura e la biodiversità. Ecco quindi la necessità di delineare il concetto di Green Crime, o delitto ambientale, e, in antitesi, quello di Green Criminology.

Kodami per la stesura di questo articolo ne ha parlato con Plautina Vaddinelli, medica veterinaria, ispettrice di Polizia penitenziaria e socia della Società Italiana delle Scienze Forensi Veterinarie (SISFV) che in occasione del III Congresso Nazionale della SISFV, tenutosi ad Amalfi il 7 e l’8 ottobre, ha trattato questo argomento.

Green Crime e Green Criminology: i reati ambientali che causano danni agli esseri viventi

Mentre le conferme scientifiche, l’emanazione di normative e le innovazioni tecnologiche aiutano lo sviluppo di una consapevolezza umana verso il rispetto degli animali e dell’ambiente, d’altra parte, i comportamenti anti-ecologici e specisti non sembrano diminuire.

Sopravviviamo così sul filo del rasoio. La deludente Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a novembre di quest’anno e l’analisi espressa dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ne sono una prova: «il nostro Pianeta è ancora al pronto soccorso».

I comportamenti dei singoli, la poca coscienza ecologica nell’utilizzo di prodotti di consumo ed agroalimentari, l’inquinamento diretto ed indiretto di suolo, aria ed acqua, l’uccisione diretta o indiretta di animali hanno un rilevante impatto sulla biodiversità e sui sistemi ecologici. Ma non possiamo non considerare le responsabilità delle imprese e della politica. La Green Criminology ci aiuta a comprendere queste responsabilità.

Vaddinelli spiega come il concetto di Green Crime sia stato introdotto da Michael J. Lynch nel 1990 ed è inteso come «l’insieme dei danni causati agli esseri viventi, attraverso la creazione di rischi ambientali a livello locale o globale legati a crimini d’impresa (come le multinazionali) ma anche a crimini statali, i cosiddetti White Collar Crime».

A completare questo concetto ci pensano Biern e South che nel 2007 forniscono una definizione ancora più ampia: «danni contro l’umanità, l’ambiente (compreso lo spazio) e gli animali non umani, commessi sia dalle istituzioni potenti che dalla gente comune e che lasciano un’eredità alle generazioni future».

La Green Criminology, in antitesi, è quindi il ramo della criminologia che include lo studio dei danni e dei crimini contro l'ambiente (con un focus particolare verso i crimini aziendali) lo studio del diritto, delle politiche e delle economie ambientali.

L'elenco dei comportamenti dannosi per l'ambiente e cosa prevede la normativa italiana

Esempi concreti di comportamenti dannosi per persone, animali e ambiente che possiamo riportare sono:

  • Abuso e sfruttamento degli ecosistemi
  • Danni causati dalle aziende alla qualità del suolo, dell’aria e dell’acqua
  • Attività di profitto delle aziende tramite la distruzione di vite umane
  • Azioni di guerra che hanno un impatto sulle persone, sugli animali e sull’ambiente
  • Bracconaggio e biopirateria
  • Mercati illeciti di materiale nucleare
  • Monopolizzazione delle risorse naturali, come ad esempio la privatizzazione dell’acqua
  • Dominio umano sugli animali nell’industria agroalimentare, come ad esempio negli allevamenti intensivi
  • Prelievo dalla natura e sfruttamento degli animali negli spettacoli, negli zoo, negli acquari e nei circhi.

I due elementi chiave sono quindi i danni causati ai sistemi ecologici e in controparte il profitto economico generato ai pochi interessati.

La normativa italiana sui delitti contro l’ambiente

Nel 2015 è stato introdotto nel Codice penale italiano il Titolo VI-bis “Dei delitti contro l’ambiente”, mediante la Legge n. 68 del 22 Maggio.

I delitti identificati sono i seguenti:

  • Inquinamento ambientale (art. 452 bis)
  • Morte o lesione come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 ter)
  • Disastro ambientale (art. 452 quarter)
  • Delitti colposi contro l’ambiente (art. 452 quinquies)
  • Traffico e abbandono di materiale ad alta reattività (art. 452 sexies)
  • Impedimento al controllo (art. 452 septies)
  • Circostanze aggravanti (art. 452 octies)
  • Aggravante ambientale (art. 452 novies)
  • Ravvedimento operoso (art. 452 decies)
  • Ripristino dello stato dei luoghi (art. 452 duodecies)
  • Omessa bonifica (art. 452 terdecies)
  • Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies).

Vaddinelli ci spiega che in Italia «i delitti più contestati dal 2015 in poi sono stati il “disastro ambientale” e l’inquinamento ambientale”, mentre il settore dei rifiuti è quello dove si concentra la percentuale maggiore dei reati ambientali». Aggiunge inoltre che «nelle quattro Regioni italiane a tradizionale insediamento mafioso (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria) è stato segnalato il 44% dei reati ambientali avvenuti a livello nazionale».

Un quadro che bene si sposa con la massima del professore e criminologo di fama internazionale Marcus Felson: «Il crimine è più probabile quando trasgressori motivati incontrano obbiettivi attraenti in assenza di tutori capaci».

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Laura Arena
Veterinaria esperta in benessere animale
Sono un medico veterinario esperto in comportamento animale, mi occupo principalmente di gestione del randagismo e delle colonie feline, benessere animale e maltrattamento animale con approccio forense. Attualmente lavoro in Italia, Spagna e Serbia.
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