L’ultimo biglietto è stato finalmente timbrato. È quello di Zeno, uno dei cuccioli gettati lo scorso gennaio da un ponte a Montecamplo, nel tarantino. I piccoli erano stati chiusi appena nati in un sacco nero dell’immondizia e lanciati nella gravina presumibilmente da un’auto in corsa. Su 9 solo in 6 erano riusciti a salvarsi, ma per loro si sono aperte le porte di altrettante nuove case, grazie all’impegno di una rete di volontari guidati dalla Sezione di Castellaneta dell’associazione Balzoo.
L’episodio provocò molto sdegno, sebbene fosse solo uno dei tanti casi di abbandono di cucciolate nelle campagne. In quell’occasione, per fortuna, alcuni residenti della zona si accorsero della presenza degli animali e allertarono i Vigili del Fuoco. L’intervento dei pompieri consentì di salvare la vita almeno di una parte dei cuccioli.
Oggi, come detto, almeno per questa vicenda si chiude un cerchio. Zeno è in partenza verso Ovada, in provincia di Alessandria. Zoe, Velia, Melia, Aramis e Delia sono già da qualche giorno con le loro nuove famiglie in giro per l’Italia. La partenza dell’ultimo cucciolo era stata ritardata per un problema legato al funzionamento del microchip. Del resto l’attenzione dei volontari per questi dettagli è una garanzia per un futuro sereno e senza nuovi abbandoni per questi animali.
Se da un lato si può gioire per la buona conclusione di questa storia non può non essere fatta una riflessione su questo tipo di abbandoni, figli (è il caso di dire) di mancati controlli e soprattutto mancate sterilizzazioni. L’arrivo di cuccioli nei canili, nei rifugi e nelle case dei volontari richiede molto impegno per allevarli nei primi mesi di vita. «Siamo tutti fatti di carne ed ossa e non possiamo allattare a ruota continua – scrivevano da Balzoo nei giorni scorsi – cerchiamo balie disperatamente. Non viviamo di solo volontariato ma, come tutti, abbiamo un lavoro, il quale ci permettere di sopravvivere e cercare di curare e garantire il sostentamento degli animali che stalliamo», era l’appello disperato affidato ai social. Del resto proprio per gestire i 6 cuccioli i volontari si erano dovuti organizzare con un altro gruppo, quello de I Felini di Ginosa e di Laterza facente capo a Michela De Biasi, con cui si erano organizzati per allattare i piccoli.
«Purtroppo nella nostra terra c'è molta ignoranza sul tema delle sterilizzazioni – spiega a Kodami la delegata Balzoo Costanza Pantalone – la gente pensa che sterilizzare sia contro natura, che privi l'animale del piacere dell'accoppiamento. Non è così, nell'accoppiamento gli animali soffrono e non solo, i maschi vanno in calore solo se ci sono femmine, in periodo riproduttivo nei paraggi. Sterilizzare è un atto dovuto: evita la trasmissione di malattie e l'abbandono di cucciolate da allattare. Poi c’è un altro problema è cioè che molti non sterilizzano perché non vogliono intestarsi il chip del cane, onde evitare problemi. Se ci fossero controlli a tappeto, soprattutto nelle masserie e nelle campagne, con annessi verbali, per verificare la presenza all'interno di animali senza microchip forse tutto cambierebbe e non ci sarebbero abbandoni di cuccioli in fasce».
Anche a Castellaneta il problema ricade sulle spalle dei volontari: «Al momento la mia associazione si sta occupando di 3 cucciole in allattamento e ne arriveranno altri – continua la delegata di Balzoo – questo ci complica l'esistenza, poiché siamo volontari ma, allo stesso tempo, abbiamo un lavoro, una famiglia e una vita e, purtroppo, nel periodo dell'allattamento siamo in grosse difficoltà, non riusciamo a conciliare tutto, quindi trascuriamo una parte della nostra vita stessa. Il nostro appello è questo: sterilizzate, lo fate per il bene degli animali che vivono con voi e per il bene di quelle povere anime che abbandonate come se nulla fosse, come se abbandonare non fosse contro natura mentre sterilizzare sì. Se non facciamo altro che allattare, non possiamo dedicarci al 100% alla cura e adozioni dei cani che sono rinchiusi nei canili. Siamo esseri umani, non supereroi».
Il fenomeno, peraltro, non riguarda soltanto i cani. Pochi giorni fa un episodio non molto diverso di quello di Montecamplo era avvenuto a Ceglie del Campo, quartiere di Bari. Protagonisti, loro malgrado, dell’episodio erano stati questa volta dei gatti, anche loro gettati come spazzatura in una busta nera, in quel caso in un bidone dell’indifferenziato. Una crudeltà che denota una totale assenza di considerazione per la vita che sottolinea ancora una volta la necessità di campagne serie di controllo, sensibilizzazione e sterilizzazione, forse l’unica vera strategia per evitare il ripetersi di queste tragedie.
Assieme a Costanza e Michela, il merito del risultato conseguito per questa adozione multipla in appena due mesi va dato anche a Eleonora Lorenzetti, Carolina Moretto, Roberta Moretti, che a vario titolo hanno fornito un contributo per dare un lieto fine alla storia di questi cuccioli.