Sono 12 i cani liberi di Morano Calabro, in provincia di Cosenza, che rischiano di finire per sempre in canile dopo una vita trascorsa in libertà nelle aree verdi del vicino Parco nazionale del Pollino.
A Morano la presenza di cani liberi sul territorio è da sempre costante e accettata da cittadini e amministrazioni. Qualcosa però è cambiato pochi mesi fa, quando alcuni residenti e commercianti del centro storico hanno denunciato la presenza di cani intenti a rovistare nell'immondizia, dando il via all'accalappiamento di uno dei cani liberi, al quale potrebbero seguire presto altri due.
Sono tre i cani segnalati all'Asp veterinaria come «aggressivi e fastidiosi», ma solo uno di questi, a causa di alcuni problemi di deambulazione, è stato catturato e portato nel canile di Cassano, a 30 chilometri da Morano, dove in totale sono presenti quasi mille cani.
Ora i volontari temono soprattutto per gli altri due animali, sui quali pende un vero e proprio "mandato di cattura". A segnalare a Kodami la situazione è Teresa Marranghello, presidente della Federazione italiana Appennini (Fia) Calabria: «I cani liberi che abitualmente girano per il paese, dove scendono a mangiare o a riposarsi all'ombra di alcune siepi comunali, sono molto schivi nei confronti delle persone, ma non sono affatto aggressivi».
«Il cane accalappiato da circa 4 anni frequentava la zona, non ha mai dato segni di aggressività ed è stato preso con metodi anche poco rispettosi del benessere degli animali perché è stato trascinato per diversi metri mentre guaiva, incapace di scappare e molto spaventato», dice Marranghello.
La paura dei volontari che da anni si occupano di questi cani risiede proprio nel loro carattere: «Il canile non è un luogo dove un animale possa essere felice, dovrebbe in ogni caso essere un luogo di stallo temporaneo – chiarisce Marranghello – Ma per cani che non sono abituati all'essere umano, e che di conseguenza hanno un indice di adottabilità basso, il box può trasformarsi in una prigione a vita».
L'associazione, dal 2020 ad oggi grazie alla collaborazione con le amministrazioni comunali della zona, ha prelevato e sterilizzato quasi 90 cani tra cui cucciolate e adulti, molti dei quali dopo sono stati reimmessi sul territorio. Un'azione resa possibile a livello regionale grazie a un decreto del commissario ad acta n. 67 del marzo 2018 e che contestualmente prevede espressamente che l'animale per tornare debba «essere certificato come "cane socievole, non pericoloso per l'incolumità pubblica" da un medico veterinario esperto in comportamento animale».
Ruolo importante per la loro reimmissione è giocata dal Comune di Morano, che «per il tramite della Polizia locale, con l'ausilio delle associazioni animaliste e protezionistiche riconosciute e delle guardie zoofile» ha il compito di vigilare «sullo stato di salute psico-fisica dei cani reimmessi sul territorio», rendendosi contestualmente responsabile dei danni causati da questi.
Un impegno che il sindaco di Morano, Niccolò De Bartolo, sentito da Kodami ha intenzione di assumersi: «Mi impegno, attraverso Polizia locale, a capire bene la segnalazione arrivata alle autorità sanitarie e a fare di tutto per favorire la reimmissione sul territorio di questi animali. Per noi, il fatto che siano schivi nei confronti dell'essere umano non è rilevante ai fini della loro liberazione e se il veterinario esperto in comportamento è d'accordo saranno liberati».
Il Primo cittadino non può bloccare una segnalazione arrivata all'Asp, tuttavia può lavorare per favorirne la reimmissione: «In tal senso abbiamo fatto più convenzioni con le associazioni e quando non è possibile il ritorno sul territorio di cani aggressivi abbiamo anche tentato percorsi di rieducazione, cosa andata a buon fine in tre casi – continua De Bartolo – La nostra amministrazione è da sempre sensibile al tema della tutela degli animali perché pensiamo che sia possibile salvaguardare insieme il benessere dei cittadini e quello degli animali».
Infine, è il Sindaco stesso a lanciare un appello ai volontari locali: «Siamo disposti a fare di tutto per fare tornare i cani liberi, ma per decreto il cane deve essere sempre affidato ad un tutore. Se le associazioni si faranno avanti per vigilare sul cane, tutto il processo di reimmissione sarà molto più veloce. Ognuno deve fare la propria parte, e il Comune è disposto a farla».
Necessario, tuttavia, è anche agire sulla cultura dei cittadini, spesso poco informati rispetto ai diritti dei cani liberi. Il Comune di Morano è il terzo per estensione della provincia cosentina e al suo interno convivono una molteplicità di situazioni, in cui gli animali sono percepiti in modi altrettanto diversificati. Se gruppi di cani liberi sono accettati da coloro che vivono a ridosso del vicino Parco nazionale, la situazione cambia per i commercianti della zona più interna, meno avvezzi a confrontarsi con la realtà di cani privi di umani di riferimento.
Proprio da questi ultimi è partita la segnalazione all'Asp veterinaria. Se non si interverrà per spiegare come realizzare una convivenza positiva per tutti, a farne le spese saranno come sempre gli animali: destinati ad affrontare ciclicamente lo stallo in canile, fino a rischiare di non uscirne più.