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1 Marzo 2023
16:28

I cavalli dell’Aveto non sono morti a causa di colpi d’arma da fuoco: «Possibile predazione»

Il decesso della cavallina e dello Stallone in località Squazza dello scorso gennaio non è dovuto ad un episodio di bracconaggio, per i medici dell'Istituto Zooprofilattico di Torino si è trattato di «un evento traumatico associato a potenziale predazione».

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Fonte: Cavalli Selvaggi dell’Aveto Wildhorsewatching

Non un colpo d'arma da fuoco ma una morsicatura o un incidente. Questo il risultato dell'autopsia condotta dall'Istituto zooprofilattico di Torino sulla cavallina dell'Aveto trovata morta in località Squazza insieme ad uno stallone, anch'esso deceduto. La veterinaria intervenuta la sera del ritrovamento, il 29 gennaio scorso con autorizzazione dell'Asl4, aveva riferito di segni compatibili con proiettili per la caccia al cinghiale, per quanto riguarda la femmina, ma i medici di Torino hanno smentito l'ipotesi: «Nessuno sparo da arma da fuoco, ma lesioni compatibili con evento traumatico da impatto (suolo o autoveicolo) associato a potenziale predazione». La stessa ricostruzione vale anche per il maschio morto poco distante cadendo in un fosso.

L'episodio aveva alimentato la fiamma della polemica sull'esistenza e la gestione dei Cavalli selvaggi dell'Aveto, una popolazione di equini a cui non è ancora stato riconosciuto lo stato di cavalli inselvatichiti. Se da una parte sono tutelati grazie all'attività di horse whatching dell'associazione Rewild, che insieme all'Università di Genova li ha identificati uno ad uno tramite fotoriconoscimento, dall'altra parte la convivenza con i residenti è difficile e negli anni si sono registrati fenomeni di bracconaggio e tentativi di trasferimento.

Sul caso è intervenuto il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana: «Benché continui a rimanere rammaricato per la morte dei due cavalli dell’Aveto, esprimo soddisfazione per la risoluzione del caso – ha detto il responsabile all'Agricoltura – Nessuno sparo da arma da fuoco, ma lesioni da evento traumatico associato a potenziale predazione. I risultati dell’autopsia chiudono un capitolo amaro in cui sono state strumentalizzate le criticità della zona – prosegue Piana – Finalmente, dopo decenni di immobilismo questa amministrazione sta lavorando per cercare una soluzione ai problemi di incolumità pubblica e per la salvaguardia delle coltivazioni nella zona, tutelando allo stesso tempo il benessere di questi esemplari di cavalli liberi. Non ho mai nutrito dubbi sull’infondatezza di certe accuse provenienti da alcune frange dell’opinione pubblica: ora è tempo di ritrovare la compattezza e lavorare tutti nella stessa direzione per il bene del territorio».

L'associazione Rewild ha replicato con una nota: «Il referto dell'autopsia sui due cavalli deceduti il 29 gennaio scorso ha rivelato che entrambi gli animali presentavano traumi interni molto gravi compatibili con un evento traumatico da impatto (suolo o autoveicolo). È stato effettuato anche l'esame del dna su tamponi prelevati dal corpo della femmina per verificare eventuali predazioni. Il dna rilevato è risultato corrispondente a quello di un cane e non di un lupo. I fori sul corpo della femmina non sono risultati compatibili con dei proiettili. Non si è trattato dunque di colpi da arma da fuoco, contrariamente a quanto abbiamo comunicato precedentemente. La notizia diffusa si basava sul referto medico del veterinario che ha effettuato la diagnosi sul posto. Detto questo, è una buona notizia sapere che non si sia trattato di un incidente dovuto a un'arma da fuoco. Siamo contenti che il lavoro fatto dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale tolga ogni dubbio sulla possibilità di un evento violento».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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