Se i Bulldog Inglesi continuano a essere allevati con queste caratteristiche fisiche, il loro allevamento potrebbe essere bandito anche nel Regno Unito. Queste le conclusioni di un nuovo studio pubblicato il 15 giugno su Canine Medicine and Genetics che fornisce ulteriori dettagli sulle possibili malattie e disturbi che questo animale può sviluppare.
Che il Bulldog Inglese abbia numerosi problemi di salute è noto agli amanti di questa razza. Originariamente nato come un cane muscoloso e atletico per i combattimenti contro i tori, nel corso degli anni è stato allevato per essere un animale da compagnia con un cranio corto (brachicefalia), mascella sporgente, pieghe della pelle e una tozza corporatura. Queste caratteristiche fisiche sono connesse a diversi problemi di salute e Stati come i Paesi Bassi e la Norvegia hanno limitato l'allevamento di Bulldog Inglese negli ultimi anni.
Il nuovo studio condotto dal Royal Veterinary College, in Inghilterra, quantifica e chiarisce ancor meglio le malattie e le gravi condizioni cliniche che questa razza può sviluppare rispetto agli altri cani. I ricercatori hanno confrontato le cartelle cliniche veterinarie di tutto il Regno Unito a partire dal 2016 riscontrando che in media i Bulldog Inglesi hanno il doppio delle probabilità di essere diagnosticati con almeno un disturbo.
Quali sono le patologie che sviluppano i Bulldog Inglesi
Più in particolare, i Bulldog Inglesi rischiano di sviluppare spesso dermatiti e una condizione dell'occhio chiamata prolasso della terza palpebra o cherry eye. La condizione comporta che la terza palpebra del cane sporge con una massa rossa gonfia nella parte inferiore dell'occhio. Inoltre i cani di questa razza sono più a rischio di prognatismo mandibolare, una particolare condizione dove la mascella inferiore è troppo lunga rispetto alla mascella superiore.
Fra i rischi più seri c'è sicuramente la sindrome broncopneumopatia cronica ostruttiva, una malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata da un'ostruzione irreversibile delle vie aeree che può portare a gravi problemi respiratori. Gli autori riferiscono anche che una buona parte dei Bulldog esaminati avevano un'età inferiore agli otto anni, il ché conferma come questi animali abbiano una durata della vita media inferiore rispetto agli altri cani.
Secondo gli autori questi problemi di salute sono destinati ad aumentare. Quella che l'uomo ha effettuato per tanti anni con la maggior parte dei cani è chiamata "selezione artificiale": gli allevatori forzano l'accoppiamento fra animali scegliendo a priori le caratteristiche fisiche che vogliono far apparire nelle future generazioni. Nel caso dei cani brachicefali, sì prediletta la forma del muso schiacciato, la mascella sporgente, gli occhi rotondi ed espressivi e così via. Facendo accoppiare cani con queste caratteristiche accentuate si ha più probabilità di ritrovarle nei cuccioli. Sfortunatamente questo processo è dettato spesso dalla moda e dal fatto che questi cani ci appaiono più simpatici, ignorando i numerosi problemi di salute che questa pratica si porta dietro.
La posizione di Kodami e l'opinione degli esperti
Quella delle razze di cani brachicefali è una questione che a Kodami sta molto a cuore. Spesso ci siamo posizionati contro la selezione artificiale che predilige caratteristiche fisiche così estreme nei cani. Per assecondare il nostro gusto e la moda del momento costringiamo questi animali a sopportare condizioni di vita penose. Lo scorso primo aprile abbiamo mandato anche un messaggio importante. Uno scherzo, certo, ma con un serio intento di denunciare la condizione nella quale versano i nostri compagni animali.
Questo è quello che accade, e continua ad accadere ancora oggi, in moltissimi allevamenti di Bulldog Inglese e di altre razze brachicefale. Ciò che suggeriscono gli autori dello studio non è un'interruzione dell'allevamento ma una ridefinizione degli standard. Se le future generazioni di Bulldog Inglese venissero allevate con caratteristiche fisiche meno accentuate si avrebbe, di conseguenza, un netto miglioramento della qualità della vita di questi cani e si eviterebbe, con tutta probabilità, che l'allevamento di questo animale venga bandito anche in altri paesi.