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24 Giugno 2023
15:00

I delfini ridono?

I delfini sono tra gli animali marini maggiormente apprezzati dal pubblico, ma per quanto tendiamo a illuderci di capirli, in verità ci facciamo persino trarre in inganno dal loro involontario sorriso.

curiosità sui delfini

I delfini sono probabilmente fra i mammiferi più intelligenti dell'oceano. Oltre ad essere infatti molto capaci d'interpretare quello che gli sta accadendo attorno, sono degli animali fortemente empatici, in grado anche di comunicare su lunghe distanze, utilizzando uno dei sistemi più articolati di vocalizzazione che esiste in natura. Gli scienziati infatti stanno cercando da un alcuni decenni d'interpretare il messaggio dei segnali acustici, quasi sempre senza successo.

Tuttavia, quello per cui sono principalmente noti nel grande pubblico è il loro "sorriso". Essi infatti appaiono quasi sempre giocosi, ridenti, con le linee della loro bocca che si stendono all'insù, formando il segno "inequivocabile" tanto che sembra proprio che i delfini ridono. Per quanto il loro volto possa sembrare felice e sembrano rispondere allo sguardo umano attraverso dei sorrisi, la ricerca ha smontato completamente questa ricostruzione.

La loro espressione non è infatti dovuta a un'espressione di benessere o di felicità, né tanto meno si mettono a sorridere se qualcuno nuota insieme a loro. Quel sorriso infatti è solo la conformazione tipica della loro bocca, che paradossalmente si è evoluta per rappresentare uno strumento di morte nei confronti delle potenziali prede.

È anche vero che talvolta i delfini producono dei versi che possono ricordare delle risate, ma anche in questo caso la ricerca ha confermato che tali suoni hanno un significato specifico e non risultano per nulla paragonabili alle risate espresse da noi primati.

Che cos'è il sorriso dei delfini?

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Se osserviamo attentamente la conformazione del cranio dei delfini, osserveremmo che ad ingannare la nostra vista è la linea terminale della loro bocca. Noi umani siamo infatti evolutivamente predisposti a riconoscere nei nostri simili le espressioni che ci permettono di capire i vari stadi emozionali che può vivere un individuo (gioia, rabbia, tristezza, incertezza), ma talvolta ci facciamo trarre in inganno anche dai "volti" degli altri animali, soprattutto da quelli che dispongono secondo noi alcune di minime caratteristiche espressive.

I delfini in verità però non utilizzano le espressioni facciali per comunicare le emozioni come facciamo noi esseri umani. Loro utilizzano più i movimenti del corpo o i loro versi, per comunicare ai compagni il proprio stato di salute ed eventualmente i loro mutamenti emotivi.

Se perciò i delfini non hanno la capacità di sorridere agli esseri umani, spesso a favore delle telecamere, che cosa è realmente quel loro "sorriso"?

Si può rispondere a tale domanda in due modi: innanzitutto, la linea generale della bocca che spesso confondiamo per un ghigno è solamente la conformazione naturale delle labbra di questo animale, che si inserisce perfettamente all'interno della sua struttura cranica. È infatti una curvatura ricercata della mandibola, da cui scaturiscono i denti, che permette a questi animali di afferrare saldamente i pesci o le altre prede, quando questi tentano di sgusciare via durante la caccia.

Inoltre, la scienza già da parecchio tempo sa che tutti gli animali marini sono sottoposti alle crudeli leggi dell'idrodinamica. Per risultare infatti più veloci ed energeticamente efficienti nel nuoto, tutti gli animali devono venire a patti con la densità dell'acqua e la soluzione trovata dai delfini è molto simile a quella evoluta, milioni di anni fa, dagli ittiosauri: nel tentativo di fendere meglio l'acqua, i delfini hanno allungato la loro bocca formando una sorte di tubo, che è perfetto per farsi scivolare addosso le correnti, rispetto ad un muso piatto come quello degli animali terrestri.

L'evoluzione di questa bocca "tubulare" ha però portato la bocca di questi animali a subire delle trasformazioni morfologiche molto importanti anche a livello delle articolazioni e del palato. La pressione per esempio esercitata sulla parte terminale della bocca è notevolmente maggiore rispetto alla restante parte del cranio e tutte queste sollecitazioni hanno indotto l'animale ad assumere quella espressione eternamente gioiosa, che noi confondiamo con un sorriso.

Quindi il ghigno è solo il risultato della selezione ambientale, che ha portato i delfini più veloci e meglio adattati alla corsa ad avere una bocca con una simile linea delle labbra. Non un segnale emotivo.

In che modo comunicano i delfini?

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Visto che i delfini non comunicano i loro stati d'animo con le espressioni facciali, gli scienziati hanno dovuto approfondire maggiormente la loro capacità di emettere suoni per capire come essi si trasmettono le informazioni.

Da quello che si è capito da oltre trent'anni di ricerca acustica sui cetacei, sembra che i delfini comunicano principalmente attraverso l’emissione e la ricezione di suoni, sfruttando quello che in gergo si definisce melone. Questo è un organo di forma ovale che si trova al centro della testa ed è formato da strati di tessuto adiposo che talvolta presentano delle concentrazioni oleose. Esso fa da cassa di risonanza di tutti i suoni emessi da un delfino e possiamo paragonarlo ad un tamburo, per quanto riesca a produrre anche dei suoni ad una frequenza molto più bassa rispetto allo strumento umano.

Sappiamo che ogni delfino sviluppa il suo suono distintivo e che ciascuna comunità – talvolta persino ciascuna famiglia – presenta un dialetto differente di un linguaggio stratificato e molto complesso.

Non sappiamo se i delfini sono in grado di sviluppare una grammatica simile a quella presente nelle lingue umane, ma i ricercatori sospettano che tale linguaggio sonoro possa essere mediato anche dalla cultura, visto che è stato osservato come nelle occasioni in cui famiglie diverse vengono a contatto, tutti i delfini utilizzano un linguaggio diverso, che gli scienziati definiscono neutro. I delfini infatti sembrano usare "il linguaggio abituale" solo con gli elementi della propria famiglia, come se fosse di loro specifica appartenenza culturale.

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Struttura cranica di un delfino, con la struttura del Melone che è ritratto in blu

Per comunicare inoltre i loro stati d'animo utilizzano le posture del loro corpo durante il nuoto. Ed in particolare quella che viene chiamata la postura S viene normalmente utilizzata quando gli individui sono in procinto di compiere il corteggiamento o quando sono invece pronti a sfogare la propria aggressività.

Per comunicare invece il loro sostegno o il desiderio di un po' di coccole, i delfini spesso si sfiorano tra di loro, facendo particolare attenzione ad accarezzarsi con i fianchi. Esso è un richiamo irresistibile per tutte le madri nei confronti dei loro cuccioli o fra gli amanti ed è stato osservato anche nei confronti degli esseri umani, sia in natura che negli acquari. Ciò ha dimostrato che i delfini possono desiderare l'affetto degli esseri umani, anche se il mondo scientifico dibatte ancora sull'eticità di tale rapporto. La maggioranza infatti dei delfini negli acquari o nei delfinari ha infatti dimostrato di avere delle aberrazioni comportamentali per via della prigionia e sono sempre di più gli esperti, oltre che gli ambientalisti, che si dichiarano contrari rispetto alla reclusione dei delfini e al loro addestramento da parte degli esseri umani.

Per quanto infatti i delfini possono sembrare felici nel nuotare con gli esseri umani e sono capaci di provare forti emozioni nei nostri confronti, essi non sono animali addomesticabili o domestici e soffrono per colpa del nostro comportamento. Ciò è confermato dall'elevato numero di malattie che subiscono quando sono negli acquari, come dal numero di comportamenti pericolosi che sviluppano a seguito della reclusione, tra cui autolesionismo, maggiore aggressività e voracità, tendenza agli stupri, insonnia e apatia.

In un certo senso possiamo quindi affermare che noi esseri umani siamo bravissimi a capire lo stato emotivo di questi animali, anche se in verità non sorridono e ignoriamo il significato dei loro versi. Solo che volutamente tendiamo a ignorare i messaggi che c'inviano, attratti solo dalle possibilità commerciali.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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