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13 Luglio 2022
13:53

I cani che fiutano la COVID-19 dell’Università di Milano: «Pronti per lo screening di massa»

Si è concluso lo studio dell'Università di Milano sui cani per la diagnosi precoce della COVID-19. Grazie all'olfatto, gli sniffer dog possono fiutare la COVID con una sensibilità di oltre il 90% e potrebbero essere utilizzati per lo screening di massa in luoghi affollati come scuole, stazioni o aeroporti.

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Intervista a Prof.ssa Mariangela Albertini
Professoressa di Fisiologia ed etologia degli animali domestici dell'Università di Milano e coordinatrice del progetto
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Si è appena concluso lo studio del dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali dell'Università di Milano, intitolato "Gli sniffer dog per la diagnosi precoce della COVID-19 nell'uomo". Un progetto ambizioso, i cui risultati sono ancora in fase di pubblicazione, ma che attraverso la collaborazione con i cani e al loro formidabile olfatto potrebbe permettere uno screening di massa rapido, non invasivo ed economico. «I nostri risultati dimostrano che i cani sono formidabili nel rilevare la COVID-19 – spiega a Kodami la professoressa Mariangela Albertini, coordinatrice del progetto – e potrebbero tranquillamente essere utilizzati in luoghi affollati o di passaggio come scuole, stazioni o aeroporti».

Lo studio condotto con il supporto degli addestratori dell'MDDI (Medical Detection Dogs Italy) e con la collaborazione del professor Massimo Galli, primario del Sacco di Milano, ha fatto affidamento sulla lunga esperienza del laboratorio già accumulata in diversi altri progetti con gli sniffer dog, come quello per il rilevamento dei tumori. «Partendo da lì abbiamo pensato di provare anche con la Covid – racconta Mariangela Albertini – I cani riconoscono rapidamente con l'olfatto i VOC, composti volatili associati alle patologie e che alterano l'odore delle persone. Dopo i primi esperimenti abbiamo notato che il sudore delle ascelle era il modo migliore per testare questa cosa e così è cominciata la fase sperimentale».

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Per farlo sono stati utilizzati dei tubicini di plastica, gli stessi usati per addestrare i cani antidroga, impregnati dei composti volatili presenti del sudore. I tre cani che hanno partecipato all'esperimento hanno imparato a distinguere il campione positivo da uno o numerosi altri campioni negativi: «Abbiamo cominciato con 4-5 cani ma un paio li abbiamo dovuti escludere, semplicemente perché non erano predisposti o non avevano la voglia di partecipare a prove del genere – spiega la professoressa Albertini –  Per esempio, il mio preferisce giocare in modo diversi, quindi questo fa capire quanto siano fondamentali la relazione, la personalità e le preferenze del singolo individuo».

I tre cani addestrati hanno partecipato a un paio di sedute alla settimana della durata di circa 15 minuti e ognuno aveva il suo personalissimo modo per segnalare i campioni positivi in cambio di un premietto: «C'era chi si metteva seduta, chi segnalava con la zampa e chi invece si sdraiava a terra – Prosegue Mariangela Albertini – Ci sono voluti circa sei mesi per ottenere i primi risultati, che sono stati assolutamente eccezionali. Tutti i cani hanno raggiunto oltre il 90% di sensibilità, un'accuratezza di molto superiore a quella dei tamponi rapidi».

I risultati in laboratorio sono stati per i ricercatori più che incoraggianti e così sono passati alla fase successiva: i test sulle persone di tutte le età. I ricercatori hanno lavorato fuori dalle farmacie con altri 5 cani addestrati, direttamente in contatto con chi era in attesa del tampone: «Nemmeno noi sapevamo se queste persone fossero positive o meno – continua la professoressa Albertini – Ma ogni volta che un cane ne segnalava una, il tampone risultava effettivamente positivo. Li abbiamo testati anche su di me quando mi sono ammalata ma i cani non mi avevano segnalato, così mi sono preoccupata molto. In realtà avevano ragione loro, perché ero tornata negativa e ancora non lo sapevo!».

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Lo studio dell'Università di Milano ha dimostrato che il fiuto dei cani addestrati può rappresentare un valido alleato da affiancare ai test su grande scala: «Noi siamo estremamente contenti dei risultati ottenuti, raggiunti tra l'altro con scarsi finanziamenti, e abbiamo dimostrato che anche in luoghi affollati i cani se la cavano molto bene sfiorando il 90% di precisione – prosegue la professoressa Mariangela Albertini – Gli animali rispondono in maniera rapidissima, all'istante, per cui questo tipo di test non invasivo è veloce e abbastanza economico, occorre solo formare il cane. Gli sniffer dog permetterebbero uno screenig rapido su tantissime persone e si potrebbero ottenere gli stessi risultati già evidenziati all'esterno delle farmacie anche all'ingresso delle scuole o altri luoghi affollati».

Secondo i risultati ottenuti, dunque, i cani e gli addestratori sono pronti e non ci sono controindicazioni per l'utilizzo su scala più ampia, nemmeno per quanto riguarda le possibilità di contagio per gli animali. Diversi studi scientifici hanno già dimostrato che il rischio di contagio da COVID-19 per i domestici è molto basso. La professoressa Mariangela Albertini al riguardo afferma che non c'è alcun pericolo per gli sniffer dog: «I composti volatili associati alle patologie si impregnano dell'odore della persona positiva ma non del virus, per cui questa questa attività è molto sicura anche per i cani».

Considerando inoltre che il virus non è affatto sconfitto e che i contagi sono nuovamente in crescita, ancora una volta il fiuto e la millenaria collaborazione tra cani e umani potrebbe fare la differenza, anche nella lotta alla COVID-19.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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