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13 Marzo 2024
9:00

I cani si offendono?

I cani mostrano chiaramente segni di disagio o di alterazione del comportamento in risposta a determinate azioni o cambiamenti nell’ambiente, ma è davvero corretto dire che si offendono? Probabilmente no.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Spesso tendiamo ad attribuire ai nostri amici a quattro zampe emozioni e sensazioni che appartengono al nostro mondo emotivo, per questo motivo molte persone si chiedono se anche i loro cani si possano offendere. Ma è davvero corretto dire che un cane si offende? O stiamo proiettando su di loro i nostri sentimenti, in un fenomeno noto come antropomorfizzazione?

La capacità di un cane di sentirsi “offeso” presuppone la comprensione di un torto subito, il che a sua volta implica una forma di cognizione sociale avanzata e di una consapevolezza del sé molto sviluppata, e questo è un tema alquanto dibattuto in campo scientifico. Sebbene i cani mostrino chiaramente segni di disagio o di alterazione del comportamento in risposta a determinate azioni o cambiamenti nell’ambiente, interpretare questi segnali come un senso di offesa può non essere del tutto accurato.

È più corretto parlare di reazioni a stimoli specifici che possono causare stress, paura o ansia nei cani, piuttosto che attribuire loro emozioni complesse di cui ancora non abbiamo delineato i tratti identificativi.

Le emozioni del cane

Parlare di emozioni nel contesto animale, e in particolare in riferimento ai cani, richiede una certa cautela. Gli scienziati concordano sul fatto che i cani, come esseri senzienti, sperimentano una gamma di emozioni, ma è importante distinguere tra quelle basilari, come la paura, la gioia, la tristezza, eccetera, e quelle più complesse, come il senso di colpa, la gelosia, la vergogna o l’offesa, che richiedono un livello di consapevolezza di sé e degli altri più articolato. Questo tipo di emozioni si definiscono secondarie e sono complesse, ossia si compongono di più elementi.

Per esempio la gelosia ha a che fare con un aspetto sociale, ossia il rapporto tra due individui ed un terzo diciamo “incomodo”, e una emozione primaria, che di volta in volta può essere diversa, per esempio la gelosia può essere sulla base della rabbia (nei confronti dell’incomodo o del referente sociale principale), oppure della paura (per la possibile perdita di una relazione con il nostro referente a causa del terzo incomodo).

Il fatto che queste emozioni siano complesse significa anche che sono difficilmente riconoscibili non avendo una espressione propria chiara, o prototipica, come invece ce le hanno le emozioni dette «primarie», per esempio l’espressione della gioia, l’espressione della paura, e via dicendo, sono evidenti e ineluttabili negli esseri umani come nei cani, anche se alle volte alcune di queste, come il disgusto, possono essere fonte di dibattito.

I motivi per cui il cane si sentirebbe “offeso"

Esaminando i comportamenti che potremmo interpretare come segni di un cane “offeso”, spesso si tratta di reazioni a specifiche situazioni che alterano il benessere dell’animale. In sostanza vediamo alcune situazione nelle quali noi siamo portati a pensare che il cane si possa offendere, al netto di quanto detto in precedenza, ossia che si tratta per lo più di una inferenza nostra ancora tutta da studiare ed analizzare. Questi possono includere, per esempio:

  • Cambiamenti improvvisi nella routine: i cani sono creature abitudinarie e possono mostrare segni di disagio o disappunto quando la loro routine quotidiana viene interrotta. Naturalmente questo ha a che fare con le caratteristiche soggettive di un individuo, alcuni cani infatti sono molto più flessibili e adattabili di altri.
  • Rimproveri o punizioni: risposte negative o punitive da parte del compagno umano possono causare stress o paura nel cane, che potrebbero essere interpretati erroneamente come offesa. Indubbiamente i cani hanno grandi capacità espressive, e questo contribuisce ad una lettura alle volte forzata dello stato emotivo del nostro compagno. D’altro canto, non potendo chiedere conferme a voce, il tema resta aperto.
  • Negligenza o mancanza di attenzione: un cane può mostrarsi indifferente o distante se si sente trascurato o se non riceve sufficiente stimolazione mentale e fisica. Ecco che alcune persone sono dunque portate a dire che il cane si sente “offeso” e lo dimostra ignorandoli. Attenzione però perché tra le mille ragioni di un comportamento del nostro cane la maggior parte di queste non hanno a che fare con noi direttamente. Quindi l’indifferenza spesso è causata da altre stimolazioni che in quel particolare momento risultano prioritarie, anche se noi non siamo in grado di rilevare alcunché. Sappiamo molto bene che, per esempio, gli organi di senso dei nostri cani lo proiettano in una realtà fatta di odori e suoni che per noi non sono rilevabili.

In questi casi, il comportamento che potrebbe sembrare un’offesa è più probabilmente una manifestazione di disagio emotivo o fisico, una reazione agli stimoli piuttosto che un’emozione complessa come l’offesa.

Cosa possiamo fare

Comprendere la natura delle emozioni e dei comportamenti canini è fondamentale per sviluppare una relazione armoniosa e rispettosa con il nostro compagno a quattro zampe. Ecco alcune azioni che possiamo intraprendere:

  • Mantenere una routine stabile: assicurarsi di fornire una routine quotidiana costante e appagante può aiutare a ridurre lo stress e l’ansia nel cane.
  • Usare metodi di training positivi: invece di ricorrere a rimproveri o punizioni, invece assumere un atteggiamento positivo per incoraggiare i comportamenti desiderabili.
  • Dedicare tempo, e tempo di qualità: interagire regolarmente con il cane, attraverso giochi, passeggiate e sessioni di training, per rafforzare il legame e garantire il suo benessere emotivo e fisico. La relazione si rafforza con il tempo condiviso, meglio ancora se di qualità, soprattutto in quelle fasi della vita del cane in cui ha più bisogno di fare esperienze e apprendere la complessità di questo mondo così tanto antropizzato e poco naturale per un cane.

In conclusione, mentre l’idea che i cani possano sentirsi offesi è interessante, è più accurato interpretare i loro comportamenti come reazioni emotive a specifici stimoli piuttosto che come manifestazioni di emozioni complesse. Attraverso una comprensione empatica e informata del loro modo di essere, possiamo migliorare la qualità della vita dei nostri amici canini e arricchire la nostra relazione con loro. Inoltre è importante interrogarsi su alcuni aspetti ancora oscuri del mondo delle relazioni.

Se è vero che le emozioni fanno parte del bagaglio evoluzionistico di ogni specie animale, funzionali alla salvaguardia della vita e della prosperità degli individui, è anche vero che ogni specie animale ha attraversato una sua peculiare storia, alle volte similare a quella di altri animali ma comunque peculiare, o meglio, specie-specifica, allora la domanda che viene spontanea è: se il cane avesse tutta una serie di emozioni che noi non abbiamo, che non condividiamo come specie, ma che sono funzionali alla specie Canis familiaris, come potremmo accorgercene?

Alla fin fine riusciamo “solo”, per ora, a riconoscere quelle emozioni che noi condividiamo, almeno per quanto concerne quelle primarie, come detto, ma siamo anche consapevoli che l’Homo sapiens non è certo lo specchio del mondo, né tanto meno il metro di tutte le infinite forme di vita sul pianeta. È una questione complessa che forse non risolveremo mai… ma è anche molto affascinante che ci impegnerà moltissimo e forse le nuove tecnologie, prima o poi, riusciranno ad aiutarci in questo viaggio verso l’ignoto, a patto che noi si rimanga con la mente aperta e alimentata da una sana curiosità.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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