È forse il terrore più grande di chi vive a ridosso delle aree di campagna: veder entrare dalla porta di casa il proprio cane con la ferita provocata da uno sparo. È questo che è successo all'educatore cinofilo Luca Scanavacca.
«Circa una settimana fa i mio cane Pongo è rientrato a casa con una zampa sollevata – spiega a Kodami – inizialmente ho pensato a un incidente, poi mi sono reso conto che la zampa era piena di sangue e con diversi fori. Il veterinario ha poi confermato la presenza nella zampa di diversi frammenti di pallini, di quelli che si usano per la caccia, che hanno leso l'osso e che resteranno all'interno perché l'intervento è troppo rischioso».
Scanavacca vive con la compagna, i figli e tre cani a Momo, un piccolo Comune in provincia di Novara che conta appena 2 mila abitanti. È qui che ha realizzato all'interno di un'ampia area verde recintata un polo per attività di pet therapy con i bambini e di riabilitazione per cani. «Probabilmente qualcuno nell'aperta campagna circostante ha sparato all'interno della nostra proprietà colpendo il cane. Mi fa paura perché facciamo anche attività con i bambini».
La mattina l'educatore permette ai suoi cani di muoversi liberamente e di fare il bagno nel lago all'interno dell'area recintata, all'esterno però si trova una zona di aperta campagna frequentata da cacciatori in tutti i periodi dell'anno: «Durante la stagione venatoria sembra una zona di guerra. E anche se adesso che la caccia è finita la mattina continuo a sentire il rumore di spari».
È la prima volta che capita un incidente come quello che ha coinvolto Pongo, ma il timore è che non sia l'ultimo. «Con la "legge Sparatutto" vedo che è stata presa una involuzione preoccupante che non coinvolge solo la parte faunistica – sottolinea Scanavacca – ma la strumentalizzazione di tutti gli animali, anche quelli familiari. Persino nel postare una foto del proprio cane non c'è una ricerca del piacere della relazione ma lo sfruttamento di un oggetto via social».
L'appello dell'educatore cinofilo è quindi non solo a prestare attenzione all'uso delle armi ma ad acquisire una maggiore consapevolezza: «Non si sta facendo abbastanza a livello educativo per sensibilizzare la società verso temi importanti. L'ambiente non è passato semplicemente in secondo piano, ma all'ultimo. Non si parla più di problematiche come cementificazione e cambiamento climatico. Mi spaventa quello che lasceremo ai nostri figli. Dobbiamo ritrovare quell'umanità che ci può portare a costruire un rapporto con animali e con tutte le componenti del nostro Pianeta».