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29 Maggio 2023
10:54

I bagni di Gerusalemme raccontano la storia di come abbiamo iniziato a difenderci dalla dissenteria

La diarrea causata dai parassiti intestinali è stata una fedele compagna dell'intero sviluppo delle civiltà antiche. Alcuni ritrovamenti a Gerusalemme però ci permettono di capire come i nostri antenati cominciarono a difendersi, arginando il problema e allontanando le greggi dalle città.

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Il ritrovamento di alcuni antichi bagni risalenti all'antico regno di Giuda a Gerusalemme, tra il VII e il VI secolo a.C., ci racconta una storia insolita che ci permette di comprendere quale è stato il percorso evolutivo che ha indotto la nostra specie a convivere con alcuni fastidiosi parassiti intestinali.Gli archeologi hanno infatti scoperto all'interno di alcuni pozzi neri tracce di un microrganismo unicellulare, Giardia duodenalis, che causa una grave forma di diarrea debilitante che può portare alla disidratazione di intere comunità infestate.

Questa scoperta è stata comunicata attraverso un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Parasitology che da sempre è rivolta a quel genere di studi che tentano di comprendere quale sia stato lo sviluppo delle interazioni biologiche fra parassiti, animali ed esseri umani. «Il fatto che questi parassiti fossero presenti nei sedimenti di due pozzi neri di Gerusalemme dell'età del ferro suggerisce che la dissenteria fosse endemica all'epoca e che ha accompagnato la nostra popolazione per molto tempo», ha affermato l'autore principale dello studio, il dottor Piers Mitchell che insegna presso il Dipartimento di archeologia di Cambridge.

Perché però il ritrovamento è considerato così eccezionale? Le ragioni sono tante, ci spiegano gli archeologi. Innanzitutto è molto difficile trovare delle tracce di DNA intatte, dopo così tanto tempo. Per quanto infatti gli studi nel campo del DNA antico ci abbiano abituati ad aspettarci dei ritrovamenti di questo tipo, avvengono in realtà molto raramente e il più delle volte appartengono ad animali domestici e a essere umani, non a organismi unicellulari come i protozoi. Inoltre, aver trovate queste tracce all'interno di un antico gabinetto, ci permette di capire che il parassita era passato da un animale ospite agli esseri umani e che all'epoca qualcuno avesse già tentato di arginare la malattia, sfruttando degli antichi wc in pietra che consentissero di mantenere i fluidi dell'acque sporche separate da quelle delle acque bianche.

«La dissenteria è diffusa ancora oggi dove le feci degli animali e dei pazienti colpiti contaminano l'acqua potabile o il cibo, e sospettavamo che potesse essere un grosso problema nelle prime città dell'antico Medio Oriente a causa del sovraffollamento, del caldo, delle mosche e della limitata disponibilità di acqua in estate che affliggevano le comunità di quel periodo », ha spiegato Mitchell, sottolineando che la malattia colpiva prevalentemente uomini adulti e i bambini.

Entrambi i servizi igienici scoperti dagli archeologi avevano sedili in pietra scolpiti ed erano quasi identici nel design. Permettevano comodamente di sedersi, senza il timore di sporcarsi. E in particolare avevano una superficie curva poco profonda che portava le feci verso un grande foro centrale e con un piccolo foro adiacente nella parte anteriore per la minzione maschile.

Ma questi bagni erano alla portata di tutti? Probabilmente no, visto che venivano esclusivamente realizzati per l'élite ed era proibito a tutte le donne di andarci, ha spiegato Mitchell. Era infatti ritenuto "volgare" per una donna poggiare le natiche o gli organi riproduttori su delle lastre che potevano compromettere la salute per via delle infezioni.

La cosa più importante che gli archeologi tendono a sottolineare è che l'introduzione di questi gabinetti rappresenta uno dei primi tentativi di condurre i flussi delle acque sporche e di migliorare l'igiene intima per combattere le parassitosi intestinali. Un progresso notevole, per una società in continuo sviluppo come quella del Medio Oriente che già a partire da millenni prima descriveva, in antichi testi medici mesopotamici, i sintomi della dissenteria  che colpisce ancora oggi milioni di persone. «Queste prime fonti scritte e queste ultime testimonianze archeologiche non ci forniscono direttamente le cause di diarrea, ma ci incoraggiano ad applicare tecniche moderne per indagare quali siano stati gli agenti patogeni che all'epoca piegarono le prime civiltà», ha concluso Mitchell, asserendo che è grazie a questi primi servizi igienici se le popolazioni dell'antico regno di Giudea si distinsero rispetto alle altre, sopravvivendo alle vere e proprie epidemie che coinvolsero tutti i principali antichi bacini idrici del tempo, ovvero il Tigri, l'Eufrate, il Nilo e il fiume Giordano.

L'introduzione dei primi gabinetti non fu di certo ad essere l'unico intervento definitivo, che ha allontanato i parassiti dalle città dell'epoca. Furono ugualmente molto importanti le mura, che allontanarono buona parte delle greggi e degli animali domestici dalle case, come l'introduzione delle prime reti fognarie, che allontanarono le feci quantomeno dalle vie considerate sacre e dalle abitazioni dei cittadini più facoltosi. Fu però essenziale lo sviluppo della medicina a permettere il passo successivo. Quando infatti gli scribi e i sacerdoti che praticavano l'antica arte della medicina compresero che era meglio non bere l'acqua su cui pascolavano le greggi e che era meglio ripulire le stalle, facendo attenzione che la fanghiglia risultante non finisse nei campi coltivati, s'iniziò davvero a prevenire l'arrivo di nuove epidemie da dissenteria, per quanto le costanti campagne militari spingessero ripetutamente i soldati a propagare il morbo in tutto il bacono del Mediteraneo e anche oltre.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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