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1 Dicembre 2022
17:08

I cavalli Lipizzani diventano patrimonio dell’Unesco

I cavalli Lipizzani entrano ufficialmente nel patrimonio dell'Unesco. Il loro allevamento parla di popoli diversi ma uniti da una medesima cultura legata all'amore per gli animali.

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cavallo lipazzino

I cavalli Lipizzani ottengono il riconoscimento dell'Unesco. La candidatura è stata sostenuta da diversi paesi ed è volta a premiare una tradizione antichissima che unisce popoli diversi con una medesima identità culturale legata all'amore per gli animali.

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha sottolineato l'impegno dell'Italia nella conservazione di questa razza: «Siamo particolarmente soddisfatti e orgogliosi perché la  candidatura era stata promossa, per l'Italia, dal mio Ministero con il supporto del Crea presso cui è attivo un centro di allevamento e riproduzione dei cavalli Lipizzani».

La decisione è stata presa dal Comitato del Patrimonio culturale immateriale in corso ora a Rabat, in Marocco, alla presenza di delegati provenienti da 180 Stati. La candidatura è stata presentata a marzo 2020 dal rappresentante italiano permanente presso l’Unesco assieme agli ambasciatori di altre sette nazioni: Austria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Slovenia. La storia dei cavalli Lipizzani è infatti la storia delle complesse relazioni che hanno legato le potenze mittleuropee dal Cinquecento fino ai giorni nostri. Tanto che i Lipizzani sono tra le razze più amate dalle casate reali ancora presenti in Europa, ed erano tra i cavalli preferiti anche della regina Elisabetta II d'Inghilterra.

La razza prende il nome dal borgo di Lipizza, oggi in Slovenia, dove nel 1580 fu creato un allevamento di cavalli per la corte imperiale, mentre il caratteristico mantello grigio-chiaro viene fatto risalire alla Spagna, con contributi da tutta Europa, compresa l’Italia.

È proprio sul ruolo del Belpaese e del Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura, che il Ministro si è soffermato: «Il riconoscimento dell'Unesco premia un lavoro importante svolto in questi anni dagli uffici ministeriali e dagli esperti del Crea. Un riconoscimento che va agli sforzi compiuti per mantenere viva una tradizione ancestrale, che basa le proprie radici sul rapporto virtuoso tra uomo e animale».

Presso il Crea è presente l’allevamento statale del cavallo Lipizzano. Si tratta di un autentico “nucleo di conservazione” della razza, italiano da 100 anni, un patrimonio storico e culturale vivente, unico al mondo. Qui gli esperti salvaguardano la razza utilizzando gli algoritmi informatici messi a disposizione dalla genetica di popolazione e attuando le più recenti tecniche di biologia molecolare e di genomica, soprattutto a livello di dna mitocondriale.

Per il presidente del Crea, Carlo Gaudio, si tratta del riconoscimento di un lungo lavoro di conservazione: «Il Crea ha fortemente appoggiato questa candidatura dal momento che, nel nostro centro di Zootecnia e Acquacoltura di Montelibretti (Rome), gestiamo l’Allevamento Statale del Cavallo Lipizzano garantendo il mantenimento, l’addestramento degli esemplari e la promozione della razza».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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