Non è la prima volta che accade: i cani sono stati spesso oggetto di regali tra i capi di Stato, sballottati da una parte all'altra del mondo come "simbolo" di amicizia ma, in fondo, visti appunto come meri oggetti.
Questa volta è stato il presidente nordcoreano Kim Jong Un a donare al presidente russo Vladimir Putin una coppia di Pungsan, una razza locale. I due sono stati fotografati nel momento della "consegna" mentre guardano i cani legati a una recinzione ricoperta di rose: un set ben costruito per mostrare l'incontro che è stato mandato in onda sulla televisione di Stato nordcoreana. Mentre i cani erano appunto immobili, costretti dai guinzagli, Kim dava carote a un cavallo mentre Putin accarezzava gli animali sulla testa.
E proprio i cavalli sono gli animali simbolo del potere del dittatore asiatico: Kim, infatti, spesso è stato mostrato dai media locali mentre cavalca uno stallone bianco sul Monte Paektu durante una nevicata nel 2019, immagine che è diventata anche un meme molto diffuso su Internet. Anche nel 2022 Kim si è mostrato in un video sempre mentre monta un cavallo bianco, altro messaggio di propaganda per affermare la sua figura di indiscusso leader supremo. La scelta dei cavalli non è casuale: richiama il mito del cavallo alato Chollima, la cui statua svetta sul colle Mansu di Pyongyang, capitale della Corea del Nord. Il cavallo alato rappresenta la velocità di questo animale mitologico che, secondo la tradizione, è in grado di percorrere centinaia di chilometri al giorno e rappresenta la ricostruzione di Pyongyang avvenuta negli anni 40 dopo la guerra di Corea.
I Pungsan sono una razza locale allevata nella contea omonima per la caccia durante la dinastia Joseon (1392-189). Del loro profilo caratteriale si sa poco o, meglio, le fonti online descrivono una personalità dotata principalmente di una forte motivazione affiliativa e collaborativa, mentre poco viene sottolineato l'aspetto predatorio che per un cane da caccia dovrebbe essere anche messo in evidenza. In Corea del Nord sono considerati simbolo nazionale e di loro si parla spesso in relazione al Jindo, razza invece tipica della Corea del Sud e di tipo Spitz. Entrambe le razze sono riconosciute in Giappone dal 1937.
Ritornando ai cani come regali politici, qualche tempo fa altri due Pungsan erano stati protagonisti di uno scontro politico tra le due Coree. Gomi e Songgang, questi i nomi dei cani, erano stati donati da Kim Jong-un all’ex presidente Moon (Corea del Sud) al vertice di Pyongyang nel 2018 come segno di dialogo tra le due Coree. Alla fine del mandato di quest'ultimo, l’attuale leader Yoon Suk-yeol non vuole più badare al loro mantenimento.
Per quanto riguarda Putin non è la prima volta che mostra questo lato tenero nei confronti del "migliore amico dell'uomo". Un video in particolare è rimasto nell'immaginario collettivo, in occasione di un altro dono che gli fu fatto in occasione del suo 65esimo compleanno da parte di Kurbanguly Berdymukhamedov, al tempo presidente del Turkmenistan. In quell'occasione A Putin fu consegnato un cucciolo ma in maniera brutale da parte del suo "collega", tanto che intervenne duramente per fermarlo nel momento in cui il leader turkmeno aveva preso il cane per la collottola, alzandolo in aria senza alcun rispetto del piccolo. Il presidente russo non aveva perso tempo e lo aveva preso dalle mani di Berdymukhamedov, tenenedolo poi teneramente in braccio, baciandolo anche sul naso.
Dell'amore dei dittatori per i cani ne abbiamo già parlato su Kodami, sottolineando nell'articolo che viene da lontano. Gli animali, infatti, sono da sempre simboli importantissimi per la nostra cultura, e le dittature in effetti sono notoriamente iconografiche, in special modo quelle moderne, in costante ricerca dell'indottrinamento di massa. Come del resto ben sapeva Adolf Hitler, fondatore e teorico del Nazionalsocialismo tedesco che era particolarmente legato alla razza canina più "germanica" di tutte, il Pastore tedesco o Lenin che era un amante di cani e gatti e numerose sono le foto d'archivio che lo ritraggono con loro.