Comprendere in che misura le varie caratteristiche ambientali in cui vivono gli animali influenzino il loro comportamento è un compito particolarmente utile da seguire. In particolare, fattori ambientali come la cattività e l'abituazione alla presenza umana possono giocare un ruolo importante nel modificare alcune caratteristiche comportamentali degli animali fino anche al punto di influenzare i tratti della loro personalità individuale.
In un recente studio pubblicato sulla rivista Animal Cognition, un gruppo di ricercatori ha studiato come variassero alcuni tratti della personalità e del comportamento dei cercopitechi verdi, come il loro grado di curiosità e la loro neofobia (la paura verso nuovi stimoli ambientali), in relazione ad alcune caratteristiche dell’ambiente, associabili alla presenza umana, in cui sono cresciuti.
Per far ciò hanno selezionato alcuni gruppi di cercopitechi presenti in alcuni parchi naturali in Sud Africa che si differenziavano principalmente per il loro essere vissuti o in cattività, quindi in un ambiente dove vi era la presenza dell'uomo, o in ambiente selvatico. Fra questi ultimi vi era un'ulteriore differenza ambientale legata ai gruppi che erano stati abituati alla presenza dell'uomo in ambiente selvatico e quelli che invece non avevano subito questo processo di abituazione.
L’obiettivo dei ricercatori è stato quello di valutare se e in che modo variabili ambientali come la cattività e l’abituazione all’uomo condizionassero aspetti della personalità dei cercopitechi in relazione ad esempio al loro grado di neofobia verso nuove situazioni misurandone dunque il loro grado di curiosità e cercando di capire quanto gli animali fossero motivati ad approcciare o a fuggire dinanzi a questi nuovi stimoli ambientali.
Per far ciò, hanno sottoposto i vari gruppi provenienti dai 3 tipi di ambienti diversi a dei test di “novità” in cui veniva valutata la risposta comportamentale dei cercopitechi nel momento in cui trovavano nel loro ambiente vari tipi di nuovi oggetti mai visti prima dagli animali, come ad esempio giocattoli di plastica raffiguranti degli animali come topi o oggetti “umani” come delle macchinine, assieme ad altri oggetti con caratteristiche più naturali e a base di materia organica come palline di carne e di pesce.
I cercopitechi dei vari gruppi come prevedibile hanno mostrato gradi di curiosità differenti verso i nuovi oggetti proprio in relazione al tipo di ambiente a cui erano stati abituati.
Sia gli individui vissuti in cattività e dunque abituati ad una presenza positiva dell’uomo, sia gli individui vissuti in ambiente selvatico ma abituati alla presenza umana si sono mostrati parecchio più curiosi avvicinandosi più spesso verso i nuovi oggetti ed esplorandoli più facilmente rispetto agli individui vissuti in ambiente selvatico e non abituati alla presenza dell’uomo.
Per spiegare questi risultati, i ricercatori hanno proposto l’ipotesi dell’abituazione: secondo quest’ultima, l’abituazione alla presenza umana se avviene in un contesto positivo e senza la presenza di stimoli nocivi associabili all’interazione con l’uomo, può avere un effetto importante nell’incrementare la curiosità dei cercopitechi e la loro motivazione ad approcciarsi a nuove situazioni senza quel grado di fobia iniziale che invece diventa tipico degli animali vissuti in contesti selvatici e non abituati (o abituati ma con una valenza negativa a seguito di incontri ad esito negativo) alla presenza dell’uomo.
La presenza dell’uomo può dunque aver agito come un fattore che promuove la curiosità nei cercopitechi sia nel contesto legato alla cattività sia nel contesto dei gruppi selvatici dove c’è stato il processo di abituazione, un risultato che mostra dunque come l’interazione con l’uomo in questa specie selvatica se promossa con delle caratteristiche che hanno una valenza positiva per l’esperienza degli animali, possa influire in maniera positiva su aspetti comportamentali tipici anche della loro individualità come il grado di curiosità e neofobia.