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29 Luglio 2021
8:39

I comportamenti più strani degli animali

Si dice che il mondo è bello perché è vario, ma, in certi casi, è bello soprattutto perché è strambo. Gli animali non umani contribuiscono a renderlo tale, compiendo una varietà di comportamenti curiosi, che a noi sembrano stranezze inspiegabili. In verità, si tratta di azioni del tutto normali e assai utili.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Che i cani, talvolta, si dilettino a banchettare con le feci altrui è cosa decisamente nota. Ma sapevate che alcuni uccelli, quando meno ce lo si aspetta, sparano con forza missili di feci dal loro posteriore? I pinguini di Humboldt (Spheniscus humboldti) sono veri campioni in questo! Sono in grado di mitragliare a tradimento, scaricando bombe fecali che viaggiano a 8 km/h e arrivano fino a un metro e più di distanza. Ovviamente c’è un perché: lo fanno perché sono creature pulite, che tengono a mantenere il nido lindo e in ordine. E chissà se avete mai letto delle trote fario, le cui femmine sono avvezze a fingere orgasmi. Anche per loro esiste una buona ragione: evitando di accoppiarsi con un maschio che non ritengono idoneo, possono attirare più partner e quindi aumentare le proprie possibilità di trovarne uno più prestante, con cui riprodursi! Insomma, quando si osservano gli animali, c’è sempre la possibilità di incappare in qualche comportamento davvero bizzarro. Vediamone insieme qualche altro.

Perché le formiche operaie si suicidano?

Le formiche sono insetti appartenenti all’ordine degli imenotteri, a cui appartengono altri insetti sociali molto famosi, come le api e le vespe. Vivono in colonie che possono contare fino a 5 milioni di individui, e hanno una struttura sociale suddivisa in tre caste: la regina, le operaie e i maschi. Le operaie sterili aiutano gli altri membri della colonia a riprodursi e per difenderli dai predatori sono disposte anche a morire. Alcune si sacrificano restando tutta la notte all’interno del formicaio, in modo da chiuderne l’accesso, anche se questo significa che moriranno prima del mattino. Le Colobopsis explodens, invece, per proteggere la colonia dall’attacco di un ragno, si fanno letteralmente esplodere! Sono vere e proprie formiche kamikaze, che lacerano l’addome espellendo una sostanza tossica e appiccicosa con cui inondano il nemico.

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Perché tra le scimmie, spesso, i maschi hanno i denti più sviluppati delle femmine?

L’ipotesi più probabile è che i maschi abbiano denti più grandi perché sono utili quando competono tra di loro per far colpo su una femmina interessante. Non a caso, è un fenomeno più frequente nelle specie poligame, come i babbuini, in cui ogni maschio conquista e monopolizza un harem di femmine, rispetto a quelle monogame, come i gibboni, che invece formano coppie fisse.

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Perché la mantide religiosa uccide il maschio durante l’accoppiamento?

La mantide religiosa è una vera e propria cannibale sessuale! Durante l’accoppiamento, infatti, la femmina afferra il maschio e inizia a divorarlo, partendo dalla testa. Si ritiene che lo faccia per accumulare energie e nutrienti che saranno utili allo sviluppo dei nuovi embrioni e alla deposizione delle uova. La notizia è che non sempre i maschi si fanno infinocchiare! Alcuni, infatti, imparano a riconoscere le femmine fertili e affamate e, invece di corteggiarle, fuggono via.

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Perché il pesce pagliaccio vive in un anemone?

Se state andando alla ricerca di Nemo, per prima cosa guardate dentro gli anemoni di mare. Quella è la casa dei pesci pagliaccio, la specie a cui appartiene l'amato personaggio dell’omonimo cartone animato. È un classico caso di mutualismo, una forma di interazione da cui due (o più) specie traggono reciproco vantaggio. Ogni anemone di mare ospita una coppia riproduttiva di pesci pagliaccio, instaurando con questi una vera e propria simbiosi. Grazie al veleno urticante posto sulla punta dei propri tentacoli, l’anemone protegge i pesci e le loro uova dai predatori della barriera corallina. In cambio, i pesci tengono l’anemone pulito e lo proteggono dai pesci farfalla (Chaetodon spp.) che di questi invertebrati marini sono ghiotti.

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Perché l’avèrla è detta l’ "uccello impalatore”?

L’avèrla è un uccello passeriforme che appartiene alla famiglia dei Laniidi. Nonostante l’apparenza mite, ha abitudini rapaci e una tecnica di caccia peculiare, che le è valsa l’appellativo di “uccello impalatore”. Le sue prede abituali sono rappresentate dagli insetti, ma va matta anche per le rane, le lucertole e i topolini. Se serve, infilza queste prede più voluminose su spine di rovi e rametti spuntati, dove forma una vera e propria dispensa presso la quale banchetta per giorni.

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Perché alcune falene bevono le lacrime degli uccelli?

In alcune zone del mondo, come il Sud America, può capitare di scorgere una falena posarsi vicino all’occhio di un uccello, di una tartaruga e perfino di un coccodrillo. Con tutta probabilità, non si sta riposando, ma sta bevendo le sue lacrime. La lacrifagia, così è chiamato questo fenomeno, è un comportamento che permette alle falene di assumere sostanze utili, come il sale e forse anche alcune proteine.

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Perché la cinciallegra depone 8 uova?

Avete presente quell’uccelletto passeriforme lungo non più di mezzo palmo, bianco-giallo-e-nero, che svolazza oscillante da un ramo all’altro, cantando in modo assai acuto e melodioso, tipicamente ripetitivo? È la cinciallegra (Parus major). La cinciallegra costruisce i nidi nelle cavità degli alberi e dei muri ed è nota perché, solitamente, tra aprile e maggio vi depone 8 uova. E perché non 5, oppure 10? Perché quello è il numero di piccoli che ogni coppia riesce convenientemente ad allevare, una volta che le uova si sono schiuse. Se si manipola la covata di una coppia di cinciallegre, aggiungendo altre uova, i genitori sono ancora in grado di covarle, ma poi non riescono a mantenere tutti i pulcini, una volta nati. Ricevendo meno vermetti, questi crescono poco e, al momento dell’involo, rischiano di essere troppo deboli per sopravvivere.

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Perché i cavalli, certe volte, sorridono?

Quello che sembra un sorriso, in realtà è un comportamento che il cavallo, come anche l’asino, manifesta quando sta percependo odori molto particolari: i feromoni. Si chiama "risposta di Flehmen" e permette all’animale di annusare nell’aria importanti messaggi odorosi inviati da un suo simile. L’organo vomeronasale è la struttura che rileva i feromoni: è posta sul palato e, in queste specie, ha il suo sbocco a livello del naso. Quando esibisce il Flehmen, il cavallo sta inspirando profondamente con il naso, per farvi entrare quanti più feromoni possibili. Questo lo porta ad arricciare le narici e le labbra, scoprendo i denti, e il risultato è una smorfia che a noi appare sempre molto buffa.

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Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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