Secondo una nuova ricerca effettuata da alcuni studiosi dell'Università di Aberdeen, i delfini diventano molto più socievoli e propensi a formare nuove amicizie quando hanno a disposizioni maggiori quantità di cibo e risorse. Come noi esseri umani, inoltre, i delfini si danno appuntamento dinnanzi ai grandi banchetti, in modo da darsi man forte a vicenda durante la caccia o mentre si spartiscono il bottino.
Quando ciò avviene, i livelli di aggressività dei delfini fra i componenti dei vari gruppi si azzerano quasi del tutto e questo vale particolarmente per le popolazioni scozzesi di tursiopi (Tursiops truncatus), che sono stato l'oggetto di ricerca di David N. Fisher e Barbara J. Cheney, gli autori dello studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B.
Secondo i risultati ottenuti dagli autori, durante i mesi in cui c'è una maggiore abbondanza di cibo, i tursiopi diventano i delfini più socievoli del pianeta e formano in poco tempo nuove amicizie, anche tra gruppi molti distanti dal punto di vista geografico e riproduttivo. Lo studio chiarisce anche che i tursiopi non sono sempre così aggressivi tra loro, come spesso viene raccontato.
I diversi casi recenti di attacchi non devono infatti indurci a credere che siano incapaci di sviluppare empatia o elevate forme di socialità, spiegano i ricercatori. È vero, questi delfini a volte possono sviluppare comportamenti aggressivi, in grado di ferire e uccidere persino altri membri della loro specie, ma questo è nella loro natura, come l'atteggiamento socievole che dimostrano nei confronti degli estranei quando c'è cibo a sufficienza.
Andando a interpretare i risultati ottenuti da questo studio, Fisher e Cheney hanno infatti compreso come il comportamento sociale dei delfini può essere da loro modulato in risposta alla disponibilità di cibo e ai cambiamenti climatici. E quando i tursiopi non sono sottoposti ad alcuna pressione alimentare, sociale o antropica, si dimostrano fra i mammiferi più amichevoli dell'oceano, accettando volentieri le richieste di amicizia provenienti da altri individui estranei.
Gli scienziati sono giunti a questa conclusione considerando non solo un database enorme di avvistamenti, che risalivano fino all'anno 1990, ma anche la variabilità nella densità demografica dei salmoni nel corso degli anni, che ha permesso di determinare un cambiamento di atteggiamento nei tursiopi negli anni in cui i pesci giungevano sulle coste scozzesi in abbondanza. «Abbiamo scoperto che quando c'è una certa abbondanza di pesce i delfini sono impegnati in più interazioni sociali, anche con compagni che di solito abitano più lontano dalle coste scozzesi – ha spiegato il dottor David Fisher, che ha guidato la ricerca – Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la ridotta competizione alimentare consente di avere maggior tempo libero e di socializzare di più. Nel frattempo, negli anni in cui si presentava un numero estremamente basso di salmoni, i delfini erano più legati alle amicizie che si erano venuti a creare in queste situazioni, forse perché dovevano viaggiare più lontano per trovare cibo».
I risultati di quest'indagine sul comportamento dei delfini hanno anche dimostrato che i cetacei non hanno cambiato il loro atteggiamento sociale in risposta alle condizioni atmosferiche su larga scala. Ciò suggerisce che alcuni cicli climatici regolari non influiscono direttamente sul loro comportamento, ma che sono molto più importanti gli effetti locali dei cambiamenti climatici globali. Una buona notizia, soprattutto considerando lo status di salute di questi animali e il sapere che questo dato renderà più semplice fare stime e previsioni sui trend demografici delle popolazioni vicine al circolo polare artico. Come è tuttavia possibile valutare il calo dell'aggressività dei delfini?
La risposta è abbastanza semplice, chiariscono gli esperti. I salmoni quando si affollano lungo le coste scozzesi si trovano all'altezza della superficie del mare. I delfini, per pescarli, devono nuotare quindi non molto in profondità, tanto che spesso è possibile avvistarli facilmente senza l'impiego di binocoli o droni, noleggiando una barca. In queste situazioni gli etologi non devono compiere quindi molti sforzi per studiare il loro comportamento, definendo l'aggressività di una popolazione andando a considerare il numero di comportamenti aggressivi effettuati ai danni di altri delfini della stessa specie.
Tramite quindi un rapporto – che gli scienziati definiscono etogramma – gli esperti quindi sono in grado di elencare il numero di incidenti che avvengono durante lo studio. In questa lista possono essere inserite varie tipologie di azioni, tra cui casi di violenza, attacchi, generale aggressività nei confronti degli estranei eccetera. Successivamente, con un programma statistico, gli scienziati sfruttano le osservazioni che hanno raccolto, verificando se quella determinata popolazione presenta un'aggressività maggiore o minore rispetto alla media delle popolazioni registrate di tutto il mondo.