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9 Gennaio 2024
16:06

I canti degli ultimi gibboni dal ciuffo svelano che l’estinzione è ancora più vicina

Il gibbone dal ciuffo o cao vit è uno dei primati più rari e minacciati al mondo e secondo un nuovo studio è ancora più vicini all'estinzione di quanto creduto fino a oggi. Ne restano appena 74 ma non tutto sembra però perduto.

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Un gruppo di gibboni cao vit. Foto di Nguyen Duc Tho/Fauna & Flora

Il gibbone dal ciuffo o crestato è uno dei primati più rari e minacciati della Terra e sopravvive solo in un unico fazzoletto di foresta di meno di 5.000 ettari, al confine tra Vietnam e Cina. Fino a oggi si pensava ne rimanessero al mondo circa 120 individui in tutto, ma un nuovo studio, purtroppo, ha ridotto ulteriormente questa già drammatica stima. Utilizzando un nuovo sistema di monitoraggio, che ha permesso grazie alla tecnologia di identificare le firme vocali degli individui, i ricercatori hanno calcolato che sono appena 74 i gibboni rimasti, bene il 38% delle stime precedenti.

Questi dati allarmanti, che spingono ancor più vicino al baratro dell'estinzione questa specie, emergono da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Scientific Reports, un lavoro durato anni e guidato dai ricercatori e dai conservazionisti locali della ONG Flora&Fauna, che sperano ora di poter incentivare misure di conservazione più efficaci e mirate per salvare gli ultimi gibboni dal ciuffo e i loro canti unici. Questa specie, infatti, come altri gibboni, produce vocalizzazioni uniche, dei veri e propri canti gli scienziati hanno utilizzare per stimare in maniera più accurata gli individui riamasti.

Nomascus nasutus, questo il nome scientifico della specie, è conosciuto anche come gibbone "cao-vit", termine utilizzato dalle popolazioni locali in Vietnam per identificare questa specie e che si ispira proprio alle loro iconiche vocalizzazioni. Anche i ricercatori che studiano questi rarissimi primati preferiscono ora chiamarlo così, perlomeno dal 2002, quando la specie fu riscoperta nel paese dopo essere stata a lungo ritenuta ormai estinta. Dagli anni 60 fino agli anni 2000, infatti, non c'erano più stati avvistamenti, ma la gioia per la sua riscoperta potrebbe essere ora smorzata da queste ultime e poco incoraggianti stime.

In questo nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato per la prima volta una tecnica chiamata "vocal fingering", in cui vengono usati registratori acustici per ascoltare i canti dei gibboni e identificare la firma vocale di ogni singolo individuo. Come per noi umani, il canto di ogni singolo gibbone è infatti unico, con quello dei maschi (dal manto nero) che è particolarmente caratteristico. I ricercatori hanno quindi installato quasi 30 postazioni di ascolto in tutta la foresta, registrando i canti dell'alba fino a tarda mattinata, il momento della giornata durante il quale questi primati sono particolarmente chiacchieroni.

Il censimento è stato inoltre integrato con attività di monitoraggio più standard e dall'utilizzo di droni dotati di termocamere, che hanno permesso al team di individuare e contare il numero di individui nella foresta in maniera molto più accurata. E le stime parlano chiaro: sono 74 i gibboni cao-vit rimasti, tutti suddivisi in 11 gruppi familiari differenti. La specie è perciò molto più vicina all'estinzione di quanto creduto finora, un dato allarmante che però, tuttavia, servirà come base più solida per orientare meglio le azioni di gestione e di conservazione e monitorarne il successo nel tempo.

Non tutto infatti è perduto, anche perché, nonostante questa nuova stima al ribasso, non ci sono prove che la popolazione sia diminuita negli ultimi anni, anzi. Secondo gli esperti il numero dei gibboni è comunque in crescita e il monitoraggio a lungo termine negli ultimi anni ha constatato la formazione di nuovi gruppi familiari. Grazie allo studio della firma vocale, i ricercatori sono stati in grado di dipingere quindi un quadro molto più chiaro della dimensione della popolazione e della posizione dei territori di ciascun gruppo.

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Sono appena 74 i gibbone cao vit rimasti al mondo.

Questo nuovo metodo non solo è più accurato, ma anche meno invasivo, permettendo di studiare i gibboni senza disturbarli mentre sono nel loro habitat naturale. Tuttavia, il gibbone cao vit corre evidentemente un pericolo molto più immediato di quanto si pensasse in precedenza, a causa delle minacce legate alla dimensioni molto ridotta della popolazione. Misure di conservazione per proteggere questo sfuggente primate sono però già in atto, sin da quando è stato riscoperto nel 2002 in Vietnam e poi in Cina nel 2006.

Tra queste ci sono l'istituzione di due aree protette, il pattugliamento regolare da parte di ranger e gruppi locali per evitare atti di bracconaggio, monitoraggio e ricerca a lungo termine sulla specie, ripristino dell'habitat e gestione sostenibile delle risorse naturali, cooperazione tra i due paesi per la conservazione della specie e soprattutto sensibilizzazione sulla difficile situazione dei gibboni con eventi educativi nelle scuole e con le comunità locali. È infatti solo grazie all'impegno e al coinvolgimento di chi vive questi territori che si potrà assicurare un futuro al gibbone cao vit e al suo canto unico.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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