Nelle ultime ore sta girando un video su Internet che ritrae un'incredibile quantità di caimani radunati su una spiaggia di Pantanal, in Brasile. Molti utenti del web, preoccupati del fenomeno, affermano che i caimani avvertono il pericolo e che sta per accadere qualcosa di brutto, ma niente paura: non sta arrivando la fine del mondo.
Sicuramente le immagini mostrate dal video sono strabilianti: centinaia di caimani sono distesi su una spiaggia, quasi tutti rivolti nella stessa direzione. Non ci sono persone nelle vicinanze e la maggior parte di essi sembra immobile. A una prima occhiata potrebbe sembrare un fenomeno innaturale, ma ci sono delle possibili spiegazioni più che valide.
Innanzitutto il video è stato girato a Pantanal, a Mato Grosso do Sul, uno stato federato brasiliano, e più precisamente nel Comune di Corumbá. Nonostante sia difficile capire chi sia l'originale artefice delle riprese, si può ascoltare la voce pacata della persona dietro la telecamera: l'uomo non è sorpreso del fenomeno e semplicemente esclama: «Per quelli che non hanno mai visto degli jacarè. Qui siamo a Pantanal, Mato Grosso do Sul, comune di Corumbá. E c'è anche un mucchio di jatobá».
Per gli amanti della natura questo luogo è un vero è proprio paradiso. Il Pantanal è la più grande zona umida del mondo e camminare nell'acqua alta o viaggiare veloci con una leggera imbarcazione è lo stile di vita che hanno scelto i residenti della zona. È un'immensa pianura alluvionale soggetta a inondazioni periodiche e si trova in un'area centrale del Sudamerica situata per gran parte in Brasile.
Si estende per circa 150.000 chilometri quadrati e per nove mesi all'anno viene sommersa dalle acque per l'80% della sua superficie. Nonostante sembri un habitat impervio è un luogo ad altissima biodiversità, addirittura considerato l'ecosistema con il maggior numero di specie di flora e fauna del mondo, tanto che nel 2000 è stato inserito nell'elenco delle riserve della biosfera e in quello dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Lì, nell'acqua torbida circondati dagli jatobá, un albero comune nei Caraibi, nell'America centrale e nel Sud America, è possibile osservare giaguari, capibara, formichieri giganti e diverse specie di uccelli. Concentrati sulla fauna sulla riva, però, non ci si accorge dei numerosi occhi che ci fissano a pelo d'acqua: sono i caimani che popolano la zona.
Come lo stesso uomo dichiara nel video, quelli ripresi sono proprio caimani jacarè (Caiman yacare), endemici delle zone tropicali e subtropicali del Sudamerica. Questo rettile può arrivare anche a 3 metri di lunghezza e si ciba principalmente di crostacei, molluschi, pesci, altri rettili, piccoli mammiferi e persino i famigerati piranha.
Fra i commenti del video e su alcuni blog che hanno ricondiviso le immagini si possono leggere persone allarmate: c'è chi dice che l'acqua è velenosa, chi pensa che stiano percependo un futuro terremoto o tsunami e, alcuni, scomodano addirittura l'apocalisse.
Sebbene non ci sia ancora una spiegazione ufficiale a questo evento, vedere molti caimani al sole in questo modo non è affatto innaturale. Innanzitutto la zona è riccamente popolata da questi animali che non sono in pericolo d'estinzione, ma sono considerati dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) a "rischio minimo".
Il motivo per cui i caimani, come qualsiasi altro rettile, si crogiolano al sole, poi, è facilmente intuibile osservando anche le lucertole che ci sfrecciano veloci davanti quando camminiamo per strada: stanno termoregolando o, come direbbero gli scienziati, fanno "basking". Questi animali, infatti, hanno bisogno del calore del sole per aumentare la loro temperatura corporea, ridurre l'energia necessaria per il mantenimento del metabolismo o semplicemente per rilassarsi.
Il motivo per cui sono rivolti quasi tutti nella stessa direzione, invece, è l'esposizione alla luce solare. Per ottenere la resa massima durante il basking, i rettili si posizionano in modo tale da riuscire a intercettare in maniera perpendicolare il maggior numero possibile di raggi solari.
Dunque, non dobbiamo correre ai ripari nell'attesa dei quattro biblici cavalieri dell'apocalisse, né tantomeno rifugiarci in un bunker. Solo con la curiosità e la corretta informazione è possibile diradare le nuvole di dubbio e di paura che, a volte, possono offuscarci la vista.