Arriva il primo video dei cinghiali della Spezia nel nuovo habitat. Grazie a una delle foto-trappole posizionate dalla Lav è stato possibile riprendere la famiglia di animali nel pieno delle loro attività notturne. «Vederli in un ambiente così ampio e protetto è stata per noi una grande emozione ed è stato importante vedere anche come uno dei cuccioli prendesse il cibo direttamente da un albero, a conferma del fatto che il luogo in cui sono stati liberati è ricco di risorse naturali». È il commento della Lega antivivisezione.
Una coppia di cinghiali adulti femmine e alcuni cuccioli al seguito sono rimasti chiusi per 16 giorni all’interno del Parco della Maggiolina, nel quartiere Mazzetta alla Spezia. Dopo un'ordinanza del sindaco anti soppressione e la formazione di un presidio fisso davanti ai cancelli di associazioni e animalisti, si è arrivati all'accordo storico con Regione e Governo di non abbattere gli animali ma di trasferirli in una zona recintata invidivuata a Riccò, che rimane al di fuori dei confini rossi della peste suina. L’area boschiva recintata è di 30mila metri quadri interdetta alla caccia ed è quanto di più vicino possibile alla piena libertà per questi cinghiali.
Arriva sempre dalla Liguria la notizia dell'istiuzione di un pronto intervento per l'emergenza cinghiali. La Liguria capofila della sperimentazione in Italia: si tratta una unità composta da veterinario, polizia locale, guardia regionale faunistico venatoria per garantire una più efficace gestione e riduzione del rischio di incidenti causati dalla fauna selvatica, per la tutela dell’incolumità pubblica e per la gestione del fenomeno in ambiente antropizzato.
La Giunta regionale ha infatti approvato la costituzione di due nuove Unità specialistiche di staff, interne al Settore Politiche della Natura e delle Aree interne, Protette e Marine, Parchi e Biodiversità: l’obiettivo è quello di sviluppare una nuova organizzazione che permetta di potenziare e migliorare ulteriormente la gestione della peste suina africana, dando risposte sempre più efficaci non solo nelle zone rurali, ma soprattutto in quelle antropizzate, e allo stesso tempo di potenziare la fase di studio, gestione e mitigazione del rischio.
Tutto questo, contemperando e tutelando allo stesso tempo le esigenze di sicurezza dei cittadini, di salute pubblica e di tutela dell’ambiente dal punto di vista della flora e della fauna. La Regione sta valutando anche la possibilità di costituire un posto di comando avanzato interistituzionale che comprenda tutte le professionalità necessarie per garantire interventi efficaci e puntuali, specialmente in ambito urbano.
L’unità specialistica denominata “Biodiversità urbana, reti naturali e rurali” avrà compiti di potenziamento dei dispositivi di gestione della fauna selvatica nei territori urbani, extraurbani e protetti e negli ambienti antropizzati, di valutazione della presenza della fauna autoctona e alloctona e dell’impatto sul territorio urbano, extra urbano e nelle aree rurali, di supervisione delle politiche di contrasto alla diffusione della fauna selvatica con valutazione dell’impatto in ambito urbano, di gestione del fenomeno di inurbamento attivo e passivo e della gestione della fauna selvatica in condizioni di particolari complessità in cui viene richiesta dalla normativa la presenza di un veterinario. Oltre a questo, si occuperà di azioni educative in materia di corretta convivenza tra uomo e fauna selvatica.
L’unità specialistica denominata “Assistenza amministrativa, tecnica e naturalistica agli Enti gestori delle Aree Protette” si occuperà di supporto dello svolgimento delle attività amministrative, tecniche e naturalistiche degli Enti gestori delle aree protette, con particolare riferimento alla gestione della flora e della fauna selvatica e al monitoraggio degli habitat e delle specie. Oltre a questo, si occuperà di Progettazione e gestione dei procedimenti finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale e dal Fondo Strategico Regionale, nell’ottica di potenziare tutti i dispositivi necessari per assistere gli Enti locali e gli Enti gestori delle aree protette nella gestione delle misure del PSR e dei fondi dell’FSR, anche in funzione della tutela ambientale e della protezione della fauna selvatica.