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15 Giugno 2022
10:06

I bimbi e gli animali all’ospedale Santobono di Napoli: «Il cane è un ponte con la normalità»

Da febbraio 2022 all'ospedale pediatrico Santobono-Pausillipon di Napoli i piccoli pazienti incontrano i cani del progetto Can per Interventi assistiti con animali. Ce ne parla la responsabile Ludovica Pierantoni.

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Intervista a Dott.ssa Ludovica Pierantoni
Medico veterinario responsabile del progetto Can
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«Ci sono bambini che non vedono l'ora, che aspettano con entusiasmo e che hanno trovato una nuova motivazione per tornare a usare le mani che non riuscivano più a muovere». E’ così che Ludovica Pierantoni inizia il racconto a Kodami degli Interventi assistiti con animali (Iaa) con i piccoli pazienti dei reparti di neurochirurgia e neuroncologia pediatrica dell'ospedale pediatrico Santobono-Pausillipon di Napoli.

Qui, all'intero di una ludoteca appositamente allestita su una terrazza esterna ai reparti, due volte a settimana, i cani e i loro coadiutori svolgono attività per migliorare la salute e il benessere dei piccoli pazienti.

Alla base di questo tipo di attività con gli animali, precedentemente note con il nome di pet therapy, c'è proprio la relazione con i cani: «I benefici di questa dinamica sono moltissimi. Il cane diventa un elemento di rottura all'interno della routine ospedaliera – spiega Pierantoni – Ma è importante anche l'aspetto ludico-comico per cui il bambino si rilassa facendo attività piacevoli che loro percepiscono come un gioco».

È stata proprio la veterinaria esperta in comportamento e in Iaa, responsabile dell'associazione Can (Comportamento animale Napoli), a rendere possibile la realizzazione di queste attività insieme al neurochirurgo Giuseppe Cinalli, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e responsabile della Neurochirurgia Pediatrica del Santobono-Pausilipon.

«Il cane permette di instaurare nuove dinamiche tra i bambini stessi e li porta a interagire tra di loro – continua Pierantoni – Molti bambini tornano ciclicamente a fare terapia, quindi il cane diventa un modo per ristabilire un contatto con quello che hanno lasciato a casa. L'animale diventa così un ponte con la normalità».

Dopo una campagna di crowdfunding lanciata dalla Onlus SOS-Santobono, che in pochissimo tempo è riuscita a raccogliere i fondi necessari, il progetto è partito ufficialmente nel febbraio 2022. «Dopo 4 mesi di attività stiamo osservando già numerosi benefici – sottolinea la veterinaria – I cani sono scevri da giudizio ed è un fattore importante per bambini che sono continuamente sottoposti a valutazione clinica».

iaa santobono
Lulu

Una valutazione molto attenta rispetto ai cani e ai bambini che possono partecipare alle attività è invece quella che passa attraverso un team multidisciplinare composto in prima battuta dalla psicologa Federica Realfonzo e dalla responsabile della riabilitazione Ilaria Riccio, e poi dalla stessa Pierantoni insieme ai colleghi Marzia Fontanella e Biagio Giorgio responsabile del progetto, presenti alle sedute in qualità di medico veterinario esperto in Iaa: «Quella che stiamo vivendo con i piccoli del Santobono-Pausillipo è una esperienza fortemente emozionante anche per gli operatori che lavorano con grande passione e competenza – dice Pierantoni – Il sentimento generale è che ci sia una grande partecipazione e la sensazione è che la presenza dei cani serva a tutti, non solo ai fruitori dell'attività».

Chi sono i cani del Santono-Pausillipon

Sono 6 i cani coinvolti nelle attività, di questi 2 o 3 lavorano con i bimbi: «Questi numeri ci consentono di ruotare le presenze per permettere di farli riposare e compiere circa una seduta a settimana a testa». Si tratta per lo più di meticci e ognuno ha la sua storia fatta in alcuni casi anche di abbandono e permanenza in canile. «Sfatiamo il mito secondo cui queste attività sono adatte solo ad alcune razze – sottolinea la responsabile di Canbridge University – È vero che alcune motivazioni sono più espresse in certe razze rispetto ad altre. Sicuramente i Golden Retriever possiedono un spiccata motivazione sociale e si considerano quindi particolarmente inclini alla Iaa ma molti altri cani possono avere questa forte motivazione».

Killian
Killian

Nella squadra che regolarmente si reca al Santobono ci sono appunto il dolce Golden Retriever Kilian; la Maltese Suma, amante del contatto fisico e recuperata da una cessione di proprietà; Chicca, meticcia tipo Spinone molto pacata e delicata; Lulu, meticcia di 10 anni e di ben 35 chili; Rio, meticcio di 3 anni e l'allegra Valentina, di 4 anni.

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Uno dei giochi con i piccoli pazienti del Santobono

«Si tratta di cani che hanno alle spalle molta esperienza in questo settore e ognuno, secondo il proprio carattere, fornisce un contributo unico e personale alla relazione con il bambino – ribadisce Pierantoni – Proprio questa varietà individuale permette di avvicinarsi a bambini con esigenze diverse. Sappiamo sempre prima quali bimbi saranno coinvolti nell'attività di quel giorno e non è infrequente seguire input che vengono dagli operatori del reparto».

Tra questi c'è anche Tommaso* un bambino di cinque anni reduce da una emorragia celebrale che da allora cerca di recuperare la funzionalità della mano destra.

«Tommaso rifiutava di fare le terapie riabilitative – ricorda Pierantoni – Quando è arrivato il giorno della sua primissima attività uno dei coadiutori lo ha invitato a farla con il cane provando a usare la mano destra che lui muove con difficoltà. Con l'aiuto del coadiutore, Tommaso è riuscito a portare a termine il gioco con il cane. La volta dopo un altro operatore gli ha proposto la stessa attività, da fare però con la mano sinistra, quella sana. Tommaso in quel caso si è rifiutato e ha scelto di usare nuovamente la mano destra. Il rapporto con il cane è stato dunque fondamentale: grazie a quell'esperienza Tommaso ha deciso di continuare a usare la mano con cui aveva difficoltà, un’impresa tentata invano dai fisioterapisti. Questo è uno dei traguardi che si possono raggiungere solo attraverso la relazione con il cane».

iaa santobono
Chicca

A condurre i cani sono coadiutori esperti: Biagio Giorgio, responsabile del progetto, Grazia Esposito, Antonio Mescia e Rosaria Vernese. Insieme a loro lavora il veterinario esperto in comportamento il cui compito è anche quello di valutare il benessere del cane che partecipa alla terapia.

«Il successo dell'attività è strettamente correlato al beneficio che può trarre il cane: per gli animali si tratta certamente di un carico importante, e per questo vengono sempre monitorati – sottolinea Pierantoni – Per noi questo è un aspetto fondamentale. Sin dalle prime fasi stiamo sottoponendo i cani a precisi test cognitivi allo scopo di valutare gli effetti a lungo termine di queste attività, monitorando anche i parametri fisiologici. In aggiunta a questa ricerca, i cui risultati speriamo possano confluire in una pubblicazione, i coadiutori annotano eventuali cambiamenti negli animali».

Le attività si tengono tutte all'interno di una ludoteca allestita appositamente su una terrazza esterna. Ai cani è infatti interdetto l'accesso ai reparti, diversamente rispetto a quanto avviene all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dove i cani hanno accesso anche ai pazienti ricoverati. «Questa organizzazione purtroppo esclude i bambini che non possono uscire dal reparto, nonostante il loro desiderio. Capita che il bambino aspetti l'appuntamento settimanale con ansia per poi vederselo negato all'ultimo minuto perché non può allontanarsi dal reparto».

Ma Pierantoni vorrebbe compiere, nel presidio ospedaliero napoletano, anche un altro step che reputa fondamentale per l'importanza della relazione che si crea nel quotidiano di ogni persona che reputa – come dovrebbe sempre essere – il cane un membro della famiglia: «Con il dott. Cinalli ci piacerebbe – sottolinea Pierantoni – che i cani dei bambini possano andarli a trovare, sempre nell'ottica di migliorare il benessere di entrambi e di quel mantenimento della quotidianità che è alla base della riabilitazione fisica ed emotiva di cui hanno bisogno pazienti così giovani».

*Il nome è di fantasia per tutelare la privacy del minore

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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