Da tempo è ormai nota la presenza di comportamenti altruistici e prosociali al di fuori della nostra specie. Comprendere l’estensione di questi comportamenti nel regno animale ci aiuta sia a indagare meglio la loro origine, sia a capire se i meccanismi che ne sono alla base siano il frutto di processi evolutivi similari.
In un recente studio pubblicato sulla rivista Animal Cognition, un gruppo di ricercatori ha cercato di investigare se anche i delfini fossero in grado di agire in maniera altruistica e prosociale verso i propri compagni, comportandosi cioè in modo da favorire e beneficiare altri individui senza ricavare da tale azione un guadagno diretto ed immediato.
Per far ciò, i ricercatori hanno studiato il comportamento di sei delfini tursiopi, una specie ben nota per le sue spiccate capacità cognitive connesse alla socialità, situati in un contesto di cattività nel delfinario “Parc Astérix” di Parigi, grazie all’utilizzo di un semplice esperimento, il “test di scelta prosociale” o PCT (Prosocial choice test).
L'esperimento sul comportamento dei delfini
In questo esperimento, i delfini venivano fatti avvicinare individualmente ad una piattaforma sott’acqua presentante 3 possibili scelte sotto forma di 3 oggetti diversi fra loro per forma, colore e caratteristiche, in modo tale da permettere una facile distinzione degli stessi. Nel corso di ogni test, nelle vicinanze del delfino testato dinanzi a questa piattaforma vi era un altro delfino "spettatore" che “subiva” le conseguenze della scelta del delfino testato.
Ad ognuna delle tre scelte infatti, era associata una conseguenza diversa per i delfini, sia per quello “spettatore” sia per quello attivamente coinvolto nella scelta.
- La prima scelta era quella “egoistica”: selezionando quest’ultima, i delfini testati ricevevano una ricompensa sotto forma di cibo, mentre quelli spettatori non ricevevano nulla.
- La seconda scelta era invece quella “altruistica”: se i delfini testati sceglievano quest’opzione facevano in modo che a ricevere il cibo non fossero solo loro ma anche i delfini spettatori.
- L’ultima scelta, quella “nulla” aveva come conseguenza la mancata ricompensa sia per i delfini testati sia per quelli spettatori.
Dopo aver familiarizzato con lo strumento e le procedure dell’esperimento, i delfini hanno mostrato una significativa e netta inclinazione a preferire la scelta altruistica rispetto sia a quella egoistica che ovviamente a quella “nulla”.
Non solo, l’ulteriore aspetto interessante riguarda ciò che succedeva a parti invertite, ovvero quando la specifica coppia delfino testato-delfino spettatore veniva invertita nei ruoli, ponendo il delfino spettatore nelle condizioni di scegliere e il delfino testato nella condizione di spettatore.
Curiosamente, tanto più un delfino si era comportato in maniera altruistica nei confronti del suo compagno che in quel momento era solo uno spettatore, tanto più quest’ultimo si comportava in maniera altruistica nei suoi confronti nel momento in cui era lui a dover scegliere, optando più frequentemente per l’opzione altruistica rispetto alle altre due, mostrando chiaramente i vantaggi legati alla possibilità di innescare un meccanismo di reciprocità altruistica.
I risultati dello studio
Questi risultati mostrano innanzitutto come i delfini preferiscano di base la scelta prosociale a quella egoistica in questo particolare contesto. Questo accade molto probabilmente perché i delfini sono motivati e gratificati, oltre che dal proprio tornaconto personale, anche dalla percezione del beneficio che essi possono dare con le proprie azioni agli altri individui.
I meccanismi cognitivi alla base di questo comportamento prosociale con tutta probabilità sono analoghi a quelli riscontrabili alla base della prosocialità umana, connessi alla percezione di determinate “emozioni prosociali”, basate cioè sulla motivazione e sulla gratificazione nel compiere gesti altruistici a favore di altri individui, con il puro e semplice obiettivo di “gioire della gioia altrui”, uno dei meccanismi di base della prosocialità umana.
Questi comportamenti altruistici, nei delfini così come negli esseri umani e nelle altre specie di animali sociali dove si sono ritrovati chiari esempi di comportamenti prosociali, seppur apparentemente insensati in ottica evolutiva perché non arrecherebbero alcun vantaggio diretto all’individuo altruista, potrebbero essersi evoluti in realtà perché a lungo termine potrebbero risultare vantaggiosi per entrambe le parti in gioco, sia per l'individuo "altruista" sia per chi beneficia del comportamento altruista.
Infatti, un comportamento altruista non cade nel vuoto, ma può essere percepito e valorizzato direttamente dall’individuo che ne beneficia. Questo risultato può motivare e spingere quest'ultimo ad aiutare in futuro e in circostanze diverse, l’individuo che è stato altruista in precedenza con lui, così come dimostrato nel caso della reciprocità evidenziata fra i delfini testati in questo studio.
In questo scenario di reciprocità altruistica, la ricompensa che consegue il comportarsi in maniera prosociale e altruistica diventa connessa non a dei benefici immediati al comportamento altruistico, ma ad esempio nella formazione dei legami sociali fra gli individui basati proprio su quanto uno si è dimostrato altruista nei propri confronti e nella conseguente possibilità di scambiarsi favori reciproci in tempi e circostanze non immediate ma future.
Ciò rende nell’uomo così come negli altri animali dove si sono evidenziati comportamenti prosociali come in questo caso nei delfini tursiopi, la strategia comportamentale dell’altruismo una strategia non solo spontanea ma anche evolutivamente vantaggiosa per gli individui che la mettono in pratica.