Avranno una nuova vita i cinque Cani Lupo Cecoslovacchi che, il 18 dicembre dello scorso anno, aggredirono a morte la 74enne Mariangela Zaffino, a Grugliasco (Torino). Gli animali erano della figlia, che proprio nel momento del fatto si trovava fuori casa. È stata lei a chiedere sempre di non colpevolizzare i cani e a proteggerli nonostante quanto accaduto. Oggi, dopo mesi passati in una clinica veterinaria, seguiti da alcuni specialisti, è stato deciso che andranno nelle Marche.
È stata una consulenza della Procura della Repubblica di Torino a stabilire che questi animali, due adulti e tre cuccioli (Ares, Aragon, Alex, Apache e Artù), avevano bisogno di un trattamento psicologico-riabilitativo. Due i criteri che sono stati seguiti in tutto questo periodo: non farli tornare a casa e non farli stare in branco. La pet mate ha spiegato al sostituto procuratore Francesco Traverso che mai erano stati aggressivi e che anzi erano abituati a stare da soli con la mamma. Con la scelta del trasferimento, entro fine anno, un allevatore ed educatore cinofilo inizierà a prendersi cura di loro.
Kodami aveva deciso di parlare della notizia di Grugliasco attraverso l'analisi a firma di David Morettini, istruttore cinofilo e componente del Comitato scientifico. «Questo trasferimento è una buona cosa – commenta l'esperto – Spostare i cani in un'altra regione prevederebbe, a mio parere, una cessione di proprietà, con la presa in custodia da parte di chi se ne prenderà cura. In questo caso penso che non sussistano più gli elementi di pericolo dei cani», aggiunge.
Ogni episodio di cronaca che coinvolge gli animali va trattato, del resto, come caso a sé. Quindi, ogni storia va valutata con le sue dinamiche, analizzando i ruoli dei protagonisti e i singoli caratteri. Le dinamiche vanno valutate con attenzione, altrimenti il rischio è che venga fatta di tutta l'erba un fascio. Per Morettini un atto di aggressione fatto in gruppo «può essere causato da motivazioni specifiche date da gestioni non corrette dei cani, con alte situazioni di stress».
Il rimando è al caso di Satriano, in Calabria (al centro della videoinchiesta "L'Ora blu – Satriano, analisi di una tragedia"), dove una ragazza è stata aggredita a morte da un gruppo di cani da pastore. Un elemento in comune tra i due casi può esserci solo andando a guardare infatti il lato umano, dal punto di vista del comportamento, come precisa Morettini: «ovvero quando si attiva un comportamento aggressivo che diventa un comportamento sociale contagioso, proprio come per i linciaggi che avvengono tra gli esseri umani». Diverse associazioni avevano avanzato proposte di adozioni di alcuni degli esemplari, tra cui Nathan, di taglia piccola, e Astrid, simil Maremmana. Il Comune di Satriano, in quel caso, aveva attribuito a un pastore, con un procedimento "per estensione", la titolarità di tutti i cani, semplicemente perché uno solo era stato microchippato. Una prassi logica in un caso dove pende l'accusa di omicidio colposo.
Sta di fatto che, comunque, la famiglia di Clc di Grugliasco potrà avere un futuro grazie alla rieducazione in una zona lontana dal fatto di cronaca. «Chiariamolo: l’abbattimento dei cani in Italia è poco usato. Gli animali se compiono fatti gravi vengono posti sotto la valutazione del veterinario comportamentalista dell’azienda sanitaria competente per territorio – conclude Morettini – L’eutanasia può essere disposta per due fattori: la pericolosità del cane, valutata osservando il comportamento, e l’affidabilità della persona che lo custodisce. Trovo corretto ciò che è stato fatto finora: non sono stati riportati alla persona ma gestiti a Grugliasco e valutati per avere un futuro».