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28 Luglio 2023
9:00

I cani sentono la tristezza dei loro umani?

I cani sono in grado di leggere e comprendere le emozioni umane, ma le loro capacità emotive ed empatiche vanno persino ben oltre.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Spesso si dice che il cane è il miglior amico dell'uomo, un compagno leale, affettuoso e in molti casi, anche terapeutico. Questa serie di affermazioni si sentono da molte persone che vivono con un cane in tutto il mondo. Ma quanto è vero che i nostri amici a quattro zampe sono effettivamente in grado di comprendere le nostre emozioni, in particolare la tristezza? Esistono prove scientifiche a supporto di questa convinzione?

La scienza ha fornito diverse risposte a questa domanda, evidenziando come i cani siano effettivamente in grado di riconoscere e rispondere alle emozioni umane.

Uno studio condotto dall'Università di Londra ha dimostrato che i cani sono capaci di connettersi con lo stato emotivo delle persone quasi immediatamente. In particolare, alcuni cani mostrano un desiderio evidente ed altruista di dare conforto, di alleviare le sofferenze emotive e la tristezza dei loro referenti umani. Questa ricerca ha dimostrato che i cani reagiscono prontamente alla tristezza del loro compagno/a bipede, cercando di dare conforto, per esempio leccandogli la mano, portandogli il loro gioco preferito, o sedendosi accanto, o alle volte proprio sopra, il loro compagno umano.

Altri studi hanno rilevato che i cani sono in grado di "annusare" alcuni cambiamenti metabolici del nostro organismo che si manifestano in situazioni di stress o dolore, e rispondere di conseguenza. Viste le potenzialità sensoriali eccezionali dei cani, del resto, tutto ciò non dovrebbe suonarci troppo strano, soprattutto quando si parla di olfatto.

Va detto che la possibilità dei cani di far questo però non determina necessariamente che poi agiscano di conseguenza, o che abbiano appreso il significato di quel cambiamento biochimico interno. E non è nemmeno detto che, rilevato il cambiamento e compresone il significato, siano poi disponibili ad agire in un qualsivoglia modo. Ancora una volta qui entra in gioco sia la sensibilità che la personalità dei singoli individui che – non ci stancheremo mai di dirlo – è unica e irripetibile, proprio come il legame che noi abbiamo con il nostro cane. Anche questo è unico e irripetibile, nel bene e nel male.

Empatia nei cani: un legame ancestrale con l'uomo

Oltre a riconoscere le emozioni umane, molti cani mostrano una capacità di empatia sorprendente. L'empatia, in questo contesto, è però da intendersi nella sua accezione di "contagio emotivo". In sostanza non si limiterebbero a comprendere lo stato emotivo in cui si trova l'umano di riferimento ma facilmente loro stessi ne sarebbero influenzati a livello d'umore, in modo più o meno profondo.

I cani possono dunque imparare a leggere, con relativa facilità, le nostre espressioni facciali e il nostro tono di voce, e hanno una naturale predisposizione a farsi contagiare emotivamente dal nostro stato d'animo. Quando percepiscono un nostro umore intriso di emozioni negative, intraprendono condotte volontarie per dare aiuto, sostegno, a volte nel tentativo di riportare la situazione in uno stato di maggior equilibrio, almeno a loro modo di vedere. Altre volte si limitano a starci accanto, silenziosi, pazienti e "comprensivi". E pare proprio che siano più bravi della maggior parte di noi nel farlo, quantomeno in molti casi.

L'intenso legame emotivo tra cani e uomini risale a tempi molto antichi, quando la nostra sopravvivenza poggiava anche sulla collaborazione con questi animali, e viceversa. A quei tempi, avere cani nei nostri insediamenti significava avere dei vantaggi, per esempio potevano percepire una minaccia prima di noi e fare da sentinelle attente durante la notte, consentendoci di dormire sonni più tranquilli, ma anche di essere più efficaci in certe condizioni di caccia, e così via.

Insomma c'era tutta una serie di vantaggi reciproci nella convivenza e i cani che maggiormente erano abili nel comprendere gli esseri umani e ad empatizzare con loro, con buona probabilità, ottenevano un maggior riguardo rispetto a quelli più diffidenti e scontrosi. La reciproca comprensione e l'empatia tra cani e uomini si sono dunque consolidate nel corso del tempo, fino a diventare un elemento imprescindibile delle nostre vite.

I cani e le nostre emozioni: una relazione più unica che rara

In conclusione, i cani sono capaci di riconoscere le nostre emozioni e possono rispondere ad esse in modi talvolta sorprendenti. Possono essere talmente sensibili nei nostri confronti da essere influenzati dal nostro stato d'animo a tal punto da preoccuparsi o rattristarsi quando noi siamo tristi. D'altro canto sono animali dalla spiccata "intelligenza sociale", che hanno nella capacità di leggere il mondo attraverso gli occhi degli altri uno dei loro fondamentali talenti di specie, sviluppatosi molto prima di incontrare l'uomo, fin dai loro antenati, e poi di adattarlo in modo eccezionalmente flessibile, ad una specie così diversa quale la nostra. In sostanza, proprio come abbiamo fatto noi con loro.

Mettere in dubbio le facoltà cognitive ed emotive del cane e la sua capacità empatica è quindi un errore imperdonabile, oltre che sinceramente anacronistico. Inoltre la ricerca sulle loro facoltà continua e ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo, anche se, a dirla tutta, non c'è bisogno certo di grandi studi per rendersi conto delle doti dei nostri compagni a quattro zampe, specialmente quando si parla di capacità di comprensione e condivisione. Certo, tutto questo apparirà assurdo a coloro che invece vedono il cane come una cosa da usare, un oggetto, un utensile, e non un individuo, un'entità con la quale entrare in relazione…

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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